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Ezio Maria Gray

Ezio Maria Gray

Mai come negli ultimi tempi, la classe politica italiana è sotto assedio. Quasi quotidianamente vengono a galla scandali che coinvolgono amministratori della cosa pubblica di qualunque livello e colore politico, dagli assessori collusi con la ‘ndrangheta, ai capigruppo dediti allo sperpero di denaro pubblico, solo per soddisfare i propri bisogni personali. Ricoprire una qualunque carica politica, non è più un mezzo per mettere al servizio della comunità le proprie competenze, ma serve solo a garantirsi un posto al sole, per raggiungere una riserva di denaro dalla quale attingere a piene mani, non solo grazie a stipendi assolutamente eccessivi ed ingiustificati, ma anche grazie ad un sistema che consente di disporre a piacimento di ingenti somme di denaro pubblico, sotto forma di contributi per l’attività politica o di rimborsi per fantomatiche spese.

Certamente il livello morale della classe politica non è sempre stato questo, ci sono state persone che in passato hanno avuto una condotta virtuosa ed irreprensibile, ed in tal proposito intendiamo proporre un documento che lo testimonia in modo limpido. Si tratta di una comunicazione che Ezio Maria Gray, già Vice Presidente della Camera, inviò al Prof. Carlo Alberto Biggini il 12 Febbraio 1937:

“Caro Biggini. Ho trovato qui la tua lettera. Sono molto lieto che la mia chiacchierata o conversazione è piaciuta non solo al pubblico folto ma a te che ne rappresenti la aristrocazia intellettuale e morale. Come dissi a Tuo Padre tu sei alla Camera uno dei giovani (dico “giovani” in ogni senso) più rispettati ed amati (diciamo ben voluti perché all’amore in quell’ambiente credo poco…) e la tua amicizia perciò mi è veramente cara. Grazie ancora della buona compagnia che mi hai fatta; ricordami al pur tanto caro Bibolini. Bada che per un attacco o ritorno di influenza (e anche perché tre notti di treno senza sosta mi pesavano) ho disdetto il mio impegno a Parma per domani sera; conferma, ti prego, che ero ammalato…. Ed ora alle minime; ho avuto il tuo assegno di lire cinquecento ma siccome avete voluto addossarvi anche le spese di albergo e varie, così consentimi che io ti restituisca lire cento qui accluse (scusa la confidenza del biglietto di banca ma perderei tempo a fare l’assegno); so bene che cento lire non arricchiscono né impoveriscono le vostre casse dell’Ist. Cultura ma mentre trovo e sostengo giusto che un rimborso spese sia dato a chi vien di fuori, trovo anche giusto che ciò avvenga in misura equa e non più in là. Se poi non trovi facile aggiustare la cosa contabilmente permettimi che a mezzo tuo io dia le cento lire all’Ente Opere Assistenziali locale. Saluti a Biaggini e a Bertagna, tuo affmo Ezio M. Gray” Tratto dal libro “Mussolini e il Professore” di Luciano Garibaldi

Da sottolineare infine che la comunicazione di Gray è strettamente confidenziale, quindi fatta senza perseguire alcun intento di compiacere, o di attirarsi le simpatie delle masse, ma solamente per senso di responsabilità ed onestà

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