Le problematiche che indeboliscono l’UE e la validità partecipazionistica e produttivistica della cogestione
Questo numero del bollettino CESI è dedicato a due analisi: una riguardante le ipoteche che pesano sull’unità europea, a cura di Giulio Terzi di Sant’Agata, e un’altra riguardante un esempio in Italia di partecipazione dei lavoratori all’attività di impresa, a cura di Mario Bozzi Sentieri. Il primo saggio fa la storia del difficile cammino della UE, come istituzione priva, fin dalla sua nascita, di una vera costituzione statuale, ed effettua utili paragoni con vicende che hanno riguardato nel corso del tempo altri tipi di analoghe formazioni federali o confederali. Giulio Terzi affronta poi lo scetticismo antieuropeo all’interno di molti dei Paesi che compongono l’Unione Europea e sottolinea il fatto che essa, pur avendo solo un ottavo della popolazione mondiale, rappresenta però un quarto dell’economia del pianeta per cui si rende sempre più necessario insieme con l’unità avere anche una politica estera adeguata al suo peso. Da ultimo Terzi fa però appello al realismo, necessario per la tutela dello sviluppo e della sicurezza italiana, mentre a Bruxelles si rimandano decisioni unitarie e soprattutto di tutela paritaria di tutte le nazioni che compongono la UE.
Il secondo saggio fa riferimento all’istituto della cogestione nel suo particolare aspetto introdotto ormai da oltre un decennio nell’attività della Volkswagen Group Italia SpA. Si tratta di un’intervista data a Goffredo di Palma, già direttore del personale e dell’organizzazione di quella società dal 2004 al 2013. L’argomento è particolarmente interessante in questo momento per due ragioni: la Germania è sulla soglia di iniziare un periodo di debolezza economica, ma ciò non è dovuto all’efficienza produttiva interna, di cui il fulcro è appunto la mitbestimmung, ma invece al calo nelle esportazioni all’estero e allo scarso rendimento dei suoi investimenti finanziari esteri (a questo riguardo dedicheremo il prossimo bollettino ad un numero monografico). Pertanto resta perfettamente valido il sistema della cogestione da applicare più diffusamente anche in Italia, la quale al riguardo ha ben diritto di vantare studi e proposte legislative che vengono da lontano e che purtroppo sono state osteggiate e quindi inapplicate per la grettezza culturale di una certa dirigenza politica e per la preconcetta chiusura da parte dei sindacati classisti sia dei lavoratori che dei datori di lavoro (g.r.)
SOMMARIO