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L’articolo, scritto dal Capitano art. Par. Renato Migliavacca, veterano della battaglia di El Alamein, è stato scritto in occasione della quarantaduesima ricorrenza degli scontri. Per un omaggio al combattente e allo scrittore viene riproposto su concessione degli eredi e della rivista “Folgore” organo ufficiale dei paracadutisti d’Italia. Era il 5 Novembre 1942.

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CONVEGNO

 

Sabato 1° dicembre alle ore 16,30, presso la sala dei convegni dell’Hotel Astoria, piazza Brignole 4, Genova

 

 verrà presentato il libro

 

GLI ITALIANI DI CRIMEA. NUOVI DOCUMENTI E TESTIMONIANZE SULLA DEPORTAZIONE E LO STERMINIO

 

A cura di Giulio Vignoli

professore di Diritto Internazionale nell’Università di Genova

 

Il libro rievoca la deportazione della Comunità italiana di Crimea avvenuta nel 1942 per

ordine di Stalin. Circa 1300 persone, uomini, donne, vecchi, bambini, vennero deportati in Kazakistan. Quasi

tutti i bambini morirono di stenti durante il viaggio nei vagoni piombati. Il freddo e la fame

nel luogo di deportazione decimò gli altri. Solo 300 persone sono tornate in Crimea dove

vivono tuttora in miseria nel disinteresse del Governo italiano.

 

Interverranno:

 

gli storici Aldo A. Mola e Alberto Rosselli

lo scrittore Piero Vassallo

la Presidente dell’Associazione Voltar Pagina Miriam Pastorino

il Presidente UMI Sergio Boschiero

 

Seguirà rinfresco

 

Per ulteriori informazioni (relative anche al genocidio degli Italiani di Crimea) telefonare allo

0185/669510 o scrivere a vignolirusso@libero.it

Luciano Garibaldi

Luciano Garibaldi

Intervento al Park Hotel Suisse per la commemorazione del 28 Ottobre

Una serata dedicata al novantesimo anniversario della Marcia su Roma è l’occasione migliore per fare un confronto tra l’Italia che prese il via da quell’evento storico, e l’Italia di oggi, piegata dalla corruzione e dalla crisi del lavoro giovanile.

Incominciamo, dunque, dalla corruzione. Rifacendomi ad una segnalazione inviatami a suo tempo dall’amico Filippo Giannini, vorrei ricordare che poco tempo dopo il crollo del Fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, per ordine dei “liberatori” (dietro ai quali, ovviamente, erano la grande finanza e il capitale internazionale) ci fu imposta una Commissione parlamentare incaricata di indagare su gerarchi, prefetti, alti funzionari di Stato circa loro ipotetici “illeciti arricchimenti” negli anni del Ventennio. La commissione parlamentare era presieduta da un illustre uomo politico comunista, Umberto Terracini.

Vennero inquisiti 5005 fra gerarchi, alti funzionari, prefetti che avevano svolto attività nel corso del Ventennio. Lo scopo, era ovvio: squalificare il Fascismo in modo definitivo, dimostrando la corruzione del sistema.

Grande fu lo scorno quando, dopo mesi e mesi di indagini, condotte in un clima di accanita caccia al fascista, non uno solo degli inquisiti risultò penalmente perseguibile. Quando questa vicenda si stava concludendo, sui giornali dell’epoca apparve una scritta esultante: “Trovato il tesoro di Italo Balbo”. Si trattava di una cassetta riposta in una banca a nome, appunto, del grande trasvolatore. Quando gli inquisitori andarono ad aprire il “tesoro” vi trovarono solo la “Sciarpa Littoria”, assegnata a Balbo per la trasvolata atlantica.

Il Fascismo fu una sorta di religione, un modo di vivere che la generazione di oggi non potrebbe comprendere. Questa generazione naviga nella corruzione e nelle menzogne più sfrenate, l’una e le altre necessarie per confondere le idee del popolo e continuare, così, a ingannarlo e tradirlo, unico modo perché l’attuale classe politica (oggi giustamente definita “casta”) possa perseverare nel latrocinio.

Durante il Ventennio fascista, almeno fino al tragico scoppio della seconda guerra mondiale – nella quale ancora oggi nessuno sa dire con certezza se sarebbe davvero stato possibile non essere coinvolti -, furono compiuti dei veri e propri miracoli. Provo a citarne un paio, per la precisione quelli che riuscirono a pacificare due grandi avversari: il lavoro e il capitale.

