La miopia del FMI e le armi spuntate della BCE
Mentre in Italia l’opinione pubblica è disorientata dall’attivismo del premier Matteo Renzi e tutti i mass media si interrogano su come egli manterrà le promesse fatte e i programmi proclamati, il dibattito si incentra sulle cosiddette riforme facendole passare per una panacea in grado di risolvere la crisi economica.
Non c’è dubbio che l’Italia attraversi un periodo di profondo disorientamento e di diffuso rigetto del sistema politico vigente sia a causa della invadente e farraginosa legislazione che l’affligge sia perché in balia di una classe dirigente demotivata o improvvisata e spesso anche corrotta. Tutto ciò favorisce un forte desiderio di cambiamento che però ancora non viene individuato in quale direzione esso debba andare. Ci si trova infatti di fronte ad un governo che crea aspettative di svolta epocale e di rinnovo generazionale, ma trascura i veri problemi di politica economica e sociale mentre affronta con pericolose improvvisazioni le problematiche costituzionali che pur abbisognano di radicali mutamenti.
Infatti, le promesse riguardanti poche decine di euro in più sui salari mensili, i cosiddetti risparmi del tutto marginali per la vendita di vecchie auto ministeriali, una nebbiosa spending review dai risultati oltre che incerti, anche modesti e prolungati nel tempo non costituiscono affatto quella politica economica globale e programmata che sarebbe necessaria perché l’Italia possa riprendere il cammino dello sviluppo al quale il suo popolo laborioso ha diritto.
Il CESI ha effettuato alcune puntuali analisi in materia di politica economica cogliendo l’occasione delle dichiarazioni fatte da parte di chi regge superficialmente le sorti del Fondo Monetario Internazionale e da chi, pur personalmente valido ed impegnato a dirigere al meglio la BCE, è costretto ad operare condizionato dagli statuti UE e dagli egoismi di chi dall’Unione vuol trarre esclusivi e non comunitari vantaggi. Naturalmente la problematica va ulteriormente approfondita e quindi il CESI fa appello agli studiosi e a coloro che sono attivamente impegnati nella quotidiana battaglia politica perché contribuiscano ad approfondire la problematica incombente.
SOMMARIO DI QUESTO NUMERO
- Superficialità nelle valutazioni del vertice FMI e i danni di una dottrina superata
Manca una vera e unitaria politica economica di Gaetano Rasi
- Lagarde: sulle donne parla a vanvera
La sparata del Direttore Generale del FMI di Ugo Bertone
- Con la sola buona volontà di Draghi non si risolve la crisi
La BCE deve finanziare direttamente gli Stati della UE di Gaetano Rasi