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Insufficiente e pericolosa la riforma costituzionale proposta dagli esperti governativi. Necessario un rifacimento globale in sede costituente.
Il numero di questo bollettino è dedicato soprattutto alla sintesi dei contributi critici che saranno espressi dal Gruppo di Lavoro CESI nel corso del Seminario di lunedì 18 novembre 2013 a Roma. Tale Seminario, oltre che analizzare le proposte contenute nella Relazione Finale della Commissione per le Riforme Costituzionali varata dall’attuale Governo, ha voluto essere una introduzione al Convegno Nazionale CESI dal titolo: “Un progetto politico per l’Assemblea Costituente” che si terrà a Roma presso il CNEL, martedì 3 dicembre p.v..
L’elemento comune di tutti gli interventi dei relatori CESI nel corso del Seminario sta nel fatto che non si ritiene assolutamente sufficiente portare delle modifiche ad alcune parti della vigente Carta Costituzionale, varata nel 1948, ma che si giudica necessario il suo intero rifacimento ad opera di una Assemblea Costituente convocata al di fuori della legislatura in corso. L’esigenza che tale Assemblea operi, al di fuori del sistema politico attuale e a prescindere dalla sua classe dirigente, deriva dalla necessità che essa possa realizzare una democrazia veramente compiuta, ben diversa dall’attuale partitocrazia dominata da cooptati e non da parlamentari indicati dal popolo in tutte le sue espressioni di indirizzo politico e di competenze professionali e sociali.
Altro punto focale, a parere del Gruppo di Lavoro del CESI, sta nel rifiuto della tesi degli esperti governativi che una delle due Camere debba essere composta dai rappresentanti delle Regioni, il che porterebbe inevitabilmente a porre in pericolo l’unità del Paese e quindi il suo peso in Europa e nel mondo, compromettendo il proprio sviluppo futuro.
Nell’analisi del CESI viene pure indicato ciò che manca nel rapporto finale degli esperti governativi, ossia, l’introduzione di istituti di programmazione concertata e di partecipazione gestionale del lavoro nelle imprese al fine di realizzare una politica economica e sociale di autentico progresso nell’ambito della UE e della Eurozona.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- Invito-Programma del Seminario CESI: “Proposte di Riforma Costituzionale. Analisi e confronti”

- Il sistema è al capolinea: deludente la Relazione della Commissione al Governo sulle Riforme Costituzionali (Franco Tamassia)

- Assente la riforma del Bilancio statale per risolvere la situazione italiana. La posizione dell’Italia nei confronti della UE e dell’Eurozona (Gaetano Rasi)

- Si propone il veleno di cui stiamo morendo: una Camera a rappresentanza delle Regioni e degli Enti Locali (Giancarlo Gabbianelli)

- La partecipazione è il problema, ma non l’hanno capito (Carlo Vivaldi Forti)

- Il lavoro: dalla precarietà subita alla partecipazione responsabile (Angelo Scognamiglio)

- Il sindacato ignorato dai riformatori (Ettore Rivabella)

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E’ uscito per i tipi della Herald Editore di Roma il nuovo studio del Dott. Pietro Cappellari: La Guardia della Rivoluzione. La Milizia fascista nel 1943: crisi militare – 25 Luglio – 8 Settembre – Repubblica Sociale.

A 70 anni dagli eventi, Cappellari, ricercatore della Fondazione della RSI,  ha illustrato come le Camicie Nere, in quel cruciale 1943, rappresentarono quanto di meglio le Forze Armate italiane seppero schierare sui campi di battaglia, fondendo in un unico organismo politico-militare le energie del volontarismo di guerra, l’orgoglio di un Corpo di aristocràti, le idealità di un romanticismo politico di stampo nazional-patriottico.

