L’11 Giugno 2013, la statua lignea della Madonna del Piave che protegge il Sacrario dei Caduti senza Croce di Monte Zurrone (Roccaraso – L’Aquila) ha fatto tappa al Campo della Memoria, il Sacrario militare dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana di Nettuno (Roma).
L’effige è entrata nel Cimitero di guerra italiano scortata dai labari dell’Associazione Nazionale Xa Flottiglia MAS – RSI, seguita da un corteo di intervenuti tra i quali Alberto Indri, Presidente dell’Associazione “Campo della Memoria”; Roberto Gigli, in rappresentanza dell’Ordine dell’Aquila Romana; Fiorella Cencetti, figlia del Ten. Giulio, mitica figura del Battaglione “Barbarigo”, impegnato nella difesa di Roma contro l’invasore angloamericano proprio sul fronte di Nettunia. Hanno partecipato una delegazione della Fondazione della RSI – Istituto Storico, dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia (A.N.A.I.) e del movimento Casapound. Presenti anche gli uomini della Polizia Locale di Nettuno che hanno assicurato il corretto svolgimento della manifestazione.
Dopo l’allocuzione del Presidente provinciale dell’Opera Nazionale Caduti senza Croce Alessandro Filippi, il Comandante del locale Reparto A.N.A.I. Bruno Sacchi ha reso gli onori militari alla Madonna del Piave.
La manifestazione si è conclusa con un breve ricordo del sacrificio dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana in difesa della Nazione su tutti i fronti di guerra, nella speranza che le giovani generazioni di Italiani sappiano riprendere la strada dell’amor di Patria, un amore che non conosce ostacoli e deve essere posto tra i primi valori che elevano l’Uomo verso una dimensione spirituale più alta. Perché come scriveva Emilio Canevari, riprendendo le parole del Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani: “Il freddo esame della miserevole storia politica dei popoli italiani dimostra con lucida chiarezza come i nostri mali secolari derivino dalla deficienza di sentimento nazionale cioè dalla persistenza negazione di noi stessi”.
Sciolta l’adunata, il Comandante Sacchi ha dato a tutti i presenti l’appuntamento per il prossimo 29 Giugno ad Affile (Roma), dove si renderanno gli onori alla figura di Rodolfo Graziani presso lo spazio monumentale che il Comune affilano ha voluto a lui dedicare.
Primo Arcovazzi
INTRODUZIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME
Appello agli italiani per l’Assemblea Costituente
Manifesto Politico e Programmatico per la Rifondazione dello Stato
Sala Tempio di Adriano Piazza di Pietra Roma 19 giugno 2013
A nome del CESI, il Centro Nazionale di Studi Politici ed Iniziative Culturali, saluto tutti i presenti tra i quali vedo molti amici antichi e recenti, molti esponenti politici e della cultura.
Vorrei citarli tutti ringraziandoli personalmente per l’attenzione, ma temo di dimenticarne qualcuno e chiedo pertanto scusa: tutti i loro nomi appaiono sull’Invito-Programma sotto la dizione di aderenti all’iniziativa. Sono sicuro che la loro presenza significa interesse per la ripresa di una ben definita identità comune, di una unità propositiva e costruttiva, di una autentica progettualità finalizzata al bene comune.
Grazie anche per la presenza e l’eventuale intervento di chi con osservazioni critiche vorrà contribuire oggi e in futuro alla necessaria costruzione di una nuova Italia nel tempo europeo.
Segnalo la presenza di esponenti del Centro Studi Polaris, che hanno dato contributi ai lavori per la stesura del Manifesto, segnalo pure gli amici del CESI dell’associazione IdeaCanavese di Ivrea, saluto gli esponenti del Centro Studi FareQuadrato di Andria. Vedo presenti molti autorevoli esponenti del mondo sindacale, dell’UGL, della associazione “Il vostro futuro” (Yourfuture) composta da giovani intellettuali di freschi studi universitari. Certamente sto trascurando altre importanti presenze e me ne scuso. Spero di farne menzione più avanti nel corso di questo incontro.
Il CESI, nella sua ormai quadriennale vita di studio e di proposte, ha ormai raggruppato un buon gruppo di “teste pensanti” ed anzi vi sono ormai sezioni di studio in quasi tutte le città italiane. Va tenuto presente che la sua attività non prevede particolari formalismi organizzativi, ma punta soprattutto alla formazione e alla preparazione progettuale politica. Ed è proprio in base a questo compito che il CESI, ha deciso di lanciare l’Appello agli italiani per una Assemblea Costituente e il Manifesto Politico e Programmatico per la Rifondazione dello Stato, il cui volume oggi presentiamo.
Ringrazio tutti coloro che hanno contribuiti alla redazione dell’opera i cui nomi sono indicati sotto il titolo Natura e scopo del volume a pag. 13 e pure ringrazio la Fondazione Alleanza Nazionale che ha voluto dare il patrocinio a questa nostra pubblicazione.
