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Sessanta anni de “Gli uomini e le rovine”

Un’analisi generazionale.

Fondazione Julius Evola

Scuola Romana di Filosofia Politica

Edizioni Mediterranee

ROMA, Sabato 30 Novembre 2013, ORE 11,00

Sala de “L’Universale” Libreria/Galleria delle Arti 

Via Francesco Caracciolo 12, accanto al mercato Trionfale di Via A. Doria (Metro linea A  fermata Cipro; Bus 490 – 495 – 492 – 913; Tram 19)

Presiede, introduce, modera Gianfranco de Turris, Segretario della Fondazione Evola.

Prima Sessione:

Ore 11,00: Gianfranco de Turris, Presentazione dell’evento e dei relatori.

Ore 11,15: Giovanni Sessa, Le ragioni di un Convegno: Evola negli anni Cinquanta.

Ore 11,30: Primo Siena, “I Figli del Sole tra uomini e rovine”.

Ore 12,00: Nazzareno Mollicone, “Preveggenza e attualità de Gli uomini e le rovine”.

Ore 12,30: Apertura dibattito.

Ore 13,30: Pausa pranzo

Seconda Sessione:

Ore 15,30: Andrea Marcigliano, “Gli uomini e le rovine e la generazione degli   “anni di piombo”.

 Ore 16,00: Alessio de Giglio, “Gli uomini e le (loro) rovine. Note sulla decomposizione”.

Ore 16,30: Giacomo Rossi, “Gli uomini e le rovine: letture da Terzo millennio”.

Ore 17,00: Apertura dibattito

Ore 18,30: Conclusioni e chiusura lavori.

E’ gradita la puntualità.

Per una migliore organizzazione del buffet si prega vivamente confermare la propria presenza, entro e non oltre Giovedì 28 Novembre 2013, a Maurizio Messina: 339/4987052. 

 

Segreteria organizzativa:

Giovanni Sessa

Mail: Sessa_Giovanni@libero.it

0775/435499

333/8289088

A settant’anni dallo storico evento che lanciò i postulati politici e sociali della

Repubblica Sociale Italiana

il ricordo di quei ragazzi che fecero la Storia.

I loro volti, le loro passioni, i loro sogni.

Per comprendere quella generazione che salvò

l’Onore d’Italia!

http://campomarzio.spazioblog.it/181289/I+LEGIONARI+DI+NETTUNIA.+I+caduti+della+Repubblica+Sociale+Italiana+di+Anzio+e+Nettuno+%281943-1945%29.html

Viviamo l’anno 2013; il prossimo novembre sarà l’anniversario dell’enunciazione di quello che viene ricordato come il “Manifesto dei 18 Punti di Verona”. Quanto in esso contenuto è la logica conseguenza delle origini fasciste del 1919: principi che hanno attraversato il “Ventennio”, con un susseguirsi costante di decreti e leggi, di chiarissime finalità sociali, che già allora erano all’avanguardia, non solo in Italia, ma nel mondo intero e senza le quali oggi vivremmo su “palafitte sociali”. Tappa fondamentale di questo processo sono i principi essenziali dell’ordinamento corporativo, espressi e ordinati dalla “Carta del Lavoro” che vide la luce il 21 aprile 1927. La “Carta del Lavoro” portava il lavoratore fuori dal buio del medioevo sociale per immetterlo in un contesto di diritti dove i rapporti fra capitale e lavoro erano, per la prima volta nel mondo, previsti e codificati.

In altre parole, la nascita dello Stato Corporativo rappresentò l’intento di superare sia le angustie imposte dallo Stato liberale, sia le sanguinose illusioni dello Stato sovietico. Questo esperimento, tutto italiano, incontrò vasti consensi presso i lavoratori di tutto il mondo, tanto da spaventare i manovratori della finanza internazionale che avvertì il pericolo mortale e operò per abbattere il Fascismo e le sue idee. Cosa che si verificò con la violenza delle armi.

Il 14 ottobre 1944 Benito Mussolini così sintetizzava, lapidariamente, quei “Punti” i cui aspetti vitali erano le leggi sulla socializzazione delle imprese: <La socializzazione altro non è se non la realizzazione italiana, umana, nostra, effettuabile del socialismo. Dico nostra in quanto fa del lavoro il soggetto unico dell’economia, ma respinge le meccaniche livellazioni di tutto e di tutti, livellazioni inesistenti nella natura e impossibili nella storia>.

Questa “meravigliosa utopia” è oggi riproponibile per risolvere i problemi che angustiano l’attuale mondo, privo di ogni remora e adagiato sul sistema di vita americano?

Il teorico e storico della dottrina cattolica Don Ennio Innocenti, che tanti anni ha dedicato allo studio e all’insegnamento, ha scritto che il problema affrontato da Mussolini nell’ultimo decennio della vita <fu quello di far entrare il corporativismo nelle imprese per elevare il lavoratore da collaboratore dell’impresa a partecipe alla gestione e alla proprietà e, quindi, ai risultati economici della produzione>. E ha aggiunto: <Durante la R.S.I. fu emanato un decreto che prevedeva la socializzazione delle imprese. E’ stato questo, sostanzialmente, il messaggio che Mussolini ha affidato al futuro. E’ un messaggio in perfetta armonia con la Dottrina Sociale Cattolica, che è e resterà sempre radicalmente avversa sia al capitalismo, sia al socialismo. In quest’ultimo messaggio mussoliniano di esaltazione del lavoro noi ravvediamo qualcosa di profetico>.

