di Lemmonio Boreo
La mattina del 21 Gennaio 2015 una delegazione del Comune di Anzio ha deposto una corona di fiori al Campo della Memoria di Nettuno, il Sacrario militare che raccoglie le spoglie dei caduti della Repubblica Sociale Italiana immolatisi sul fronte di Nettunia nella Primavera 1944.
Con questo atto dall’alto valore simbolico si sono aperte le manifestazioni del 71° Anniversario dello Sbarco Alleato del 22 Gennaio 1944. Il fatto che il Campo della Memoria sia stato scelto come primo luogo per la deposizione di un omaggio floreale da parte delle Istituzioni ha onorato i ragazzi dell’associazione che da anni curano il sacrario della RSI.
Presenti alla manifestazione le rappresentanze ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Locale di Anzio, nonché alcuni reduci della Repubblica Sociale Italiana e il Paracadutista nettunese Santo Pelliccia, combattente di El Alamein, che non ha mancato di ricordare chi ha sacrificato la propria vita per un ideale di Patria, per la libertà e l’onore della nostra Nazione.
Quel 22 Gennaio 1944, Nettunia fu occupata dalle truppe angloamericane che, con una massiccia operazione anfibia, speravano così di far crollare il fronte di Cassino. Ma i Germanici resistettero su tutta le linea. Il fallimento dell’intera operazione fu subito evidente e Nettunia si trasformò per ben quattro mesi nel più grande “campo di prigionieri di guerra autogestito” dell’intero conflitto. Qui, infatti, rimasero impanate le migliori unità degli Eserciti angloamericani, tra cui ricordiamo i Ranger che, nei pressi di Cisterna di Littoria, subirono una delle più umilianti sconfitte della storia dell’intera Seconda Guerra Mondiale.
Sul fronte di Nettunia vennero impiegati anche i primi reparti della neonata Repubblica Sociale Italiana come la Decima MAS, i Paracadutisti del “Nembo” e del “Folgore”, i reparti Aerosiluranti che si ricoprirono di gloria e dimostrarono al mondo il valore del soldato italiano, scrivendo pagine memorabili della storia militare della nostra Nazione. I combattenti della RSI parteciparono così alla difesa di Roma, alto onore concesso a chi amava la Patria sopra ogni cosa. Il loro sacrificio volontario fu necessario per dimostrare che vi erano degli Italiani pronti a sacrificare la propria vita in nome di un sacro ideale e che non erano disposti a vivere come schiavi sotto l’imperialismo angloamericano che, proprio allora, allungava le sue mire sul suolo della nostra Nazione.