Blog

Scrivo questo articolo in occasione della ricorrenza del terremoto che alcuni anni fa distrusse L’Aquila e ancora in stato di distruzione. Mi avvalgo di una mail inviatami da Marco (non sono autorizzato ad indicare per intero legeneralità, quindi mi avvalgo di indicare solo il nome). La mail è un insieme, forse esagerato, di esaltazioni dei miei lavori, ma assicuro il lettore che non è questo il motivo che presento detta mail, ma questa è un compendio dei miei pensieri sull’operato di Benito Mussolini. Questo è il motivo che la propongo al Direttore del giornale con il quale collaboro.

GENTILISSIMO SIG. GIANNINI ,

MI CHIAMO MARCO , HO 40 ANNI E SONO DI FRANCAVILLA FONTANA ( BRINDISI ) .

HO AVUTO IL PIACERE DI LEGGERE ALCUNI DEI SUOI BELLISSIMI LIBRI SU MUSSOLINI , OVVERO SULLA CONTROSTORIA DI MUSSOLINI .

TROVO DAVVERO INGIUSTO CHE TUTTO CIO’ CHE E’ STATO FATTO DAL DUCE NEL VENTENNIO SIA STATO CELATO PER VOLONTA’ POLITICA PERCHE’ ” SCOMODO ” E PERCHE’ IL CONFRONTO IMPALLIDIREBBE  .

TROVO CHE LA LUNGIMIRANZA  DI MUSSOLINI NEL PREVEDERE CHE SAREMMO DIVENTATI UNA ” COLONIA ”  SI E’ AVVERATA : TUTTO IL MONDO  CI HA DEPREDATO DI TUTTE LE RICCHEZZE DI CUI POTEVAMO ESSERE FIERI ( MI RIFERISCO ALLA VENDITA DI  MOLTISSIME AZIENDE INDUSTRIALI , FAMOSI   MARCHI ITALIANI … ) CEDUTI  A  STRANIERI DI TUTTO IL MONDO ; E POI  IMMIGRAZIONE NON CONTROLLATA CON CONSEGUENTE DISOCCUPAZIONE , POVERTA’, DELINQUENZA E   DECADIMENTO GENERALE DELLA NOSTRA BELLA NAZIONE UN TEMPO RISPETTATA E CONSIDERATA .

TROVO CHE L’ EGOISMO , IL MENEFREGHISMO  E GLI ARRICCHIMENTI PERSONALI DELLA POLITICA SIANO LA CAUSA DI TUTTO CIO’ .

IL LAVORO , CHE DOVREBBE ESSERE UN DIRITTO SANCITO DALLA COSTITUZIONE , NON E’ AFFATTO CONSIDERATO E LA GENTE ARRIVA ANCHE AL  SUICIDIO  PER LA MANCANZA DI ESSO , MA IN CHE MONDO SIAMO ?

VORREI TANTO VEDERE QUEI TANTI “POLITICANTI” RIMANERE SENZA UN LAVORO E VIVERE DI STENTI TUTTA LA VITA , LE PARE GIUSTO ? IL LAVORO E’ ANCHE DIGNITA’.

IO PER FORTUNA SONO UN DIPENDENTE PUBBLICO, LAVORO COME INFERMIERE A TEMPO INDETERMINATO  IN OSPEDALE E COL MIO MODESTO STIPENDIO NON POSSO LAMENTARMI , NON PRETENDO NULLA DI PIU’ .

ODIO QUESTO MODO DI ACCAPARRARSI LA RICCHEZZA A QUALSIASI COSTO E CON TUTTI I MEZZI ED ESCLUDERE LE CATEGORIE DI PERSONE ONESTE ED UMILI CHE PAGANO LE TASSE E NON HANNO NESSUN AIUTO DALLO STATO. PER NON PARLARE POI DELLE ASSOCIAZIONI CRIMINALI COME LA  NDRANGHETA E LA MAFIA CHE SE ESISTONO  E’ PER COLPA ESCLUSIVA DELLO STATO CHE HA LASCIATO PROLIFERARE SENZA BLOCCARE L’INNARRESTABILE CONTROLLO DEL TERRITORIO DA PARTE DI QUESTE BANDE  CRIMINALI CHE CON LA CORRUZIONE SOPRATTUTTO HANNO ROVINATO IN MANIERA IRREFRENABILE IL SISTEMA .

