Prende il via da giugno l’ iniziativa di solidarietà generazionale sostenibile che il settore del
credito ha avviato con la costituzione di un proprio Fondo nazionale per il sostegno
dell’occupazione (F.o.c., istituito dall’Abi).
L’emergenza occupazionale nel nostro Paese è aumentata ai massimi livelli dal dopoguerra ad oggi e rischia di peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi.
Le condizioni del mercato del lavoro si sono indebolite sulla scia della crisi economica e finanziaria ed il tasso di disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, sta aumentando a livelli vertiginosi: i dati sono così noti che è inutile richiamarli.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel documento “Global trend – Preventing a deeper job crisis” prevede che alle porte non bussa una ripresa, ma un decennio in cui la disoccupazione diverrà una emergenza sociale strutturale.
Non è stata peraltro di aiuto la riforma Fornero del mercato del lavoro che sta determinando, in una situazione di per se già drammatica, una ulteriore sostanziale irrigidimento del sistema, in controtendenza rispetto a quanto richiesto dalle imprese e dalla stessa Unione Europea soprattutto in materia di occupazione.
Il mercato del lavoro è rimasto rigido ed il quadro complessivo delle regole ha reso ancora più pesante il costo del lavoro: molte misure si sono infatti tradotte esclusivamente in un aggravio di oneri per le imprese senza alcuna facilitazione sul piano di flessibilità di utilizzo del personale.
Come risultato, si tende a ricorrere sempre meno alle assunzioni di giovani con i contratti
cosiddetti “atipici”, nel timore di una loro trasformazione in contratti a tempo indeterminato,
ampliando d conseguenza la forbice del mercato “duale”, da una parte i lavoratori iperprotetti e dall’altra i giovani, passati ormai dallo stato del “precariato” a quello della cronica disoccupazione.
In questo scenario economico e sociale difficilissimo, le Parti sociali, spinte dalla necessità di individuare soluzioni idonee ad affrontare l’emergenza in atto e nella convinzione che è più nelle loro mani che in quelle della politica la risorsa “lavoro” come fattore trainante della crescita, hanno stipulato negli ultimi due anni accordi quadro destinati a cambiare radicalmente le modalità del confronto sindacale, definendo nuove regole vuoi per le questioni dell’efficacia erga omnes dei contratti e della misurazione della rappresentatività dei sindacati o vuoi per l’individuazione delle azioni necessarie per il recupero di competitività e produttività delle nostre imprese rispetto ai mercati internazionali.
Con l’accordo sulla produttività del novembre scorso, le Parti sociali, tra l’altro, hanno posto con urgenza immediata il tema della “solidarietà intergenerazionale”, visto che, oltretutto, la riforma pensionistica ha praticamente azzerato, per i prossimi tre o quattro anni, ogni gradualità di accesso alla pensione dei lavoratori ultrasessantenni, inibendo di fatto il ripristino anche di quel minimo turn over naturale dato dall’inserimento di giovani in sostituzione delle uscite per pensionamento dei lavoratori anziani.
In questo senso si deve leggere l’ iniziativa di solidarietà generazionale sostenibile che il settore del credito ha avviato con la costituzione di un proprio Fondo nazionale per il sostegno dell’occupazione (F.O.C.) che prende avvio dal prossimo mese di giugno.
Il F.O.C., istituito dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dai sindacati di categoria CGIL, CISL e UIL e dalla FABI, il potente sindacato autonomo dei bancari, ha lo scopo di favorire la creazione di nuova e stabile occupazione e di garantire una riduzione dei costi per un periodo determinato alle imprese del settore che procedono alle assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato.
Il Fondo è alimentato, per un periodo sperimentale di cinque anni (2012 – 2016), esclusivamente dai contributi dei lavoratori (aree professionali, quadri e dirigenti), fissati nella misura di una giornata lavorativa annua pro-capite e, nella misura del 4% della retribuzione fissa netta, anche dai cosiddetti “vertici apicali” e dalle altre figure “più rilevanti aziendalmente” che percepiscono una retribuzione annua pari o superiore a 300.000 euro.
Il Fondo provvederà ad erogare alle aziende, per un periodo di tre anni, un importo annuo pari a 2.500 euro per ciascun lavoratore che sia assunto con contratto a tempo indeterminato e che si trovi in una condizione di svantaggio sociale, come essere, ad esempio, un giovane o una lavoratrice disoccupati.
L’incentivo alle aziende sarà erogato anche nei casi di stabilizzazione dei lavoratori con contratti diversi da quello a tempo indeterminato, come ad esempio contratti a termine, di inserimento, a progetto o di somministrazione.
