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Dopo una lunga malattia, è scomparso questa notte il Presidente de La Destra Teodoro Buontempo. L’Istituto Biggini si stringe ai familiari, partecipando al loro immenso dolore.

Di seguito pubblichiamo un articolo tratto da Il Giornale d’Italia

Il segretario de La Destra, Francesco Storace: “La splendida famiglia del nostro presidente e noi tutti perdiamo un esempio, un punto di riferimento per chi ancora crede nei valori”

Il leone si e’ spento combattendo fino all’ultimo. Questa notte, alle 4,30, Teodoro Buontempo e’ salito in cielo, circondato dall’amore della sua splendida famiglia.
Il presidente de La Destra era stato colpito da una grave malattia e ricoverato presso una clinica romana.
Sarà la sua famiglia a informare tutta la comunità sull’ultimo saluto.

“Sapere che Teodoro Buontempo non c’e’ più e’ un dolore enorme per ogni uomo di destra e soprattutto per i militanti de La Destra”: lo dichiara il segretario nazionale del partito, Francesco Storace.
“La splendida famiglia del nostro presidente e noi tutti perdiamo un esempio, un punto di riferimento per chi ancora crede nei valori, per chi e’ contaminato dalla forza della passione, dal valore dell’onesta’, dalla fede e dall’onore”

Per chi avesse voglia – una visita all’ottimo sito di storia: http://www.tuttostoria.net/focus_recensione_storia_contemporanea.aspx?ID=712

Quest’anno come ogni anno l’Associazione Campo della Memoria ha organizzato per l’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale (2 Maggio 1945)  la commemorazione in onore dei Caduti sul fronte pontino nella battaglia per la difesa di Roma, ci ritroveremo tutti al Campo della Memoria a un mese dalla sacrilega profanazione di ignoti teppisti, portate una rosa ai nostri Caduti.

PROGRAMMA DEL 25 APRILE 2013

Ore 9,30Cippo di Campoverde (s.s.148) Commemorazione presso il primo monumento eretto negli anni’60 a ricordo dei marò del Barbarigo e dei parà della Folgore e del Nembo Caduti nella difesa di Roma.

Ore 10,30 – Campo della Memoria (Nettuno Via Rocca Priora trav. Via dei frati)

· Ingresso in corteo al Campo con alla testa bandiere e labari;

· S.Messa in rito tridentino celebrata da Don Fausto Buzzi della Fraternità S. Pio X di Albano;

· Interventi della Ausiliaria Fiamma Morini del Btg Lupo e del Prof. Augusto Sinagra.

Ore 13,00 – Riunione conviviale presso il Ristorante Gattopardo, Via Bengasi, 4 – Anzio (tel.98340052) al prezzo di € 20.

Per prenotazioni inviare una mail a campomemoria@tiscali.it o un fax al 0664721096.

Vi aspettiamo !

