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Domenica 23 Giugno 2013

alle ore 10:30

si terrà presso la prestigiosa sede di Villa Municchi della

Fondazione della RSI – Istituto Storico

di Terranuova Bracciolini (Arezzo)

Strada Pian di Maggio, 27/E – località Cicogna

 

Presentazione degli atti del Convegno di Studi Storici

“Marciare su Roma”

(Perugia, 27-28 Ottobre 2013)

con gli interventi del Dott. Pietro CAPPELLARI e

dell’Arch. Paolo CAMAIORA

 

Contati: www.fondazionersi.org

Per info: info@fondazionersi.org

Evento FB: https://www.facebook.com/events/117911411712845

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L’importante manifestazione patriottica toccherà anche le due città della costa laziale

di Claudio Cantelmo

 

L’Opera Nazionale Caduti senza Croce ha voluto promuovere un pellegrinaggio con la statua della Madonna del Piave per dare una nuova linfa vitale alla fiamma del ricordo dei nostri gloriosi martiri che, a causa del passare inesorabile del tempo e il poco ricambio generazionale, rischiava di affievolirsi e magari spegnersi. Questo mai, il ricordo del sacrificio di quanti sono caduti per la grandezza dell’Italia non può e non deve spegnersi, un popolo che non ha memoria non ha futuro.

La statua della Madonna del Piave ha lasciato il Sacrario dei Caduti senza Croce di Monte Zurrone la mattina del 9 Maggio 2013, per venire pellegrina a Roma e nella provincia, come in alcuni centri della Provincia di Latina. Si è cercato di tracciare un itinerario che sia un percorso della memoria, ma anche un percorso spirituale. La Sacra Immagine è stata accolta al Pantheon dove si è tenuta la solenne celebrazione di apertura del pellegrinaggio.

Sui monti d’Abruzzo, nel comune di Roccaraso (AQ) si trova il tempio nazionale dell’Opera Caduti senza Croce. Il Sacrario di Monte Zurrone. Un luogo unico nel suo genere, affascinante e suggestivo, nel ricordo di quanti non hanno fatto ritorno e non hanno avuto il conforto di una cristiana sepoltura. Anche se non custodisce resti umani è considerato, in base alla legge del 10 Febbraio 1981, cimitero di guerra. Il secondo per importanza in Italia dopo quello di Redipuglia. Idealmente, come abbiamo detto, vi sono inumato gli oltre 145.000 soldati italiani dispersi nelle fredde steppe russe, nei bollenti deserti africani, negli abissi dei mari, nell’aria dei cieli d’Italia e del mondo. I nostri martiri, i gloriosi Caduti senza Croce, sono ricordati attraverso i preziosi libri posti nella cappellina, insieme alle urne contenenti terre e acque provenienti dai siti dove è stata più cruenta la guerra. A protezione del sacrario nel 1972, per volere dell’ Associazione “Ragazzi del ’99”, è stata posta una statua lignea della Vergine Maria, venerata col bel titolo di Madonna del Piave, copia di quella che nel 1918 venne posta a protezione dei Fanti italiani, in gran parte giovanissimi “Ragazzi del ‘99”, sulla linea del Piave.

Il 15 Giugno 2013, la statua arriverà a Nettuno, scorata dai labari dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra, dell’Associazione Nazionale Arma Milizia-GNR, dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia – Reparto “Rodolfo Graziani”, dell’Associazione Combattenti Xa Flottiglia MAS – RSI, dell’Ordine dell’Aquila Romana, ecc.

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PREMESSA:
Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi
viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista.
Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro, ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro.
Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente a tutti la ricchezza.
Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di ciascuno e del vivere sociale.
La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile.
Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini di relatività, lo consideriamo una cosa buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso stesso un fine.
Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse , innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili!
E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme,
nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la
produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli.
Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il resto.
Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del
sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male
ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro.
Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!!
I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei
confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio!
Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie
sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione materialistica oggi imperante.

Alessandro Mezzano
GLOBALIZZAZIONE
Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base la nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente inferiori a quelli dei Paesi più emancipati.
Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i
lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione.
Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione ed aumenta di conseguenza i profitti..!
Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha vinto sul sangue.
Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza.
Ma il denaro non è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e
sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare!
La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione
mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta che lo sia.
La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi
diversi tra di loro creando delle differenza economiche culturali e sociali che non possono essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale.
Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere graduale per non sconquassare le economie.
È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad
equilibrare i livelli.
Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle…
Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare sì progredire quei Paesi, ma senza dissestare le economia dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ..!!

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Cari Amici,

 

Vi comunico che il 3° volume della Collana Documenti del CESI sarà presentato mercoledì 19 giugno alle ore 18.00 presso il Salone del Tempio di Adriano, Camera del Commercio di Roma, Piazza di Pietra.

Con successiva comunicazione Vi faremo avere il programma che prevede interessanti interventi di varie personalità politiche e della cultura.

Contiamo sulla Vostra presenza.

 

Con viva cordialità.