Credo sia giusto pure far menzione di tutti coloro che operano nel CESI il cui organigramma appare a pag. 128 del volume.
Come è noto, il nostro Centro Studi – pur nella sua autonomia – si è dato il compito di effettuare analisi politiche, di studiare progetti e programmi nell’ambito di un filone di pensiero che può essere ulteriormente fecondo per una nuova fase di sviluppo civile ed economico dell’Italia e dell’Europa.
Mi preme sottolineare che questa nostra Associazione è, naturalmente, senza fini di lucro; è indipendente, ossia, non vuol essere né una corrente politica, né tanto meno un partito, ma intende soltanto promuovere e coordinare – appunto in maniera indipendente e senza vincoli – attività politiche e culturali, convegni, seminari, incontri e pubblicazioni. Essa guarda soprattutto al futuro traendo dall’esperienze del passato e del presente quelle lezioni che la storia deve sempre insegnare specialmente a coloro che intendono essere attivi sulla scena politica.
Naturalmente le analisi e gli studi vogliono ispirarsi a principi di sintesi fra i valori della libertà e quelli della eguaglianza, al superamento delle ideologie liberiste e collettiviste e alla necessità che vi sia una corrispondenza continua nel bilanciamento tra i diritti e i doveri dei cittadini nell’ordinamento dello Stato e nella vita sociale, oltre che in quella istituzionale.
Sulla base di queste premesse il CESI ha già tenuto alcuni convegni per i quali sono a disposizione anche in questa Sala i volumi compreso, ovviamente, quello che oggi presentiamo e che è frutto di riflessioni e contributi di quest’ultimo anno particolarmente impegnativo per chi vuol trarre le premesse per il futuro.
In sintesi quest’ultimo periodo si rivela sempre più essere l’ultima fase che conclude un ciclo storico, non solo nella politica e nell’economia interna delle Nazioni, ma anche nell’evoluzione geopolitica e geoeconomica del mondo intero.
Questo volume sarà brevemente illustrato dal prof. Franco Tamassia, noto giuspubblicista e Vicepresidente del CESI che, oltre aver tracciato fin dalle origini lo schema di base del Manifesto, ha poi coordinato i contributi pervenuti.
Il tempo concessoci oggi per l’uso di questo ambiente è breve ma, a parte questo aspetto, ritengo che oggi ci si debba limitare a parlare per grandi linee della tematica del volume rivolta ad una fase costituente che sia indipendente dai condizionamenti della legislatura in corso e che si parli soprattutto della problematica, da affrontare su basi nuove, per l’intera costruzione statale italiana a cominciare dalla Costituzione e quindi impostare un nuovo sviluppo della Nazione italiana come coprotagonista nell’Europa unita.
Pregherei perciò sia gli esponenti del CESI che prenderanno la parola, sia coloro che vorranno intervenire, non solo la brevità, ma di non portare il dibattito sulle problematiche del precario presente né su pur valide iniziative in corso.
Oggi, ripeto, il CESI ha l’onore e l’onere di presentare una pubblicazione il cui contenuto ritengo debba essere oggetto di attenzione. Solo successivamente – e io spero in tempi brevi – potrà essere indetto un Convegno nazionale della durata di una giornata per discutere i contenuti del volume (ripeto dopo averne valutato le indicazioni e le riflessioni in esso contenute), e in quella sede effettuare proposte con il fine di realizzare un autentico movimento costituente indicando obbiettivi da raggiungere, progetti da realizzare e proponendo quella spinta mobilitante di nuove forze e soprattutto di giovani energie, che viene dall’Appello ad indire una Assemblea Costituente.
Avanzo una proposta di titolo per tale Convegno: “Un progetto politico per l’Assemblea Costituente”. Ritengo che esso dovrebbe appunto rappresentare ciò che oggi manca a tutte le forze politiche che operano nell’attuale sistema, cioè il progetto politico che ne anima l’attività, l’obbiettivo che esse propongono ai propri aderenti e dirigenti, nonché all’elettorato, il programma che ciascuna forza politica intende realizzare.
In sintesi, a questo proposito, credo che la domanda che ciascun Partito o raggruppamento politico deve porsi deve essere questa: Quale Stato vogliamo? e ad essa dare una risposta perché è in dubbio che l’attuale sistema costituzionale e l’ordinamento statale che ne deriva debbono essere cambiati.
Ritornando al presente volume, ritengo di dovere precisare che esso non vuol essere affatto un insieme di articoli, che saranno appunto oggetto dell’Assemblea Costituente, ma un complesso organico di indirizzi basati sulla esperienza storica e sulle più moderne teorie costituzionali, politologiche, sociologiche ed economiche.
Gentili Amici,
mercoledì 26 giugno sarà presentato a Palazzo Cusani, in via Brera, sede del Circolo di Presidio dell’Esercito, il mio nuovo libro “GLI EROI DI MONTECASSINO. STORIA DEI POLACCHI CHE LIBERARONO L’ITALIA”. Sono lieto di farvene partecipi. Grazie per l’attenzione e, con sincera amicizia, un caro saluto.