(altro…)

Il mito del progresso universale si è rovesciato in un’utopia contemplante un paradiso terrestre riservato alla minoranza degli oligarchi festaioli & thanatofili, selezionati secondo gli incubosi princìpi, che orientano le azioni delittuose della banca mangia uomini.
Dai lugubri ideologi, dagli usurai e dai giornalisti trombettieri, i comportamenti in guerra contro la natura sono lodati in quanto necessari a frenare il pericolo della natalità.
Di qui l’alluvione di testi catastrofisti e di desolanti chiacchiere, che propagandano la mitologia malthusiana e incensano i comportamenti scellerati e/o ripugnanti contro la vita, in special modo suicidio, aborto, sodomia e onanismo.
Nella scena tenebrosa allestita dall’oligarchia crepuscolare la sperata reazione della Chiesa cattolica è purtroppo dolcificata da scadute suggestioni modernistiche, da infondati timori e da immotivati rispetti umani.
La verità contenuta nella sacra Tradizione, avanza tuttavia sulle rovine dei pensieri elucubrati dalla modernità, che ormai ridotta alla misura di un nichilismo, fomite di umilianti trasgressioni e di sacrifici umani.
Il presente saggio di Piero Vassallo propone alcune vie d’uscita dagli incubi generati dal delirio ateista. Vie d’uscita indicate da autori controcorrente, calunniati e censurati dall’oligarchia progressista ma riabilitati dai testimoni del conclamato fallimento e dalla laida inversione del pensiero moderno.

http://www.edizionisolfanelli.it/futuroetradizione.htm

Sintomi di cambiamento
Questo numero del bollettino CESI vuol richiamare l’attenzione su tre argomenti che, al di là dei fatti contingenti, possono avere ripercussioni di forte carattere strutturale per il futuro.
Un primo aspetto riguarda i rapporti tra l’Europa e gli USA: da un lato una possibile presa di coscienza del ruolo che deve avere l’Europa nei confronti delle altre potenze continentali e quindi esprimere una politica svincolata dalla ultra sessantennale subordinazione all’America. La questione dello spionaggio informatico e quella del peso declinante del dollaro rappresentano due sintomi già eloquenti.
Un secondo aspetto riguarda l’evoluzione politica interna al nostro Paese ed in particolare quella relativa alla mancanza di un polo sociale e nazionale in grado, non solo di esprimere una forza politica unitaria, ma anche di avere un progetto in grado di riaffermare i valori che tengono unita la Nazione così come essa è venuta a caratterizzarsi con la Quarta guerra di Indipendenza e di Identità territoriale (quella che successivamente è stata individuata anche come Prima guerra mondiale). La gravità di quanto è avvenuto il 27 ottobre scorso a Bolzano è stata colpevolmente trascurata da tutta la stampa italiana.
Il terzo aspetto riguarda l’istituto del sindacato, il quale non sta assumendo consapevolezza del nuovo ruolo che deve avere in una radicale riforma costituzionale; ossia quello di dover essere anche formazione che concorre alla rappresentanza politica e che deve evolversi da solo organismo contrattualistico perpetuamente conflittuale ad istituto di concertazione programmatica e di fautore della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.
Questo numero de IL SESTANTE richiama, poi, l’attenzione su un evento importante quale è quello del Seminario che il CESI tiene per confutare il rapporto finale della Commissione governativa per le Riforme Costituzionali. Tale Seminario si terrà il 18 novembre p.v. a Roma presso la Sala Refettorio di Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati e vuol essere propedeutico al Convegno Nazionale annuale del CESI fissato per il 3 dicembre p.v. presso il CNEL con il tema “Un progetto politico per l’Assemblea Costituente”.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- Interpretazioni del Datagate. Sintomi di una ripresa di orgoglio per l’Europa (Gaetano Rasi)

- Si indebolisce l’egemonia degli USA. Dollari e petrolio, un divorzio capace di cambiare il mondo! (Enea Franza)

- Ammonimenti per “unificazioni” senza progetto unitario. Le elezioni provinciali a Bolzano: una débàcle (Agostino Scaramuzzino)

- Necessità di avere un nuovo ruolo. L’istituto del sindacato sta morendo (Mario Bozzi Sentieri)

- Invito-Programma del Seminario CESI: “Proposte di Riforma Costituzionale. Analisi e confronti”

Clicca qui per scaricare il bollettino completo

Domenica 17 Novembre 2013

alle ore 10:30

si terrà presso la prestigiosa sede di Villa Municchi della

Fondazione della RSI – Istituto Storico

di Terranuova Bracciolini (Arezzo)

Strada Pian di Maggio, 27/E – località Cicogna

 

la conferenza di

Mario Pellegrinetti

“XXXV Brigata Nera”

 