Lo Stato Corporativo Fascista riuscì a far superare, prima e meglio di qualsiasi altro Stato moderno, la grande crisi economica iniziata nel 1929. Cito in proposito un brano di una celebre opera dello storico e politologo ebreo Zeev Sternhell, professore di Scienze Politiche presso l’Università di Gerusalemme e autore del libro «La terza Via fascista», da cui traggo il brano:

«Il Fascismo fu una dottrina politica, un fenomeno globale, culturale, che riuscì a trovare soluzioni originali ad alcune grandi questioni, che dominarono i primi anni del secolo. Il Corporativismo riuscì a dare la sensazione a larghi strati della popolazione che la vita fosse cambiata, che si fossero dischiuse delle possibilità completamente nuove di mobilità verso l’alto e di partecipazione».

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L’On. Prof. Gaetano Rasi, oltre ad essere ormai da molti anni il Presidente dell’Istituto Biggini, è anche Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e Presidente del Cesi, Centro Nazionale di Studi Politici.
Autore di numerosi libri e saggi, pubblica regolarmente articoli sul Secolo d’Italia.

Scarica la biografia del Presidente Rasi

Sono passati molti anni da quell’incontro tenutosi nell’Ottobre del 1996, ma abbiamo ritenuto opportuno ritornare su quell’evento, per riproporre alcuni degli interventi che si sono succeduti e che rappresentano ancora oggi testimonianze di grande rilievo storico, politico e culturale.
Vediamo intanti quali argomenti vennero affrontati nel corso del Convegno, che si tenne presso la Facoltà di scienze politiche dell’Università di Genova, e quali argomenti vennero affrontati.
Dopo i saluti del Preside della Facoltà Prof. Giuseppe Casale, e della sig.ra Gigliola Premoli Biggini nuora del Ministro Biggini, si registrarono i seguenti interventi:
– On. Prof. Gaetano Rasi (allora professore di economia politica all’Università di Salerno e Deputato) – “La figura e l’opera di Carlo Alberto Biggini”
– Dott. Giano Accame (economista) – “il concorso della produzione e del lavoro nell’impresa e nell’organizzazione della società”
– Dott. Luciano Garibaldi (storico) – “Gli elementi di socialità nella Costituzione di Biggini”
– On. Avv. Franco Franchi (componente del Consiglio Superiore della Magistratura) – “Assonanze nei progetti di Costituzione di Biggini e di Duccio Galimberti”
– On. Prof. Giuseppe Pericu (professore di Diritto amministrativo nell’Università Statale di Milano, ex sindaco di Genova) – “La Costituzione di Biggini vista da un giurista di ispirazione liberal-socialista”
– Prof. Avv. Fausto Cuocolo (professore di Istituzioni di Diritto pubblico nell’Università di Genova) – “La Costituzione di Biggini vista d un giurista di ispirazione cattolico-democratica”
– On. Prof. Paolo Armaroli (professore di Diritto pubblico comparato dell’Università di Genova) – “Presidenzialismo al bivio: un passaporto per Parigi o per Vienna?”
Seguì un interessante dibattito dove intervennero l’On. Enrico Ferri, il Prof. Renato Balduzzi, il Prof. Gaetano Ferro, la Prof.ssa Adriana Gardino, il Prof. Stefano Monti Bragadin, il Prof. Giulio Vignoli.
Concluse il Convegno con una relazione di sintesi il Prof. Lorenzo De Angelis, professore di Diritto commerciale nell’Università di Genova.

Interventi in formato PDF dei vari relatori

Gaetano Rasi – scarica
Giano Accame – scarica
Luciano Garibaldi – scarica
Franco Franchi – scarica
Giulio Vignoli – scarica

Commemorazione dell’On. Cristiana Muscardini – scarica

 

Rassegna fotografica

 

I video completi degli interventi

Introduzione Prof. De Angelis

 

Saluto del Prof. Casale, preside della facoltà

 

Gigliola Premoli Biggini, nuora del Ministro Biggini

 

On. Prof. Gaetano Rasi

 

Prof. Sandro Pontremoli, Rettore dell’Università di Genova

 

Dott. Giano Accame

 

Dott. Luciano Garibaldi

 

On. Avv. Franco Franchi

 

Prof. Avv. Fausto Cuocolo

 

On. Prof. Giuseppe Pericu

 

On. Prof. Paolo Armaroli

 

Prof. Giulio Vignoli

 

Prof.ssa Adriana Gardino

 

On. Enrico Ferri

 

Relazione di sintesi del Prof. De Angelis

 

Commemorazione presso il cimitero di Sarzana

Commemorazione

 

Avv. Saudino

 

On. Cristiana Muscardini

 

On. Cesco Baghino

 

Carlo Alberto Biggini jr

 

Santa Messa celebrata da Mons. Antonio Vigo, cappellano militare del distretto Alto Tirreno

 

Altri documenti:

L’invito

 

Rassegna stampa:

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Tratto da Agenzia Stampa Italia

(ASI) Storia e Controstoria. Lettere in Redazione –  La missione era quella di bombardare la zona industriale di Milano. Furono impiegati tre Bomb Group: 38 aerei B-24 del 461° group diretti sugli stabilimenti Isotta Fraschini, 29 aerei B-24 del 484° group per gli stabilimenti Alfa Romeo, 36 aerei B-24 del 451° per colpire gli stabilimenti della Breda; in totale 103 bombardieri quadrimotori ciascuno con  10 bombe da 220 Kg a bordo; in totale 226,6 tonnellate di bombe liberatrici.