PROVO TANTO RANCORE  CHE IL CAPITALISMO , LA CORRUZIONE , IL LIBERISMO  ABBIANO PORTATO A CONSEGUENZE CHE MUSSOLINI AVEVA GIA’ PREVISTO NEGLI ANNI DEL SUO GOVERNO ( LA SUA ERA DAVVERO LUNGIMIRANZA )  .

CI SIAMO ROVINATI ANCHE  PER L’ EURO OVVERO PER LA MANCANZA DI CONTROLLO SULL ECONOMIA NAZIONALE ( SOVRANITA’ MONETARIA ) , E L’ ITALIA E’ IL PAESE DELLE OPERE INCOMPIUTE QUANDO PENSANDO AL VENTENNIO ERA TUTTO  UN CANTIERE E SI FONDAVANO CITTA’ INTERE NEL GIRO DI DUE ANNI E OPERE PUBBLICHE COLOSSALI IN POCHI MESI IN ITALIA E NELLE COLONIE ( VIENE DA CHIEDERSI MA ALLORA C’ ERA ENORME DISPONIBILITA’ DI DENARO CHE POTEVA ESSERE IMPIEGATO PER RISANARE LO STATO DELLE CARENZE DI OPERE PUBBLICHE ; QUESTO OGGI E’ IMPENSABILE  PERCHE’ LA RICCHEZZA E IL MONOPOLIO  E’ NELLE MANI DI POCHI E LA POLITICA UTILIZZA IL DENARO PER SCOPI EGOISTICI E PRIVATI CON SPRECHI DI DENARO PUBBLICO, QUEL DENARO PUBBLICO CHE MUSSOLINI DEFINI’ “SACRO” , PROVENIENTE DAL SUDORE DELLA FRONTE  E CHE MAI DOVEVA ESSERE SCIUPATO!).

PECCATO CHE NON CI SIA UNA VIA DI USCITA; FINCHE’ ESISTERA’ LA DEMOCRAZIA NON FUNZIONERA’ MAI NIENTE , E UN ALTRO MUSSOLINI NON CI SARA’ PIU’ : FARANNO DI TUTTO PER CELARE PER SEMPRE LA VERITA’ STORICA DEL VENTENNIO E I SUOI BUONI PROPOSITI ; CI VORREBBE DAVVERO UNA VERA RIVOLUZIONE MA CIO’ NON AVVERRA’ MAI, CI SONO TROPPI INTERESSI PERCHE’ TUTTO RIMANGA COSI’ COM ‘E’ …

DAI  SUOI LIBRI HO APPRESO MOLTE NOTIZIE  SCONOSCIUTE ED INEDITE , CONGRATULAZIONI. LIBRI COME I SUOI NE HO TROVATI POCHI IN GIRO, BISOGNA AMMETTERE LA VERITA’ STORICA COME FA LEI , BISOGNA ESSERE ONESTI E DI COSCIENZA; ANCHE QUESTO VOLEVA MUSSOLINI; “L’ UOMO NUOVO” INTESO COME  L’ UOMO NON CORROTTO, ONESTO, RESPONSABILE, SERIO E PRECISO … PROPRIO COME ERA LUI , LEI COSA NE PENSA?

(altro…)

Mercoledì 16 aprile 2014 a Milano alle ore 21 l’AESPI, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Volontari di Guerra, presso la sede di quest’ultima (via Duccio Boninsegna, 21-23) ricorderà la figura di Giovanni Gentile, nel 70° anniversario della morte (Gentile fu assassinato il 15 aprile 1944).
Come molti ricorderanno, al noto filosofo e grande Ministro l’AESPI dedicò un Corso/Convegno nell’ottobre 2003 (c’è ancora qualche copia disponibile degli Atti, pubblicati dalla rivista “Umanesimo del Lavoro”).
Si sollecita una partecipazione numerosa e si invita a segnalare e divulgare l’iniziativa.