Lo studio rappresenta un primo volume di un’opera complessiva in tre tomi che ha l’ambizione di descrivere in maniera nuova ed esaustiva gli ultimi due anni di vita di quella che fu chiamata “la Guardia Armata della Rivoluzione”. Infatti, sugli ultimi due anni di vita della Milizia, ossia l’organizzazione militare creata originariamente per difendere la Rivoluzione fascista, non esistono studi esaurienti. Questo per una serie di fattori. Il 1943-1945, infatti, è un periodo straordinariamente, quanto drammaticamente, ricco di eventi: si pensi solo che nel primo anno di questo biennio si verificarono il 25 Luglio, ossia la caduta di Mussolini; l’8 Settembre, la resa incondizionata del Regno d’Italia agli Angloamericani; la nascita della Repubblica Sociale Italiana.

Con questo primo volume si è evidenziato il ruolo della MVSN nel drammatico 1943. Fu un anno cruciale per la storia d’Italia. Lo studio di come la Milizia abbia reagito davanti agli eventi che si succedettero con rapidità impressionante ha permesso di revisionare alcune pagine di storia. Non solo superando quelle incrostazioni sedimentate dalla vulgata antifascista e anti-italiana.

Con la caduta di Mussolini la Milizia ripiegò su se stessa, non reagendo al colpo di Stato. Che la MVSN “resse” al dramma del 25 Luglio lo dimostra il suo comportamento all’annuncio della resa incondizionata (e del conseguente passaggio al nemico). La sera dell’8 Settembre, mentre tutti i reparti del Regio Esercito si squagliavano come neve al sole, i Legionari della Milizia – indossati nuovamente camicia nera, fez e fascetti in precedenza epurati per ordine di Badoglio – si posero senza indugio al fianco dell’alleato germanico, garantendo ovunque l’ordine pubblico e “facendosi Stato”. Furono proprio le caserme della MVSN a rappresentare, in quei drammatici giorni, il simbolo che l’Italia come Stato non si era eclissata dalla storia, divenendo il punto di riferimento per tutti coloro che rifiutavano la resa incondizionata. Furono le Camicie Nere a riaprire le Federazioni del Partito Nazionale Fascista chiuse dopo il 25 Luglio e a riprendere l’attività politica su tutto il territorio nazionale non ancora occupato dal nemico angloamericano. Fu dalla reazione delle Camicie Nere che poté mantenersi in vita lo Stato italiano, quello Stato che prenderà, successivamente, il nome di Repubblica Sociale Italiana.

 

Primo Arcovazzi

Sabato 26 Ottobre 2013, nella prestigiosa sala conferenze dell’Hotel Giò di Perugia, sono stati presentati gli atti del Convegno di Studi Storici “Marciare su Roma” del 2012. Un selezionato e attento pubblico è accorso all’importante appuntamento culturale organizzato da Claudio Pitti e Andrea Lignani Marchesani.

I lavori sono stati introdotti dal Prof. Stelvio Dal Piaz della Fondazione della RSI – Istituto Storico di Terranuova Bracciolini (AR). Il Professore aretino ha intrattenuto i presenti con una profonda analisi del contesto politico-sociale nel quale nacque il fascismo sansepolcrista e si sviluppò lo squadrismo. Con richiami agli eventi che sconvolsero l’Italia in quel travagliato quanto drammatico periodo chiamato Biennio Rosso, Dal Piaz ha illustrato la reazione dei “reduci nazionali”, dei Volontari di Guerra, degli Ufficiali, dei ceti medi e delle giovani generazioni davanti alle violenze socialiste e al pericolo – millantato più che reale – dello scoppio della rivoluzione bolscevica in Italia.

