NESSUNO E’ FUORI PERICOLO
C’é una sorta di attonito stupore quando ciò che non avevamo immaginato diventa reale, quando il pericolo si presenta con tutta la tragicità dell’irreparabile e diventiamo comunque, anche noi, attori di un dramma nel quale i protagonisti muoiono.
Un attonito stupore che ci lascia poi improvvisamente consapevoli che nessuno é fuori pericolo.
C’é una strada di mezzo che ci consenta di evitare il percorso dell’attendismo, della non scelta e quello, altrettanto pericoloso, del buttarsi a corpo morto nel decisionismo senza regole?
Il Giappone, nell’arco di pochi decenni, si trova ad incarnare fisicamente il grido di allarme di una società che sembra destinarsi all’autodistruzione: dalle bombe americane ai reattori sfuggiti al controllo.
Un paese ed un popolo capace di incarnare insieme la più antica tradizione e la più sviluppata modernità diventano, per un tragico destino, l’esempio di quanto basta poco per distruggere migliaia di vite, addirittura in alcune aree anche la vita stessa.
La tecnologia, per quanto avanzata, non potrà mai essere sicura al cent per cento perché nulla è sotto il completo controllo della volontà e della ragione umana, sempre ammesso che proprio la volontà umana non rappresenti il rischio più grande di un utilizzo negativo, criminale dei più sofisticati strumenti nati per scopi pacifici.
La natura non si assoggetterà mai al controllo totale dell’uomo, la si potrà contenere per qualche tempo, modificare per certi aspetti, ma i vulcani, i terremoti, gli tsunami, i cicloni rimangono indipendenti dalla nostra volontà e del nostro controllo.
Continuare a non tenerne conto è un crimine che ci rende colpevoli di fronte a catastrofi che ci sarebbero potute evitare, almeno in gran parte, se la nostra presunzione ed arroganza non ci avessero fatto negare l’evidenza.
Il nucleare è ormai superato dalla storia, dalla sua storia, dalla storia delle tragedie note e di quelle sconosciute ai più, che ne hanno segnato il percorso.
Si è cercata la scorciatoia e ci siamo trovati sul ciglio del burrone, abbiamo perseguito con enormi ritardi l’energia rinnovabile e siamo rimasti indietro, ricattabili da chi detiene il petrolio e sotto la spada di Damocle del nucleare.. Il mondo industrializzato è colpevole di inerzia e miopia, il nostro paese più di altri che invece nell’energia rinnovabile hanno già da tempo investito. Per noi il problema è sempre lo stesso: in Italia vi è una politica miope, concentrata nei litigi tra partiti, roboante nell’affermar le proprie convinzioni ma incapace di far scaturire convinzioni e progetti da un dibattito aperto alle conoscenze e alle esperienze altrui..
E mentre anche in questi giorni il governo traccheggia sul nucleare e sembra ammettere la necessità di fermarsi solo perché consapevole che perderebbe il referendum e il consenso, nulla si muove, per dare nuovo impulso alle rinnovabili e per far partire il risanamento dei tanti disastri nazionali.
Il Veneto nuovamente allagato, fiumi che esondano da anni, smottamenti e frane che distruggono territori, attività, case, strade per non parlare delle vite umane.
Insipienze di destra e di sinistra, di governi centrali e locali, di piccoli uomini convinti di essere grandi statisti e amministratori mentre sono stati solo grandi distruttori.
Basta disboscare insensatamente, basta cementificare le aree a rischio, basta lasciare senza controllo le discariche, molte per altro abusive, e senza bonifica le aree inquiniate. Cambiamo il sistema di gestione dei fiumi, i cui letti oggi sono invasi da alberi e detriti: si provveda alla pulizia, si riveda il sistema di sfruttamento della ghiaia, si dia ai privati il diritto di asportare la legna abbandonata nei greti e che in caso di piena travolge, spinta dalle acque, ponti e strutture.
Recuperiamo il territorio in un nuovo rapporto con il mondo dell’agricoltura: occorrono regole per la pulizia delle rogge, per il rimboschimento, per i canali di irrigazione, incentiviamo i giovani a ritornare alla terra perché l’autonomia e la sicurezza alimentare e la preservazione e la conservazione del territorio sono beni insostituibili. Siano censite le situazioni che hanno portato ai disastri in ogni parte di Italia perché dobbiamo sapere quali sono state le inadempienze delle amministrazioni, le irregolarità dovute a ignoranza o mala affare!
Censire aiuterà a ricostruire diversamente, ad individuare responsabilità, a promuovere leggi per impedire nuovi scempi a sanzionare veramente chi ha sbagliato e provocato i danni che tanto sono costati in vite umane, in denaro, in credibilità delle Istituzioni.
Facciamolo: facciamolo subito.
Dimostriamo di avere capito almeno un po’ l’avvertimento che la tragedia giapponese ha mandato alla nostra società.
Cristiana Muscardini