Contati: www.fondazionersi.org

Per info: info@fondazionersi.org

Evento FB: https://www.facebook.com/events/570952342978659/

Autore: Pietro Cappellari

Editore: Fondazione della RSI – Istituto Storico (Bologna 2011)

Formato 15×21 (pagg. 80)

Info: info@fondazionersi.org

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Questo studio ha il compito di esaminare i due bombardamenti subiti dalla Città del Vaticano durante la RSI (1943-1944).
Nonostante sia stato appurato che le incursioni terroristiche sono addebitabili ad aerei angloamericani, la vulgata antifascista e anti-italiana ha cercato di attribuirli all’Aeronautica Nazionale Repubblicana.
L’operazione grossolana di manipolazione della storia per fini politici ha avuto, in questi ultimi anni, anche l’avallo di alte “gerarchie”.

Questo studio ha l’ambizione di fare chiarezza sui due bombardamenti – per altro, incruenti – che si inquadrano perfettamente nella strategia criminale e terroristica intrapresa contro le popolazioni civili italiane, germaniche e giapponesi dagli Alti Comandi alleati; denunciando, altresì, coloro che hanno voluto falsare la storia.

Partendo dall’analisi degli antefatti del bombardamento di Roma del Novembre 1943 e attraverso l’approfondimento delle contrastanti fonti storiche sull’evento, il libro riesce a dare una onesta risposta all’interrogativo provocatoriamente posto dall’autore.

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SOMMARIO:

INTRODUZIONE

LA GUERRA ANGLOAMERICANA AI CIVILI

IL BOMBARDAMENTO DEL 5 NOVEMBRE 1943

“SONO STATI I TEDESCHI!”

“SONO STATI I FASCISTI!”

AEREI AMERICANI SU ROMA

IL BOMBARDAMENTO DEL 1° MARZO 1944

BIBLIOGRAFIA

INDICE DEI NOMI

Adriano Olivetti: il futuro. La sinistra “post-olivettiana”: il declino
Si è svolto il 21 ottobre scorso presso le Officine H di Ivrea, un edificio simbolo del periodo di Adriano Olivetti, la presentazione ufficiale della candidatura di quella città ad essere inserita nella “Word Heritage List”, ossia nell’elenco Unesco del patrimonio culturale e naturale del Mondo, secondo la Convenzione internazionale del 1972.
L’iniziativa a prima vista sembra espressione di nobili sentimenti e quindi da apprezzare senza riserve. Invece crediamo che queste riserve debbano essere avanzate e approfondite perché tale presentazione ha avuto luogo sotto il titolo: “Ivrea,città industriale del XX secolo”, facendo cioè riferimento ad un passato glorioso e che oggi non è più, malgrado avesse costituito – e lo era al massimo grado – la base incontestabile prodroma ad un ulteriore sviluppo di alta civiltà e di avanguardia economica e sociale.
La fabbrica Olivetti, infatti, con i suoi prodotti di continua innovazione tecnologica – le migliori, più funzionali e belle macchine da scrivere allora esistenti – portò il nome di Ivrea e dell’Italia in tutto il mondo come esempio di progresso industriale , di produttività e di elevazione umana delle maestranze positivamente coinvolte. Il tutto dovuto alla costante attività di ricerca, da parte di tutti coloro che vi lavoravano, collegata con una forte socialità aziendale ed una solidale comunitarietà territoriale. E questo sotto l’impulso di un geniale e profetico imprenditore quale, appunto, fu Adriano Olivetti.
Un esempio, dunque, da potersi imitare ed estendersi all’estero e da doversi implementare all’interno nel nostro Paese . Invece – come è ben documentato dal filmato”Adriano Olivetti: La forza di un sogno” proiettato l’altro giorno dalla Rai Uno – all’estero, proprio negli Usa, la cupola finanziario-capitalistica lo vide come pericoloso modello, particolarmente dannoso al proprio sistema e, all’interno – in Italia – la partitocrazia imperante lo snobbò e spesso anche lo boicottò.
Il bollettino del Cesi IL SESTANTE dedica questo numero interamente a questa vicenda, quale paradigma di un destino al quale il nostro Paese sembra essere condannato dal regime imposto oltre sessant’anni fa a seguito della guerra perduta (gli esempi di deindustrializzazione e di delocalizzazione sono ormai tanti e quasi disperanti !) per spronare invece una nuova generazione di volonterosi e coraggiosi dirigenti politici ed economici a ribellarsi e a riprendere in mano il proprio destino.

SOMMARIO DI QUESTO NUMERO

- Dalla esperienza del passato trarre il progetto per il futuro. La terza via di Olivetti superava capitalismo e collettivismo di Gaetano Rasi

- La vera storia di un precursore. Adriano Olivetti un “riformista” al di là della destra e della sinistra?(Mario Bozzi Sentieri)

-Un ritratto di Adriano Olivetti. Il “visionario” che realizzo un modello di capitalismo partecipativo (Giorgio Ballario)

-Adriano Olivetti: La lezione tradita. Quando fu svenduta l’elettronica d’avanguardia. La graphic novel “Un secolo troppo presto” (Roberto Alfatti Appetiti)

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