ASSOCIAZIONE CAMPO DELLA MEMORIA

ASS. COMBATTENTI X FLOTTIGLIA MAS – RSI

Prende il via da giugno l’ iniziativa di solidarietà generazionale sostenibile che il settore del
credito ha avviato con la costituzione di un proprio Fondo nazionale per il sostegno
dell’occupazione (F.o.c., istituito dall’Abi).
L’emergenza occupazionale nel nostro Paese è aumentata ai massimi livelli dal dopoguerra ad oggi e rischia di peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi.
Le condizioni del mercato del lavoro si sono indebolite sulla scia della crisi economica e finanziaria ed il tasso di disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, sta aumentando a livelli vertiginosi: i dati sono così noti che è inutile richiamarli.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel documento “Global trend – Preventing a deeper job crisis” prevede che alle porte non bussa una ripresa, ma un decennio in cui la disoccupazione diverrà una emergenza sociale strutturale.
Non è stata peraltro di aiuto la riforma Fornero del mercato del lavoro che sta determinando, in una situazione di per se già drammatica, una ulteriore sostanziale irrigidimento del sistema, in controtendenza rispetto a quanto richiesto dalle imprese e dalla stessa Unione Europea soprattutto in materia di occupazione.
Il mercato del lavoro è rimasto rigido ed il quadro complessivo delle regole ha reso ancora più pesante il costo del lavoro: molte misure si sono infatti tradotte esclusivamente in un aggravio di oneri per le imprese senza alcuna facilitazione sul piano di flessibilità di utilizzo del personale.
Come risultato, si tende a ricorrere sempre meno alle assunzioni di giovani con i contratti
cosiddetti “atipici”, nel timore di una loro trasformazione in contratti a tempo indeterminato,
ampliando d conseguenza la forbice del mercato “duale”, da una parte i lavoratori iperprotetti e dall’altra i giovani, passati ormai dallo stato del “precariato” a quello della cronica disoccupazione.
In questo scenario economico e sociale difficilissimo, le Parti sociali, spinte dalla necessità di individuare soluzioni idonee ad affrontare l’emergenza in atto e nella convinzione che è più nelle loro mani che in quelle della politica la risorsa “lavoro” come fattore trainante della crescita, hanno stipulato negli ultimi due anni accordi quadro destinati a cambiare radicalmente le modalità del confronto sindacale, definendo nuove regole vuoi per le questioni dell’efficacia erga omnes dei contratti e della misurazione della rappresentatività dei sindacati o vuoi per l’individuazione delle azioni necessarie per il recupero di competitività e produttività delle nostre imprese rispetto ai mercati internazionali.
Con l’accordo sulla produttività del novembre scorso, le Parti sociali, tra l’altro, hanno posto con urgenza immediata il tema della “solidarietà intergenerazionale”, visto che, oltretutto, la riforma pensionistica ha praticamente azzerato, per i prossimi tre o quattro anni, ogni gradualità di accesso alla pensione dei lavoratori ultrasessantenni, inibendo di fatto il ripristino anche di quel minimo turn over naturale dato dall’inserimento di giovani in sostituzione delle uscite per pensionamento dei lavoratori anziani.
In questo senso si deve leggere l’ iniziativa di solidarietà generazionale sostenibile che il settore del credito ha avviato con la costituzione di un proprio Fondo nazionale per il sostegno dell’occupazione (F.O.C.) che prende avvio dal prossimo mese di giugno.
Il F.O.C., istituito dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dai sindacati di categoria CGIL, CISL e UIL e dalla FABI, il potente sindacato autonomo dei bancari, ha lo scopo di favorire la creazione di nuova e stabile occupazione e di garantire una riduzione dei costi per un periodo determinato alle imprese del settore che procedono alle assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato.
Il Fondo è alimentato, per un periodo sperimentale di cinque anni (2012 – 2016), esclusivamente dai contributi dei lavoratori (aree professionali, quadri e dirigenti), fissati nella misura di una giornata lavorativa annua pro-capite e, nella misura del 4% della retribuzione fissa netta, anche dai cosiddetti “vertici apicali” e dalle altre figure “più rilevanti aziendalmente” che percepiscono una retribuzione annua pari o superiore a 300.000 euro.
Il Fondo provvederà ad erogare alle aziende, per un periodo di tre anni, un importo annuo pari a 2.500 euro per ciascun lavoratore che sia assunto con contratto a tempo indeterminato e che si trovi in una condizione di svantaggio sociale, come essere, ad esempio, un giovane o una lavoratrice disoccupati.
L’incentivo alle aziende sarà erogato anche nei casi di stabilizzazione dei lavoratori con contratti diversi da quello a tempo indeterminato, come ad esempio contratti a termine, di inserimento, a progetto o di somministrazione.
La gestione del Fondo è assicurata per il tramite dell’Ente bilaterale nazionale Enbicredito, i cui organismi di governo si sono insediati il 26 marzo scorso. In tale occasione il Comitato di Gestione ha stabilito le modalità ed i tempi per i versamenti dei contributi dei lavoratori dipendenti al Fondo, che per gli anni 2012 e 2013 dovranno essere effettuati entro il 31 maggio p.v., al fine di avviare l’erogazione degli incentivi alle aziende che procedono a nuove assunzioni.
L’ intesa tra ABI e sindacati per la costituzione di questo fondo di solidarietà generazionale tra lavoratori occupati e giovani disoccupati rappresenta una iniziativa assolutamente innovativa nel panorama della contrattazione collettiva nazionale, che è auspicabile venga rapidamente estesa, per il tramite delle Parti sociali, anche agli altri comparti economici del Paese

Un episodio di violenza dimenticato che permise l’affermazione del fascismo in Val di Chiana

di Pietro Cappellari

 

La Primavera del 1921 fu una “Primavera di sangue” per quell’Italia così lontana nel tempo, come dai ricordi. Il 15 Maggio, infatti, era previsto il rinnovo della Camera dei Deputati. Gli opposti schieramenti si erano dati appuntamento nelle piazze del nostro Paese per una resa dei conti dopo due anni di violenze generalizzate compiute dai sovversivi in vista della agognata rivoluzione “liberatrice” del proletariato, quella bolscevica, naturalmente.