Il Dott. Pietro Cappellari, ricercatore della Fondazione della RSI, nonché curatore dell’opera, ha spiegato la necessità storica del convegno di Perugia del 2012 e della pubblicazione degli atti che sconvolgono il “tranquillo assetto antifascista” che la vulgata ha imposto nelle scuole e nelle università, lobotomizzando intere generazioni di Italiani, educandole al “male assoluto” con intenti pedagogico-politici grossolani. Grazie alla pubblicazione del volume Marciare su Roma è oggi possibile avere un’altra “panoramica” sull’Italia del 1919-1922, più attinente alla realtà dei fatti e meno politicizzata. Lo studio ha, infatti, raccolto consensi in ambito studentesco, sia nelle università (dove “clandestinamente” gli studenti lo usano per preparasi all’esame di storia), sia nei licei (dove il volume è stato richiesto per la preparazione della tesina di maturità). «E’ questo il risultato che ci rende orgogliosi del nostro operato – ha dichiarato Cappellari –. Pensare che anche in ambito accademico, seppure silenziosamente, le nostre tesi sono penetrate e hanno sfondato il muro dell’omertà antifascista, ci ripaga degli sforzi compiuti per concludere questa importante opera culturale in difesa della storia della nostra Patria che non può essere può ostaggio di “professori salariati” al servizio di un’ideologia di odio. Abbiamo presentato la Marcia su Roma come una “lunga marcia” verso il potere di quei reduci della Prima Guerra Mondiale che credevano in un’Italia diversa. Una “lunga marcia” frustrata da un Governo liberal-democratico incapace di gestire i frutti della Vittoria e di confrontarsi con la realtà di uno Stato fattosi Nazione. Una Nazione minacciata dalla marea montante bolscevica e schiacciata dalle “grandi democrazie” (USA, Gran Bretagna, Francia) un tempo nostre alleate e, poi, prime nemiche delle legittime aspirazioni dell’Italia. Ecco, il fascismo nacque in questo humus, si sviluppò su questo humus ed ebbe nel consenso degli Italiani la sua forza principale. L’insurrezione dell’Ottobre 1922 fu solo l’ultimo atto di un processo iniziato diversi mesi prima, quando Mussolini – osservando la realtà del Paese – seppe trasformare il fascismo una forza popolare capace di rappresentare le reali aspirazioni del popolo italiano. Quella dell’Ottobre 1922 fu un’insurrezione chiaramente di sinistra che, però, non negava la Patria, ma – corridoniamente – la conquistava».

 

Lemmonio Boreo

Sessanta anni de “Gli uomini e le rovine”

Un’analisi generazionale.

Fondazione Julius Evola

Scuola Romana di Filosofia Politica

Edizioni Mediterranee

ROMA, Sabato 30 Novembre 2013, ORE 11,00

Sala de “L’Universale” Libreria/Galleria delle Arti 

Via Francesco Caracciolo 12, accanto al mercato Trionfale di Via A. Doria (Metro linea A  fermata Cipro; Bus 490 – 495 – 492 – 913; Tram 19)

Presiede, introduce, modera Gianfranco de Turris, Segretario della Fondazione Evola.

Prima Sessione:

Ore 11,00: Gianfranco de Turris, Presentazione dell’evento e dei relatori.

Ore 11,15: Giovanni Sessa, Le ragioni di un Convegno: Evola negli anni Cinquanta.

Ore 11,30: Primo Siena, “I Figli del Sole tra uomini e rovine”.

Ore 12,00: Nazzareno Mollicone, “Preveggenza e attualità de Gli uomini e le rovine”.

Ore 12,30: Apertura dibattito.

Ore 13,30: Pausa pranzo

Seconda Sessione:

Ore 15,30: Andrea Marcigliano, “Gli uomini e le rovine e la generazione degli   “anni di piombo”.

 Ore 16,00: Alessio de Giglio, “Gli uomini e le (loro) rovine. Note sulla decomposizione”.

Ore 16,30: Giacomo Rossi, “Gli uomini e le rovine: letture da Terzo millennio”.

Ore 17,00: Apertura dibattito

Ore 18,30: Conclusioni e chiusura lavori.

E’ gradita la puntualità.

Per una migliore organizzazione del buffet si prega vivamente confermare la propria presenza, entro e non oltre Giovedì 28 Novembre 2013, a Maurizio Messina: 339/4987052. 

 

Segreteria organizzativa:

Giovanni Sessa

Mail: Sessa_Giovanni@libero.it

0775/435499

333/8289088

A settant’anni dallo storico evento che lanciò i postulati politici e sociali della

Repubblica Sociale Italiana

il ricordo di quei ragazzi che fecero la Storia.

I loro volti, le loro passioni, i loro sogni.