Per l’AESPI: Giuseppe Manzoni di Chiosca

Il 10 Aprile 2014, nel 70° Anniversario del sacrificio per la Patria degli equipaggi degli Aerosiluranti della RSI, il Reparto di Perugia dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia ha reso omaggio al monumento agli aviatori dell’aeroporto perugino “San Francesco”. L’affollata cerimonia, organizzata dall’instancabile Claudio Pitti, Comandante del Reparto A.N.A.I., ha voluto ricordare gli uomini del Cap. Carlo Faggioni che, proprio dall’aeroporto di Perugia, partirono quel 10 Aprile 1944 per una missione senza ritorno contro le navi angloamericane a largo di Nettunia.
Al termine della cerimonia un gustoso fuori programma. Giungeva in visita privata in Italia il Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joachim Gauck. Il corteo presidenziale alla vista dei numerosi partecipanti alla manifestazione patriottica rallentava per osservare la bandiera della RSI che garriva sul monumento. Alcuni hanno salutato lo stupefatto Presidente germanico prima che il corteo presidenziale riprendesse la marcia con destinazione ignota.

Ufficio Stampa
Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia

Ad un anno dalla sua scomparsa vogliamo ricordare il nostro amico Daniele Lembo, con una serata a lui dedicata, che abbiamo deciso di intitolare “PENSANDO AD UN AMICO”, presso la sede dell’Associazione Culturale Passepartout in via Corridoni 78 a Latina, venerdi 11 aprile alle ore 18.30 .

Sulle orme del suo carattere vorremmo ricorde Daniele con una serata serena e spensierata, saremmo felici di condvidere l’ appuntamento con tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato.

Daniele Lembo è stato pubblicista, saggista e grande studioso della storia del 900, a questo proposito invitiamo tutti a visitare il suo sito (www.danielelembo.altavista.org) dove sono raccolti tutti i suoi scritti, affinchè il suo lavoro di ricercatore storico possa essere utile anche dopo la sua scomparsa.

 

Ass. Cult. Passepartout

Cosa sono le c.d. riforme. I punti delle proposte
Per facilitare l’inquadramento della problematica oggi sul tappeto, riteniamo utile riassumere qui di seguito i punti essenziali, finora posti sul tappeto programmatico, delle proposte definite come riforme necessarie per l’ammodernamento del sistema politico vigente e il superamento della perdurante crisi economica.
Contro ogni logica si vuol affermare da parte delle forze che sostengono l’attuale governo che con esse si sarà in grado di risolvere le gravi problematiche politiche sociali ed economiche che oggi attanagliano il Paese. Gli articoli che seguono mettono invece in luce come esse siano tutte oltre che insufficienti, gravemente dannose per il futuro dell’Italia.

(altro…)

La miopia del FMI e le armi spuntate della BCE
Mentre in Italia l’opinione pubblica è disorientata dall’attivismo del premier Matteo Renzi e tutti i mass media si interrogano su come egli manterrà le promesse fatte e i programmi proclamati, il dibattito si incentra sulle cosiddette riforme facendole passare per una panacea in grado di risolvere la crisi economica.
Non c’è dubbio che l’Italia attraversi un periodo di profondo disorientamento e di diffuso rigetto del sistema politico vigente sia a causa della invadente e farraginosa legislazione che l’affligge sia perché in balia di una classe dirigente demotivata o improvvisata e spesso anche corrotta. Tutto ciò favorisce un forte desiderio di cambiamento che però ancora non viene individuato in quale direzione esso debba andare. Ci si trova infatti di fronte ad un governo che crea aspettative di svolta epocale e di rinnovo generazionale, ma trascura i veri problemi di politica economica e sociale mentre affronta con pericolose improvvisazioni le problematiche costituzionali che pur abbisognano di radicali mutamenti.
Infatti, le promesse riguardanti poche decine di euro in più sui salari mensili, i cosiddetti risparmi del tutto marginali per la vendita di vecchie auto ministeriali, una nebbiosa spending review dai risultati oltre che incerti, anche modesti e prolungati nel tempo non costituiscono affatto quella politica economica globale e programmata che sarebbe necessaria perché l’Italia possa riprendere il cammino dello sviluppo al quale il suo popolo laborioso ha diritto.
Il CESI ha effettuato alcune puntuali analisi in materia di politica economica cogliendo l’occasione delle dichiarazioni fatte da parte di chi regge superficialmente le sorti del Fondo Monetario Internazionale e da chi, pur personalmente valido ed impegnato a dirigere al meglio la BCE, è costretto ad operare condizionato dagli statuti UE e dagli egoismi di chi dall’Unione vuol trarre esclusivi e non comunitari vantaggi. Naturalmente la problematica va ulteriormente approfondita e quindi il CESI fa appello agli studiosi e a coloro che sono attivamente impegnati nella quotidiana battaglia politica perché contribuiscano ad approfondire la problematica incombente.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- Superficialità nelle valutazioni del vertice FMI e i danni di una dottrina superata
Manca una vera e unitaria politica economica di Gaetano Rasi