La gestione del Fondo è assicurata per il tramite dell’Ente bilaterale nazionale Enbicredito, i cui organismi di governo si sono insediati il 26 marzo scorso. In tale occasione il Comitato di Gestione ha stabilito le modalità ed i tempi per i versamenti dei contributi dei lavoratori dipendenti al Fondo, che per gli anni 2012 e 2013 dovranno essere effettuati entro il 31 maggio p.v., al fine di avviare l’erogazione degli incentivi alle aziende che procedono a nuove assunzioni.
L’ intesa tra ABI e sindacati per la costituzione di questo fondo di solidarietà generazionale tra lavoratori occupati e giovani disoccupati rappresenta una iniziativa assolutamente innovativa nel panorama della contrattazione collettiva nazionale, che è auspicabile venga rapidamente estesa, per il tramite delle Parti sociali, anche agli altri comparti economici del Paese
Un episodio di violenza dimenticato che permise l’affermazione del fascismo in Val di Chiana
di Pietro Cappellari
La Primavera del 1921 fu una “Primavera di sangue” per quell’Italia così lontana nel tempo, come dai ricordi. Il 15 Maggio, infatti, era previsto il rinnovo della Camera dei Deputati. Gli opposti schieramenti si erano dati appuntamento nelle piazze del nostro Paese per una resa dei conti dopo due anni di violenze generalizzate compiute dai sovversivi in vista della agognata rivoluzione “liberatrice” del proletariato, quella bolscevica, naturalmente.
Il Biennio Rosso (1919-1920) si è era concluso con un bilancio del tutto negativo, dovuto alla fallimentare gestione politica della dirigenza del PSI che aveva predicato il prossimo avvento del “sol dell’avvenire” senza avere adeguatamente preparato le masse a una vera e propria insurrezione, tanto questa sarebbe scoppiata da sé, senza alcuna necessità di organizzarla. L’unico risultato concreto che si era raggiunto – di là della storica, quanto inutile, vittoria elettorale del Novembre 1919 – era quello di aver creato in tutta Italia un clima pre-insurrezionale, condito da scioperi, occupazioni di terre e di fabbriche, ammutinamenti di truppe, violenze generalizzate (durante le quali si erano registrati anche alcuni morti). Lo Stato pareva in balia di queste agitazioni diffuse, anche se non erano mancati veri e propri eccidi proletari condotti dalle forze dell’ordine durante la repressione dei moti.
Già nell’Autunno del 1920, durante la campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli Comunali, erano apparse in diverse contrade italiane delle Squadre d’azione allestite dai Fasci di Combattimento per rintuzzare ogni violenza massimalista e incominciare a contendere fisicamente le piazze ai socialisti.
Sono appena rientrato in Italia dopo una lunga permanenza all’estero; sono stanco e, quindi, con poca voglia di riordinare i miei documenti, di conseguenza per questa volta, diversamente dal mio solito citerò i documenti solo, come si suol dire, a braccio.
Quando partii lo scorso novembre, lasciai l’incarico per curare l’ordinaria amministrazione (pagare le bollette, ritirare la posta, ecc.) a mia figlia Ursula e a mia nipote Chiara, ammonendo, però, di non pagare assolutamente l’iniquo abbonamento alla televisione. Perché? Sono disgustato dal modo vigliacco (è il termine adatto) di bollare un fatto storico che pure ha scritto pagine per Vent’anni nella nostra storia.