Per comprendere quella generazione che salvò

l’Onore d’Italia!

http://campomarzio.spazioblog.it/181289/I+LEGIONARI+DI+NETTUNIA.+I+caduti+della+Repubblica+Sociale+Italiana+di+Anzio+e+Nettuno+%281943-1945%29.html

Viviamo l’anno 2013; il prossimo novembre sarà l’anniversario dell’enunciazione di quello che viene ricordato come il “Manifesto dei 18 Punti di Verona”. Quanto in esso contenuto è la logica conseguenza delle origini fasciste del 1919: principi che hanno attraversato il “Ventennio”, con un susseguirsi costante di decreti e leggi, di chiarissime finalità sociali, che già allora erano all’avanguardia, non solo in Italia, ma nel mondo intero e senza le quali oggi vivremmo su “palafitte sociali”. Tappa fondamentale di questo processo sono i principi essenziali dell’ordinamento corporativo, espressi e ordinati dalla “Carta del Lavoro” che vide la luce il 21 aprile 1927. La “Carta del Lavoro” portava il lavoratore fuori dal buio del medioevo sociale per immetterlo in un contesto di diritti dove i rapporti fra capitale e lavoro erano, per la prima volta nel mondo, previsti e codificati.

In altre parole, la nascita dello Stato Corporativo rappresentò l’intento di superare sia le angustie imposte dallo Stato liberale, sia le sanguinose illusioni dello Stato sovietico. Questo esperimento, tutto italiano, incontrò vasti consensi presso i lavoratori di tutto il mondo, tanto da spaventare i manovratori della finanza internazionale che avvertì il pericolo mortale e operò per abbattere il Fascismo e le sue idee. Cosa che si verificò con la violenza delle armi.

Il 14 ottobre 1944 Benito Mussolini così sintetizzava, lapidariamente, quei “Punti” i cui aspetti vitali erano le leggi sulla socializzazione delle imprese: <La socializzazione altro non è se non la realizzazione italiana, umana, nostra, effettuabile del socialismo. Dico nostra in quanto fa del lavoro il soggetto unico dell’economia, ma respinge le meccaniche livellazioni di tutto e di tutti, livellazioni inesistenti nella natura e impossibili nella storia>.

Questa “meravigliosa utopia” è oggi riproponibile per risolvere i problemi che angustiano l’attuale mondo, privo di ogni remora e adagiato sul sistema di vita americano?

Il teorico e storico della dottrina cattolica Don Ennio Innocenti, che tanti anni ha dedicato allo studio e all’insegnamento, ha scritto che il problema affrontato da Mussolini nell’ultimo decennio della vita <fu quello di far entrare il corporativismo nelle imprese per elevare il lavoratore da collaboratore dell’impresa a partecipe alla gestione e alla proprietà e, quindi, ai risultati economici della produzione>. E ha aggiunto: <Durante la R.S.I. fu emanato un decreto che prevedeva la socializzazione delle imprese. E’ stato questo, sostanzialmente, il messaggio che Mussolini ha affidato al futuro. E’ un messaggio in perfetta armonia con la Dottrina Sociale Cattolica, che è e resterà sempre radicalmente avversa sia al capitalismo, sia al socialismo. In quest’ultimo messaggio mussoliniano di esaltazione del lavoro noi ravvediamo qualcosa di profetico>.

(altro…)

Il mito del progresso universale si è rovesciato in un’utopia contemplante un paradiso terrestre riservato alla minoranza degli oligarchi festaioli & thanatofili, selezionati secondo gli incubosi princìpi, che orientano le azioni delittuose della banca mangia uomini.
Dai lugubri ideologi, dagli usurai e dai giornalisti trombettieri, i comportamenti in guerra contro la natura sono lodati in quanto necessari a frenare il pericolo della natalità.
Di qui l’alluvione di testi catastrofisti e di desolanti chiacchiere, che propagandano la mitologia malthusiana e incensano i comportamenti scellerati e/o ripugnanti contro la vita, in special modo suicidio, aborto, sodomia e onanismo.
Nella scena tenebrosa allestita dall’oligarchia crepuscolare la sperata reazione della Chiesa cattolica è purtroppo dolcificata da scadute suggestioni modernistiche, da infondati timori e da immotivati rispetti umani.
La verità contenuta nella sacra Tradizione, avanza tuttavia sulle rovine dei pensieri elucubrati dalla modernità, che ormai ridotta alla misura di un nichilismo, fomite di umilianti trasgressioni e di sacrifici umani.
Il presente saggio di Piero Vassallo propone alcune vie d’uscita dagli incubi generati dal delirio ateista. Vie d’uscita indicate da autori controcorrente, calunniati e censurati dall’oligarchia progressista ma riabilitati dai testimoni del conclamato fallimento e dalla laida inversione del pensiero moderno.