- Lagarde: sulle donne parla a vanvera
La sparata del Direttore Generale del FMI di Ugo Bertone

- Con la sola buona volontà di Draghi non si risolve la crisi
La BCE deve finanziare direttamente gli Stati della UE di Gaetano Rasi

Clicca qui per scaricare il bollettino completo

Una figura poco declamata e invece estremamente importante nel Ventennio, e che diventa cruciale nel 1945

da Il Giornale d’Italia

Carlo Alberto Biggini è uno dei devotissimi di Mussolini.

Si avvicina molto presto al Fascismo: nell’ottobre del 1920 aderisce infatti alle Avanguardie Giovanili del fascio e nel 1925 al Manifesto degli Intellettuali Fascisti.

A metà degli anni Venti frequenta la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Genova.

L’adesione al PNF è del 1928. Fervido sostenitore di Gentile, è anche convinto fautore del corporativismo fascista.

Nel suo volume “Il fondamento dei limiti all’attività dello Stato” del 1929, quando ha 27 anni, arriva ad identificare il diritto privato con il diritto pubblico.

Nel 1934 è eletto deputato e nominato membro della corporazione olearia in rappresentanza dei lavoratori dell’agricoltura. Nonostante Biggini sia oggi tra i personaggi meno declamati del Fascismo, la sua figura è affascinante e certamente tra le più interessanti, sotto molti punti di vista.

Nonostante egli abbia buoni rapporti con tutti, in seno al PNF, nel 1935 è oggetto di polemica da parte di Danese, direttore dell’Opinione di Sarzana. Una piccola bega locale, a dire il vero, che però incentra la sua attenzione sul fatto che Biggini in una conferenza ha sostenuto che il fascismo non costituisce una completa cesura con il liberismo. La polemica giunge fino a Mussolini, che non dà alcun peso alla vicenda.

Nel 1937 è membro parlamentare per la riforma dei codici, presidente di commissione nell’Istituto di Rapporti Culturali con l’Estero, presidente del Consiglio direttivo delle scuole superiori del partito, consulente giuridico del Ministero Affari Esteri per l’Albania. Nel 1939 è Consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

Partecipa alla Campagna d’Africa e a quella di Grecia, è ispettore generale del Partito Nazionale Fascista. Nel 1943 Ministro dell’Educazione Nazionale, membro del Gran Consiglio e del Direttorio Nazionale del Partito.

Come ministro il suo proposito è di riformare la scuola accentuandone il carattere selettivo, intende istituire il giudizio globale al posto della votazione, accrescere lo studio del latino ed inserirlo in tutte le scuole medie superiori ad indirizzo tecnico e professionale.

Carlo Alberto Biggini non ama le lotte interne al fascismo: crede fermamente nella necessità di conservare l’unità della classe dirigente, crede nella fedeltà agli uomini e alle idee. Inoltre è estremamente devoto a Mussolini. Quindi durante la seduta del 25 luglio ’43, non firma l’ Ordine del Giorno Grandi, contestandone la validità giuridica. Riafferma la sua lealtà a Mussolini ed esprime dubbi circa il fatto che gli oppositori del Duce possano scindere le proprie responsabilità da quelle del loro capo. Grandi, nella replica finale, dedica alla posizione di Biggini una certa attenzione. Il Duce lo incarica di redigere un memoriale atto a dimostrare l’incostituzionalità e l’irrilevanza giuridica del voto del Gran Consiglio, che porta con sé quando si reca dal Re.