Viviamo, come tutti possiamo amaramente constatare, in una lunga, lunghissima fase storica, che senza tema di essere smentito, risale al 1945, data nella quale i vincitori della seconda guerra mondiale ci imposero un sistema di vita che non è quello nostro, europeo, cristiano, romano. Nessuno oggi può negare che siamo governati da una cricca di ladri, corrotti e corruttori, assassini, pedofili, mafiosi, camorristi, stupratori, bestemmiatori, maramaldi, burattini, traditori-voltagabbana e, mi ripeto, di vigliacchi e tutta questa cricca all’unisono tesa a convincere gli italiani che il Fascismo fu il male assoluto. Ho usato due volte il termine vigliacchi a ragion veduta e mi spiego. Pur essendo lontano dall’Italia avevo modo, da perfetto masochista, di seguire in televisione le notizie italiane, ebbene – ma questo è solo un esempio fra le decine di migliaia – cito solo due figure nell’immenso firmamento dei giornalisti strapagati dalla RAI/Tv: Corrado Augias e Gianni Minoli, quest’ultimo con la sua Storia siamo noi, titolo che dovrebbe essere cambiato in La storia la inventiamo noi. I due giornalisti su citati, avvalendosi di un monopolio dittatoriale sull’informazione trasformano la storia ad uso della casta di cui sono i camerieri, operando per l’alterazione della storia, cosa necessaria affinché gli italiani si convincano che il male assoluto sia stato tale. Che quanto scrivo corrisponda a verità è dimostrato dal fatto che da decenni su ogni organo di informazione si tratta del Ventennio e mai, e mi rivolgo, per la conferma, a voi amici lettori, che dall’altra parte della scrivania o del pubblico avete mai visto qualcuno che si alzi e osservi: <Ma che caz2o dite? La verità è esattamente opposta!>. Un esempio, ma ripeto, solo uno fra i centomila casi e più, e non davvero il più eclatante, e chiedo: <Qualcuno di voi che mi legge ha visto la recente fiction su Trilussa?>. Ebbene, falsificando date, località e fatti i reucci della menzogna hanno trasformato il poeta romanesco in un antifascista. Ma quando mai! Detti soggettini quotidianamente scaricano su quel Morto ogni malignità possibile; se le inventano tutte fregandosene di cadere anche nel ridicolo. Qualche esempio? Nessuno lesse su Focus di qualche tempo fa che “Mussolini aveva il pene freddo e pertanto era costretto a ripararlo in un sacchetto di pelo di coniglio cucito nelle mutande, oppure: Mussolini era un omosessuale perché inneggiava alla maschia gioventù. Di contro avete mai visto Mussolini inaugurare (senza che mai nessuno rubasse un centesimo dalle tasche dei cittadini) una delle decine di città che sorsero miracolosamente in quel periodo? E visto che stiamo vivendo una lunga fase di crisi congiunturale, chiedo: avete mai visto che qualcuno di detti camerieri di regime abbia mai illustrato in che modo fu superata in Italia la ben più grave crisi causata dagli attuali liberatori, nel 1929?
Visto che siamo in fase di grave crisi, perché i due giornalisti sopra citati, non ricordano come l’Italia sotto il male assoluto affrontò quel cancro? Oggi, in regime democratico quante persone si sono, per disperazione suicidate? Recenti fonti ufficiali parlano di più di 150 suicidi. Perché non fare un confronto con quei cittadini, poveri infelici, che vissero sotto il crudele tiranno? Ebbene, allora quanti suicidi si verificarono? Ecco, e quanto segue è dedicato ai signori Minoli e Augias.
Importante successo editoriale della Delegazione di Mantova della Fondazione RSI
A poco più di un anno dalla prima edizione, la Delegazione di Mantova della Fondazione della RSI – Istituto Storico ha ristampato lo studio di Pietro Cappellari su La Fatima della RSI. Maggio 1944: le apparizione mariane di Ghiaie di Bonate, tra speculazione politica e realtà storica.
Da notizie di stampa si è appreso che le Medaglie d’Oro al Valor Militare di Ettore Viola e di Nazario Sauro, Eroi pluridecorati della prima guerra mondiale, custodite presso il Museo del Vittoriano, sono state trafugate.
Il valore venale dei cimeli non può eguagliare in alcuna maniera il loro Valore storico per la Patria, e simbolico e affettivo per le famiglie che le hanno donate al museo.
Inoltre, qualora la notizia rimanesse sconosciuta ai più, tali Medaglie potrebbero acquisire un elevato valore numismatico sul mercato delle militaria.
Al fine di evitare che ciò accada, l’Istituto del Nastro Azzurro è chiamato, nella sua interezza, cioè tramite tutte le Federazioni, le Sezioni, i Gruppi e i singoli Soci, a fare opera di divulgazione della notizia, anche coinvolgendo la stampa locale e utilizzando internet, affinché chi si fosse impossessato fraudolentemente delle Medaglie dei due Eroi, non possa speculare in nessuna maniera sul valore di oggetti notoriamente di provenienza furtiva.
Le Federazioni si sono in gran parte già messe e si metteranno ancora a disposizione delle Forze dell’Ordine, in particolare dell’Arma dei Carabinieri, allo scopo di fornire, qualora richiesta, consulenza sui ritrovamenti di materiale di origine furtiva che possa essere in qualsiasi maniera collegato a cimeli storici e militari.