http://www.edizionisolfanelli.it/futuroetradizione.htm

Sintomi di cambiamento
Questo numero del bollettino CESI vuol richiamare l’attenzione su tre argomenti che, al di là dei fatti contingenti, possono avere ripercussioni di forte carattere strutturale per il futuro.
Un primo aspetto riguarda i rapporti tra l’Europa e gli USA: da un lato una possibile presa di coscienza del ruolo che deve avere l’Europa nei confronti delle altre potenze continentali e quindi esprimere una politica svincolata dalla ultra sessantennale subordinazione all’America. La questione dello spionaggio informatico e quella del peso declinante del dollaro rappresentano due sintomi già eloquenti.
Un secondo aspetto riguarda l’evoluzione politica interna al nostro Paese ed in particolare quella relativa alla mancanza di un polo sociale e nazionale in grado, non solo di esprimere una forza politica unitaria, ma anche di avere un progetto in grado di riaffermare i valori che tengono unita la Nazione così come essa è venuta a caratterizzarsi con la Quarta guerra di Indipendenza e di Identità territoriale (quella che successivamente è stata individuata anche come Prima guerra mondiale). La gravità di quanto è avvenuto il 27 ottobre scorso a Bolzano è stata colpevolmente trascurata da tutta la stampa italiana.
Il terzo aspetto riguarda l’istituto del sindacato, il quale non sta assumendo consapevolezza del nuovo ruolo che deve avere in una radicale riforma costituzionale; ossia quello di dover essere anche formazione che concorre alla rappresentanza politica e che deve evolversi da solo organismo contrattualistico perpetuamente conflittuale ad istituto di concertazione programmatica e di fautore della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.
Questo numero de IL SESTANTE richiama, poi, l’attenzione su un evento importante quale è quello del Seminario che il CESI tiene per confutare il rapporto finale della Commissione governativa per le Riforme Costituzionali. Tale Seminario si terrà il 18 novembre p.v. a Roma presso la Sala Refettorio di Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati e vuol essere propedeutico al Convegno Nazionale annuale del CESI fissato per il 3 dicembre p.v. presso il CNEL con il tema “Un progetto politico per l’Assemblea Costituente”.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- Interpretazioni del Datagate. Sintomi di una ripresa di orgoglio per l’Europa (Gaetano Rasi)

- Si indebolisce l’egemonia degli USA. Dollari e petrolio, un divorzio capace di cambiare il mondo! (Enea Franza)

- Ammonimenti per “unificazioni” senza progetto unitario. Le elezioni provinciali a Bolzano: una débàcle (Agostino Scaramuzzino)

- Necessità di avere un nuovo ruolo. L’istituto del sindacato sta morendo (Mario Bozzi Sentieri)

- Invito-Programma del Seminario CESI: “Proposte di Riforma Costituzionale. Analisi e confronti”

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Domenica 17 Novembre 2013

alle ore 10:30

si terrà presso la prestigiosa sede di Villa Municchi della

Fondazione della RSI – Istituto Storico

di Terranuova Bracciolini (Arezzo)

Strada Pian di Maggio, 27/E – località Cicogna

 

la conferenza di

Mario Pellegrinetti

“XXXV Brigata Nera”

 

Contati: www.fondazionersi.org

Per info: info@fondazionersi.org

Evento FB: https://www.facebook.com/events/570952342978659/

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