Quando il Duce chiama, Biggini è a Viareggio con la famiglia. È il 21 settembre 1943. Il 23 diventa Ministro dell’Educazione Nazionale della Repubblica Sociale Italiana. Nel dicembre dello stesso anno, sottopone a revisione i ruoli degli insegnanti universitari e liberi docenti e ottiene che gli insegnanti siano esonerati dal giuramento di fedeltà alla RSI. Questo gli procura delle noie: Pavolini lo accusa di debolezza e complicità morale con i nemici della RSI e fa di Biggini un esponente della cosiddetta “ala conciliativa” del governo, che non dispiace a Mussolini. Nel giugno 1944 sopprime la scuola media e la sostituisce con tre classi di ginnasio, dopo le quali si può accedere direttamente ai licei classico, scientifico, artistico e magistrale. Inoltre, introduce un corso di lingue straniere in tutte le classi del liceo classico e prevede la possibilità di accedere ai licei anche provenendo dall’avviamento, con un esame integrativo. Introduce poi la lingua latina in tutti i licei, compreso l’artistico che ne è privo. Rilevante anche la sua opera a difesa del patrimonio artistico ed industriale nazionale. Grande è il suo ruolo quando si avvicinano i giorni dell’epilogo … (continua)

Emma Moriconi

Nel centenario della nascita di Giorgio Almirante:
Una anticipazione riguardante la costruzione di una nuova identità
Il giorno 24 marzo a Roma, nella sala Capranichetta di Piazza Montecitorio, nel Centenario della nascita di Giorgio Almirante (1914-2014), ad opera di Geremia Mancini, Segretario Confederale della Ugl, si è presa occasione del contemporaneo 64° anniversario della nascita della Cisnal (24.3.1950) per tenere una manifestazione dal titolo “Giorgio Almirante e la Cisnal”.
Sono intervenuti come relatori il Presidente del CESI prof. Gaetano Rasi, il sen. avv. Romano Misserville, il giornalista Massimo Magliaro (già capoufficio stampa di Almirante) e il prof. Roberto Chiarini (docente di storia contemporanea e dei partiti all’Università Statale di Milano). Hanno inoltre rivolto saluti e svolto commenti il Segretario Nazionale dell’Ugl Giovanni Centrella e la dott. Giuliana de’Medici.
Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’intervento di apertura del prof. Rasi che – oltre a contenere interessanti riferimenti storici ed attualissimi spunti per la soluzione delle problematiche attuali – costituisce una anteprima del primo volume della sua opera Il Progetto Politico Alternativo (Msi-Msi-dn –An), che è in corso di pubblicazione.
Già il titolo dell’intervento di Rasi: “Msi e Cisnal: la comune costruzione dell’identità” (che fa riferimento all’ideologia che si è andata formando nel primo ventennio della vita delle due organizzazioni, quella politica e quella sindacale), indica una serie di contenuti spesso trascurati nell’interpretazione di un pensiero e di una azione che vanno aldilà della contingenza storica.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

Centenario della nascita di Giorgio Almirante (1914-2014)
Msi e Cisnal: la comune costruzione dell’identità di Gaetano Rasi