Il Biennio Rosso (1919-1920) si è era concluso con un bilancio del tutto negativo, dovuto alla fallimentare gestione politica della dirigenza del PSI che aveva predicato il prossimo avvento del “sol dell’avvenire” senza avere adeguatamente preparato le masse a una vera e propria insurrezione, tanto questa sarebbe scoppiata da sé, senza alcuna necessità di organizzarla. L’unico risultato concreto che si era raggiunto – di là della storica, quanto inutile, vittoria elettorale del Novembre 1919 – era quello di aver creato in tutta Italia un clima pre-insurrezionale, condito da scioperi, occupazioni di terre e di fabbriche, ammutinamenti di truppe, violenze generalizzate (durante le quali si erano registrati anche alcuni morti). Lo Stato pareva in balia di queste agitazioni diffuse, anche se non erano mancati veri e propri eccidi proletari condotti dalle forze dell’ordine durante la repressione dei moti.

Già nell’Autunno del 1920, durante la campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli Comunali, erano apparse in diverse contrade italiane delle Squadre d’azione allestite dai Fasci di Combattimento per rintuzzare ogni violenza massimalista e incominciare a contendere fisicamente le piazze ai socialisti.

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Sono appena rientrato in Italia dopo una lunga permanenza all’estero; sono stanco e, quindi, con poca voglia di riordinare i miei documenti, di conseguenza per questa volta, diversamente dal mio solito citerò i documenti solo, come si suol dire, a braccio.

Quando partii lo scorso novembre, lasciai l’incarico per curare l’ordinaria amministrazione (pagare le bollette, ritirare la posta, ecc.) a mia figlia Ursula e a mia nipote Chiara, ammonendo, però, di non pagare assolutamente l’iniquo abbonamento alla televisione. Perché? Sono disgustato dal modo vigliacco (è il termine adatto) di bollare un fatto storico che pure ha scritto pagine per Vent’anni nella nostra storia.

Viviamo, come tutti possiamo amaramente constatare, in una lunga, lunghissima fase storica, che senza tema di essere smentito, risale al 1945, data nella quale i vincitori della seconda guerra mondiale ci imposero un sistema di vita che non è quello nostro, europeo, cristiano, romano. Nessuno oggi può negare che siamo governati da una cricca di ladri, corrotti e corruttori, assassini, pedofili, mafiosi, camorristi, stupratori, bestemmiatori, maramaldi, burattini, traditori-voltagabbana e, mi ripeto, di vigliacchi e tutta questa cricca all’unisono tesa a convincere gli italiani che il Fascismo fu il male assoluto. Ho usato due volte il termine vigliacchi a ragion veduta e mi spiego. Pur essendo lontano dall’Italia avevo modo, da perfetto masochista, di seguire in televisione le notizie italiane, ebbene – ma questo è solo un esempio fra le decine di migliaia – cito solo due figure nell’immenso firmamento dei giornalisti strapagati dalla RAI/Tv: Corrado Augias e Gianni Minoli, quest’ultimo con la sua Storia siamo noi, titolo che dovrebbe essere cambiato in La storia la inventiamo noi. I due giornalisti su citati, avvalendosi di un monopolio dittatoriale sull’informazione trasformano la storia ad uso della casta di cui sono i camerieri, operando per l’alterazione della storia, cosa necessaria affinché gli italiani si convincano che il male assoluto sia stato tale. Che quanto scrivo corrisponda a verità è dimostrato dal fatto che da decenni su ogni organo di informazione si tratta del Ventennio e mai, e mi rivolgo, per la conferma, a voi amici lettori, che dall’altra parte della scrivania o del pubblico avete mai visto qualcuno che si alzi e osservi: <Ma che caz2o dite? La verità è esattamente opposta!>. Un esempio, ma ripeto, solo uno fra i centomila casi e più, e non davvero il più eclatante, e chiedo: <Qualcuno di voi che mi legge ha visto la recente fiction su Trilussa?>. Ebbene, falsificando date, località e fatti i reucci della menzogna hanno trasformato il poeta romanesco in un antifascista. Ma quando mai! Detti soggettini quotidianamente scaricano su quel Morto ogni malignità possibile; se le inventano tutte fregandosene di cadere anche nel ridicolo. Qualche esempio? Nessuno lesse su Focus di qualche tempo fa che “Mussolini aveva il pene freddo e pertanto era costretto a ripararlo in un sacchetto di pelo di coniglio cucito nelle mutande, oppure: Mussolini era un omosessuale perché inneggiava alla maschia gioventù. Di contro avete mai visto Mussolini inaugurare (senza che mai nessuno rubasse un centesimo dalle tasche dei cittadini) una delle decine di città che sorsero miracolosamente in quel periodo? E visto che stiamo vivendo una lunga fase di crisi congiunturale, chiedo: avete mai visto che qualcuno di detti camerieri di regime abbia mai illustrato in che modo fu superata in Italia la ben più grave crisi causata dagli attuali liberatori, nel 1929?