Luciano Garibaldi
Domenica 23 Giugno 2013
alle ore 10:30
si terrà presso la prestigiosa sede di Villa Municchi della
Fondazione della RSI – Istituto Storico
di Terranuova Bracciolini (Arezzo)
Strada Pian di Maggio, 27/E – località Cicogna
Presentazione degli atti del Convegno di Studi Storici
“Marciare su Roma”
(Perugia, 27-28 Ottobre 2013)
con gli interventi del Dott. Pietro CAPPELLARI e
dell’Arch. Paolo CAMAIORA
Contati: www.fondazionersi.org
Per info: info@fondazionersi.org
L’importante manifestazione patriottica toccherà anche le due città della costa laziale
di Claudio Cantelmo
L’Opera Nazionale Caduti senza Croce ha voluto promuovere un pellegrinaggio con la statua della Madonna del Piave per dare una nuova linfa vitale alla fiamma del ricordo dei nostri gloriosi martiri che, a causa del passare inesorabile del tempo e il poco ricambio generazionale, rischiava di affievolirsi e magari spegnersi. Questo mai, il ricordo del sacrificio di quanti sono caduti per la grandezza dell’Italia non può e non deve spegnersi, un popolo che non ha memoria non ha futuro.
La statua della Madonna del Piave ha lasciato il Sacrario dei Caduti senza Croce di Monte Zurrone la mattina del 9 Maggio 2013, per venire pellegrina a Roma e nella provincia, come in alcuni centri della Provincia di Latina. Si è cercato di tracciare un itinerario che sia un percorso della memoria, ma anche un percorso spirituale. La Sacra Immagine è stata accolta al Pantheon dove si è tenuta la solenne celebrazione di apertura del pellegrinaggio.
Sui monti d’Abruzzo, nel comune di Roccaraso (AQ) si trova il tempio nazionale dell’Opera Caduti senza Croce. Il Sacrario di Monte Zurrone. Un luogo unico nel suo genere, affascinante e suggestivo, nel ricordo di quanti non hanno fatto ritorno e non hanno avuto il conforto di una cristiana sepoltura. Anche se non custodisce resti umani è considerato, in base alla legge del 10 Febbraio 1981, cimitero di guerra. Il secondo per importanza in Italia dopo quello di Redipuglia. Idealmente, come abbiamo detto, vi sono inumato gli oltre 145.000 soldati italiani dispersi nelle fredde steppe russe, nei bollenti deserti africani, negli abissi dei mari, nell’aria dei cieli d’Italia e del mondo. I nostri martiri, i gloriosi Caduti senza Croce, sono ricordati attraverso i preziosi libri posti nella cappellina, insieme alle urne contenenti terre e acque provenienti dai siti dove è stata più cruenta la guerra. A protezione del sacrario nel 1972, per volere dell’ Associazione “Ragazzi del ’99”, è stata posta una statua lignea della Vergine Maria, venerata col bel titolo di Madonna del Piave, copia di quella che nel 1918 venne posta a protezione dei Fanti italiani, in gran parte giovanissimi “Ragazzi del ‘99”, sulla linea del Piave.
Il 15 Giugno 2013, la statua arriverà a Nettuno, scorata dai labari dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra, dell’Associazione Nazionale Arma Milizia-GNR, dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia – Reparto “Rodolfo Graziani”, dell’Associazione Combattenti Xa Flottiglia MAS – RSI, dell’Ordine dell’Aquila Romana, ecc.
PREMESSA:
Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi
viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista.
Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro, ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro.
Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente a tutti la ricchezza.
Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di ciascuno e del vivere sociale.
La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile.
Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini di relatività, lo consideriamo una cosa buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso stesso un fine.
Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse , innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili!
E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme,
nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la
produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli.
Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il resto.
Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del
sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male
ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro.
Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!!
I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei
confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio!
Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie
sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione materialistica oggi imperante.
Alessandro Mezzano
GLOBALIZZAZIONE
Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base la nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente inferiori a quelli dei Paesi più emancipati.
Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i
lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione.
Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione ed aumenta di conseguenza i profitti..!
Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha vinto sul sangue.
Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza.
Ma il denaro non è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e
sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare!
La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione
mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta che lo sia.
La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi
diversi tra di loro creando delle differenza economiche culturali e sociali che non possono essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale.
Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere graduale per non sconquassare le economie.
È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad
equilibrare i livelli.
Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle…
Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare sì progredire quei Paesi, ma senza dissestare le economia dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ..!!
Cari Amici,
Vi comunico che il 3° volume della Collana Documenti del CESI sarà presentato mercoledì 19 giugno alle ore 18.00 presso il Salone del Tempio di Adriano, Camera del Commercio di Roma, Piazza di Pietra.
Con successiva comunicazione Vi faremo avere il programma che prevede interessanti interventi di varie personalità politiche e della cultura.
Contiamo sulla Vostra presenza.
Con viva cordialità.
On. prof. Gaetano Rasi