Clicca qui per scaricare il bollettino completo

Il sistema vigente determina il non funzionamento dello Stato
Questo numero de Il Sestante è dedicato a riflessioni di diversa natura e vuol essere l’espressione – pur legate da un sottile comune intento – della varietà degli stati d’animo procurati dall’attuale fase politica. Chi attualmente ha la responsabilità del governo del nostro Paese mescola precipitose intenzioni di radicali riforme senza tener conto delle forti insoddisfazioni che pervadono la società nazionale. Ancora una volta emerge come nel mondo contemporaneo, più che nel passato, a causa della Costituzione materiale il sistema politico determini il non funzionamento delle strutture statali e il profondo disorientamento dei cittadini.
Le analisi che seguono colpiscono settori che dovrebbero costituire le articolazione di un organico sistema, mentre invece diventano nella pratica del regime vigente in Italia, di volta in volta solo argomenti di aspre lamentele, costantemente caratterizzate da caducità e precarietà rispetto ai fatti che dovrebbero aver luogo..
Ciascuno degli autori che qui si esprimono affronta con riflessioni particolari problematiche incombenti: il prof. Carlo Vivaldi-Forti sottolinea l’insofferenza per una sostanziale illegalità legata alla metodologia derivante dal vecchio totalitarismo di origine marx-lenilista; lo scrittore Bozzi Sentieri, pone l’accento sulla improvvisazione dell’effervescenza renziana che emerge in particolare, dopo la visita in Germania, nel non conoscere l’intima ragione sociale del successo economico tedesco; il prof. Vincenzo Pacifici, ci ricorda con una nota di carattere storico come deve essere inquadrata la questione riguardante la riorganizzazione degli enti locali ed in particolare dei Comuni posti oggi di fronte a necessari collegamenti funzionali per far fronte alle esigenze dell’attuale complessa evoluzione della società.
Infine, il prof. Lucio Zichella, come studioso di filosofia e di antropologia, riflette in una lettera al CESI sugli equivoci contenuti nelle espressione “bicameralismo perfetto” in un momento in cui si vuole improvvisare una riforma costituzionale senza tener presente la necessità che i cittadini organizzati oggi debbano essere rappresentati in tutti i complessi aspetti del vivere contemporaneo.
Il CESI si riserva nei prossimi numeri di affrontare in maniera organica queste ed altre tematiche in relazione a ciò che in sede parlamentare, oltre che pubblicistica, verrà improvvisato senza valutare le conseguenze e senza tener presente quanto già è stato finora elaborato.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- La manipolazione dei responsi elettorali
Illegalità di Stato e totalitarismo da fronte popolare di Carlo Vivaldi-Forti

-Incontri internazionali senza riflessione sui problemi strutturali
Renzi doveva farsi spiegare dalla Merkel perchè funziona il sistema tedesco di Mario Bozzi Sentieri

- Necessario il potenziamento di servizi consortili
Il Comune: passare dalla passività burocratica ad una funzionalità efficiente di Vincenzo Pacifici

- La ricognizione di un uomo della strada tra storia, logica e linguistica
Dal bicameralismo paritario al vero bicameralismo perfetto di Lucio Zichella

Clicca qui per scaricare il bollettino completo

La guerra civile spagnola 1936-1939 può essere definita a tutti gli effetti, la prova generale del II conflitto mondiale. Infatti la contrapposizione delle future potenze alleate, contro le forze dell’Asse, si manifestò, seppur in maniera diversa, durante il conflitto nella penisola iberica, con la massiccia presenza di forze bolsceviche, nel tentativo da parte di quest’ultime, di accerchiare il mediterraneo, in prospettiva di una comunistizzazione di una ampia area geografica.

L’Italia fascista, partecipò a quella guerra, essenzialmente per tre fattori esterni e contingenti: pesanti pressioni politiche e diplomatiche, soprattutto provenienti dal Vaticano; la diretta, massiccia ingerenza militare e politica dell’Unione Sovietica e la non meno cospicua e rilevante pressione della Francia Social-Comunista entrambe legate da un “Patto d’assistenza reciproca” firmato nel ’35.

Il libro postumo di Alberto Mariantoni, ripercorre quegli avvenimenti in maniera capillare e dettagliata, analizzando i fattori politici, internazionali e le ricadute morali che da quella guerra civile scaturirono.

Alberto Mariantoni, ci ha lasciato un anno e mezzo fa, aveva appena concluso questa sua ultima fatica letteraria. E’ stato collaboratore di varie e prestigiose testate giornalistiche come “Le Figaro”,”Diario de Lisbona”, “Der Spiegel”, “Panorama”, “Radio Vaticana”, “Avvenire”.

Commenteranno ed analizzeranno il libro “La memoria della realtà”, il Prof. Augusto Sinagra, già docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma ed il Prof.Giuseppe Parlato, già docente di Storia Contemporanea nella libera Università “San Pio V” di Roma, nonché presidente della Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice.

 

29 Marzo ore 18 presso l’Associazione Passepartout di Latina, quartiere Nicolosi, appuntamento con la Storia.

Top