Visto che siamo in fase di grave crisi, perché i due giornalisti sopra citati, non ricordano come l’Italia sotto il male assoluto affrontò quel cancro? Oggi, in regime democratico quante persone si sono, per disperazione suicidate? Recenti fonti ufficiali parlano di più di 150 suicidi. Perché non fare un confronto con quei cittadini, poveri infelici, che vissero sotto il crudele tiranno? Ebbene,  allora quanti suicidi si verificarono? Ecco, e quanto segue è dedicato ai signori Minoli e Augias.

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Importante successo editoriale della Delegazione di Mantova della Fondazione RSI

A poco più di un anno dalla prima edizione, la Delegazione di Mantova della Fondazione della RSI – Istituto Storico ha ristampato lo studio di Pietro Cappellari su La Fatima della RSI. Maggio 1944: le apparizione mariane di Ghiaie di Bonate, tra speculazione politica e realtà storica.

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Evoliani 2010, Arktos) con:

Giovanni Sessa saggista, segretario Scuola Romana di Filosofia politica

Gianfranco de Turris saggista e giornalista, segretario Fondazione Evola

Dario Evola docente Estetica Accademia BB.AA. di Roma

Vitaldo Conte saggista, docente Accademia BB.AA. di Roma

FORO 753: Roma via Beverino 49 _ giovedì 11 aprile 2013, ore 21

Da notizie di stampa si è appreso che le Medaglie d’Oro al Valor Militare di Ettore Viola e di Nazario Sauro, Eroi pluridecorati della prima guerra mondiale, custodite presso il Museo del Vittoriano, sono state trafugate.

Il valore venale dei cimeli non può eguagliare in alcuna maniera il loro Valore storico per la Patria, e simbolico e affettivo per le famiglie che le hanno donate al museo.

Inoltre, qualora la notizia rimanesse sconosciuta ai più, tali Medaglie potrebbero acquisire un elevato valore numismatico sul mercato delle militaria.

Al fine di evitare che ciò accada, l’Istituto del Nastro Azzurro è chiamato, nella sua interezza, cioè tramite tutte le Federazioni, le Sezioni, i Gruppi e i singoli Soci, a fare opera di divulgazione della notizia, anche coinvolgendo la stampa locale e utilizzando internet, affinché chi si fosse impossessato fraudolentemente delle Medaglie dei due Eroi, non possa speculare in nessuna maniera sul valore di oggetti notoriamente di provenienza furtiva.

Le Federazioni si sono in gran parte già messe e si metteranno ancora a disposizione delle Forze dell’Ordine, in particolare dell’Arma dei Carabinieri, allo scopo di fornire, qualora richiesta, consulenza sui ritrovamenti di materiale di origine furtiva che possa essere in qualsiasi maniera collegato a cimeli storici e militari.

L’associazione Voltar pagina e il Sindacato libero scrittori italiani

sono lieti d’invitarla alla presentazione dell’opera di Piero Vassallo

Un treno nella notte filosofante

edizioni Solfanelli

Venerdì 12 Aprile 2013 ore 17

Salone delle feste

Palazzo imperiale secondo piano – ascensore

Piazza Campetto 8a – Genova

Insieme con l’autore, coordinati da Miriam Pastorino, interverranno:

 Paolo Mangiante, Emilio Artiglieri, Paolo Deotto

organizzazione a cura di Beatrice Iasiello cell. 39349397206 email: beatrice.iasiello@gmail.com

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