L’associazione Voltar pagina e il Sindacato libero scrittori italiani
sono lieti d’invitarla alla presentazione dell’opera di Piero Vassallo
“Un treno nella notte filosofante“
edizioni Solfanelli
Venerdì 12 Aprile 2013 ore 17
Salone delle feste
Palazzo imperiale secondo piano – ascensore
Piazza Campetto 8a – Genova
Insieme con l’autore, coordinati da Miriam Pastorino, interverranno:
Paolo Mangiante, Emilio Artiglieri, Paolo Deotto
organizzazione a cura di Beatrice Iasiello cell. 39349397206 email: beatrice.iasiello@gmail.com
Federico Dal Cortivo per Europeanphoneix ha intervistato Marco Della Luna, autore del libro “ “Traditori al governo? Artefici , complici e strategie della nostra rovina”.
L’Italia è oramai da anni sotto attacco, non militare, non c’è ne bisogno essendo la penisola dalla fine della Seconda Guerra Mondiale occupata militarmente dagli Stati Uniti, ma economicamente.
Gli obiettivi fin troppo chiari,distruggere completamente il sistema Italia che era fatto anche d’imprese anche a partecipazione statale , lo Stato sociale, le regole del mondo del lavoro, la previdenza pubblica e la sanità, la scuola e l’università dello Stato e infine mettere le mani sul nostro patrimonio economico, colonizzando definitivamente la penisola.
D: Avv. Della Luna lei ha recentemente pubblicato un saggio da titolo eloquente, Traditori al governo? , nel quale analizza in modo esauriente le dinamiche e i personaggi che hanno portato la nostra nazione al punto in cui si trova oggi dopo l’ultimo governo tecnico di Mario Monti . Quali sono stati a suo avviso i passaggi fondamentali che ci hanno portato alla situazione attuale di grave crisi economica?
R: Le principali tappe della rovina voluta, e finalizzata a dissolvere il tessuto produttivo del paese, desertificandolo industrialmente e assoggettandolo alla gestione via centrali bancarie fuori dai suoi confini, onde farne territorio di conquista per capitali stranieri, sono i seguenti:
1) la progressiva e totale privatizzazione-divorzio dal Ministero del Tesoro della proprietà e della gestione della Banca d’Italia, con l’affidamento ai mercati speculativi del nostro debito pubblico e del finanziamento dello Stato (operazione avviata con Ciampi e Andreatta negli anni Ottanta);
2) l’immediato, conseguente raddoppio del debito pubblico (da 60 a 120% del pil) a causa della moltiplicazione dei tassi, e la creazione di una ricattabilità politica strutturale del Paese da parte della finanza privata;
3) la svendita agli amici/complici e ai più ricchi e potenti, stranieri e italiani, delle industrie che facevano capo allo Stato e che erano le più temibili concorrenti per le grandi industrie straniere;
4) la privatizzazione, con modalità molto “riservate”, ma col favore di quasi tutto l’arco politico, della Banca d’Italia per mezzo della privatizzazione delle banche di credito pubblico (Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Italiano, con le loro quote di proprietà della Banca d’Italia);
5) la riforma Draghi-Prodi che nel 1999 ha autorizzato le banche di credito e risparmio alle scommesse speculative in derivati usando i soldi dei risparmiatori e alle cartolarizzazioni di mutui anche fasulli, come i subprime loans americani;
6) l’apertura delle frontiere alla concorrenza sleale dei paesi che producono schiavizzando i lavoratori e bruciando l’ambiente;
7) l’adesione a tre successivi sistemi monetari – negli anni Settanta, Ottanta e Novanta – che impedivano gli aggiustamenti fisiologici dei cambi tra le valute dei paesi partecipanti – anche l’Euro non è una moneta, ma il cambio fisso tra le preesistenti monete – con l’effetto di far perdere competitività, industrie e capitali ai paesi meno competitivi in favore di quelli più competitivi, che quindi accumulano crediti verso i primi, fino a dominarli e commissariarli.
Da ultimo, le misure fiscali del governo Monti-Napolitano-ABC, che, tra le altre cose, hanno depresso i consumi,hanno messo in fuga verso l’estero centinaia di miliardi, svuotando il paese di liquidità; hanno distrutto il 25% del valore del patrimonio immobiliare italiano, paralizzato il mercato immobiliare così che imprese e famiglie non possono più usare gli immobili per ottenere credito, e l’economia è rimasta senza liquidità, con insolvenze che schizzano al 30% e oltre..
L’Istituo Biggini invia a tutti gli amici e a coloro che frequentano questo sito i più fervidi auguri di Buona Pasqua, che sono quanto mai appropriati perché intendono far riferimento, oltre che ai sentimenti religiosi, anche a quelli che si riferiscono all’auspicio della resurrezione dell’Italia.