 

On. prof. Gaetano Rasi

ISTITUTO CULTURALE ITALO-TEDESCO

1813-2013

Duecento anni di storia della musica

Giuseppe Verdi, il musicista che svelò l’uomo

Richard Wagner, il musicista che sfidò gli dei

La S.V. è inviata

Martedì 11 Giugno 2013

Ore 18:30

Al Forte Sangallo di Nettuno (Roma)

Per le conferenze

Wagner, Verdi e il Risorgimento nazionale

del Dott. Pietro Cappellari

(Fondazione della RSI – Istituto Storico)

Wagner e Fortuny,

il wagnerismo nelle arti visive

del Prof. Alberto Sulpizi

(Accademia Delia)

https://www.facebook.com/events/581854948503287/

Precarietà e disoccupazione rappresentano il vero dramma sociale ed economico per il nostro Paese, un’autentica emergenza che il governo Letta dovrà affrontare proponendo riforme difficili, ma il cui punto cruciale dovrà essere l’abrogazione dell’articolo 18.

Un tasso di disoccupazione che ormai sfiora il 13%, qualche centinaio di migliaia di posti di lavoro obsoleti o spariti e coperti soltanto dalla cassa integrazione straordinaria e in deroga, oltre il 40% dei giovani che non studiano o lavorano, questa la drammatica fotografia della terza economia europea: l’ Italia.
Un dramma inarrestabile: precarietà ed impoverimento allagano i più svariati settori, affogando professionalità a tutti i livelli, dagli operai agli impiegati ai professional, mentre chi è fuori dal sistema produttivo non intravede la minima speranza di entrare a farne parte.
“La lotta alla disoccupazione sarà la stella polare del nostro governo, un’ossessione
quotidiana” è il mantra di Enrico Letta, ma la questione è come aggredire un sistema
Paese completamente inceppato, con un ritardo di 25 anni sulla globalizzazione e sulle trasformazioni internazionali dei mercati come ha recentemente sottolineato il Governatore Visco, ed imboccare la via della logica di lungo periodo della piena occupazione.

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E’ da un po’ di tempo che negli incontri e nei dibattiti a cui mi capita di partecipare affiora l’idea che il  “signoraggio bancario”  sia la causa dell’attuale crisi finanziaria. A rilanciare sui mass media un tema, quello del signoraggio bancario e della sua incidenza sulla crescita economica ma caro a molti amici, c’è stato sicuramente lo scalpore suscitato dall’Avv. Marra e le bellezze mostrate (senza particolare pudore) dalla Dottoressa Sara Tommasi, oltre che naturalmente la convinta battaglia di alcuni affezionati.

Dirò subito, a scanso di equivoci con quello che seguirà, che a parere di chi scrive l’attuale crisi ha poco a che vedere con la questione del signoraggio in senso stretto[1],  ma ha, invece, molto a che fare con lo scellerato comportamento del sistema bancario che ha approfittato del clima da farwest  che ha dominato  l’intermediazione finanziaria degli ultimi anni.  Forse con più efficacia la critica andrebbe mossa al comportamento delle banche piuttosto che a quello dell’Istituto di emissione.

Ma andiamo con calma e vediamo di meglio chiarire le questioni in ballo.

Quando parliamo di signoraggio bancario, comunemente intendiamo l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta ed, in particolare, in rapporto all’euro, facciamo riferimento al reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione che viene ricompreso nel calcolo del reddito monetario; ne fa menzione anche l’articolo 32.1 dello Statuto del SEBC, secondo cui il signoraggio è “Il reddito ottenuto dalle Banche Centrali Nazionali nell’esercizio delle funzioni di politica monetaria del Sistema Europeo delle Banche Centrali”.  Come si vede, già da queste prime battute, il potere dalla Banca Centrale di “battere moneta” è garantito in sede di Statuto, e ad essa si riconosce il diritto al signoraggio che risulta essere il ricavo dell’attività delle funzioni di politica monetaria da questa svolta. Insomma, una precisa esplicitazione del ruolo attribuito all’Istituto di emissione e  del compenso riconosciutogli e, soprattutto, come emerge ad una attenta lettura dello stesso statuto e dei trattai , incardinata in un sistema di pesi e garanzie,  che marcano la  distanza tuttavia al diritto riconosciuto al Principe di emettere moneta in funzione dei suoi bisogni.

[1] Maurice Obstfeld, Kenneth S. Rogoff, Foundations of International Macroeconomics, Massachussetts Institute of Technology, 1996, (chapter 8, Money and Exchange Rates under Flexible Prices, section 2, The Cagan Model of Money and Prices, paragraph 6, Seigniorage, pag. 52, e Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld, International Economics: Theory and Policy, Addison Wesley, 2009, (Part IV, International Macroeconomic Policy, chapter 22, Developing Countries: Growth, Crisis, and Reform, pag. 626),  definiscono  il signoraggio come il flusso di risorse reali che un governo guadagna quando stampa moneta che spende in beni e servizi.

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