E’ inutile descrivere la situazione attuale, che può essere sinteticamente riassunta nella prospettiva ravvicinata riguardante il crollo del regime politico nato dopo la Seconda guerra mondiale. All’esaurimento dei presupposti politici si aggiunge anche quello della Costituzione varata nel 1948 e ormai rivelatasi incapace di rispondere alle esigenze del popolo italiano inserito in una Unione Europea ancora incapace di essere protagonista nel mondo globalizzato.
Come probabilmente sanno anche gli amici dell’Istituto Biggini, il CESI è impegnato nel preparare un Appello per aprire una autentica fase costituente e nell’elaborare un Manifesto per la rifondazione dello Stato.
Intanto pubblichiamo qui di seguito una nota pasquale del prof. Carlo Vivaldi Forti del Consiglio Direttivo del CESI.
G.R.
Un interessante intervento di Carlo Vivaldi-Forti pubblicato sul sito del Cesi
Innanzitutto Buona Pasqua a tutti Voi e alle Vostre famiglie. Richiamo quindi la Vostra attenzione sulla situazione di pre-guerra civile che esiste non soltanto in Italia ma in gran parte d’Europa. Ultimo episodio la rapina a mano armata contro i ciprioti, che segna la fine dell’Europa esistita fino ad oggi.
Da noi non si riesce a formare un governo per l’intolleranza ideologica degli ex-comunisti, ma se anche per avventura si arrivasse a una coalizione PD-5Stelle, questa rappresenterebbe una catastrofe senza precedenti per il Paese, l’economia e le libere istituzioni. Un governo di ex-comunisti arrabbiati e di extra-parlamentari di sinistra darebbe l’ultima legnata sulla testa alla società italiana, aprendo un periodo di violenza generalizzata. D’altra parte, le prospettive quali sono? Tornare a votare? Meglio di un eventuale governo Bersani-Grillo di sicuro, ma l’elettorato si spaccherebbe ancora una volta in tre , magari a percentuali invertite, ma non sufficienti a garantire un esecutivo stabile. Un governo di emergenza con tutti dentro, sostenuto da una maggioranza assembleare? Possibile in teoria, ma in pratica si dissolverebbe di fronte al primo provvedimento fiscale non condiviso . La politica tradizionale si trova perciò in un vicolo cieco.
Dopo tanti anni di furbizie , compravendite di parlamentari, tradimenti e trasformismo, la crisi ci ha messo oggi di fronte a una situazione non più risolvibile secondo i parametri della vecchia politica. Ci troviamo, mutatis mutandis, nella stessa situazione della Francia del 1958, quando la crisi algerina travolse le sclerotiche istituzioni della Quarta Repubblica spalancando le porte alla Quinta e a de Gaulle.
Abbiamo noi oggi un de Gaulle a portata di mano? Apparentemente no , ma spesso è la storia che crea il personaggio, non viceversa. E’ certo , in ogni caso, che nessuna prospettiva di governo si apre con le regole della Costituzione attuale. Lo stesso bipolarismo si rivela un’arma spuntata, in quanto la divisione dell’elettorato, in tre terzi o due quarti che sia, paralizza ogni scelta. Inoltre, ci troviamo assediati da una malavita finanziaria internazionale che si è impadronita delle stesse istituzioni comunitarie e che sta preparando l’esproprio generalizzato di quel poco che resta del risparmio degli italiani. Provvedimento che innescherebbe una immediata guerra civile.
Per uscire da questo incubo , purtroppo molto realistico, esiste una sola alternativa percorribile: cambiare la Costituzione, rendendo effettiva la sovranità popolare mediante appositi istituti di democrazia diretta , l’elezione del capo dello Stato a suffragio universale e la seconda Camera a rappresentanza di categorie. Esclusivamente così si può restituire autentica governabilità alla società post-industriale e della globalizzazione . Soltanto quando questo nuovo assetto istituzionale si sarà esteso all’intera Europa potremo davvero riprendere il cammino della unificazione continentale e dirci con orgoglio europeisti.
Teniamo inoltre presente che la soluzione proposta da talune forze politiche , sinistre e Lega in testa, di trasformare il Senato in una Camera delle Autonomie, è totalmente inefficace, in quanto sposta semplicemente l’ingovernabilità dal livello centrale a quelli periferici, lasciando però irrisolto il vero problema, ossia l’esistenza di una partitocrazia corrotta, venduta alla mafia e ai poteri forti.
Nel richiamare la Vostra attenzione su questa situazione drammatica, Vi propongo di organizzare in tempi brevi, in ogni caso prima d’estate, una Convenzione nazionale dedicata all’argomento GOVERNABILITA’ O RIVOLUZIONE , o qualcosa di simile.
Attendo in merito Vostre osservazioni .