(Si pone in rilievo che l’accordo, dietro pagamento 160 milioni mensili, con il CLNAI era specificatamente quello di proteggere le risorse economiche e industriali del Nord Italia! Ci si chiede, allora, come mai i partigiani non corsero, a gara, ad  arruolarsi nella contraerea!) Gli aerei del 461° e del 484° group, in assenza di aerei da caccia e di contraerea, raggiunsero gli obiettivi senza difficoltà. Un certo numero di bombe  caddero fuori bersaglio colpendo alcuni palazzi in zona Fiera con molti morti tra la popolazione. Gli aerei del 451°, raggiunto l’I.P. (l’initial point), a circa 4 Km. dall’obiettivo, cambiarono rotta dirigendosi verso gli stabilimenti Breda. La prima ondata sganciò fuori bersaglio il proprio carico e le bombe caddero in aperta campagna nella zona di Saronno. Dopo alcuni minuti, la seconda ondata prese, senza apparente motivo, una rotta di attacco deviata di 22 gradi verso destra invece che verso sinistra (linea rossa nella foto aerea); quando il leader della formazione si accorse dell’errore, che aveva fatto “mancare” l’obiettivo degli stabilimenti, decise di rientrare alla base. La missione era “fallita”.

Sarebbe stato preciso dovere del comandante dare l’ordine di sganciare a  mare le bombe, sulla via del ritorno, ma, non si sa se perché previsto dal piano operativo, si attuò uno dei peggiori crimini contro l’umanità nella guerra aerea di quegli anni. Le bombe furono sganciate sulle abitazioni civili che erano perfettamente visibili, date le favorevoli condizioni meteorologiche.

L’abitato di Gorla, si trasformò in un inferno! Vennero distrutte case, negozi, officine e la scuola elementare “Francesco Crispi” provocando una strage che avrebbe cambiato la vita del quartiere per sempre: 184 scolari, i loro insegnanti ed alcuni genitori che, al suono dell’ allarme erano accorsi per portarli a casa. Quel giorno, in Milano,  furono recuperati 614 corpi, di molti altri non si ritrovarono nemmeno i resti dilaniati dalle esplosioni.

Nella foto aerea riprodotta più in basso, sulla sinistra è visibile l’Initial Point, cioè il punto da dove si diramano le rotte verso i diversi bersagli. Sul lato destro la sottile linea quasi verticale è il viale Monza lungo il quale, in basso, è visibile il quartiere di Gorla.

La linea verde al centro mostra la rotta (118°) seguita dai bombardieri appartenenti al 461° group che centrò i capannoni situati ad ovest del viale Monza.

In giallo è indicata la rotta di 096° del secondo gruppo di  aerei (2nd attack unit) che aveva, come  bersaglio, altri capannoni che vennero completamente mancati.

Quella rossa e la linea che evidenzia la rotta di 140°, erroneamente (Vedi le osservazioni che seguono) seguita dal terzo gruppo; il comandante, resosi conto troppo tardi di essere finito fuori obiettivo, decise di lanciare il suo carico sul centro abitato.
La giornata era limpida, senza nebbia o smog, non c’era alcuna possibilità di confondere le fabbriche con le abitazioni. Il risultato è chiaramente visibile in basso a destra: i puntini bianchi rappresentano le bombe cadute sulle abitazioni e sulla scuola di Gorla.

L’intestazione della foto indica il bersaglio:    MILAN BREDA WORKS ; Il numero della missione:   138; la data: 20 ottobre 1944; l’ora: 11,24 a.m.; il numero di bombe sganciate: 342 in totale dalle due ondate di bombardieri.

Fonte : National Archives, Washington, G-2, Target damage file (Milan)

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Riceviamo e pubblichiamo l’appello di Cristiana Muscardini per la raccolta di firme a sostegno delle petizioni che alleghiamo a seguire:

lunedì 29 ottobre, in Piazza San Babila angolo C.so Europa, dalle ore 12:00 alle ore 18:00 (sotto i portici) il movimento Conservatori Social Riformatori (CSR) organizza un banchetto per la raccolta di firme sulle Petizioni che vi allego. Nel caso non poteste venire, e se condividete le proposte, firmate le petizioni on-line sul sito www.movimentocsr.it. Le petizioni possono essere anche stampate, presentate e fatte firmare ai vostri amici e conoscenti.

Grazie per la collaborazione, se avete suggerimenti da mandarci li accoglieremo molto volentieri.

Un caro saluto,

Cristiana Muscardini

Petizione finanziamento partiti

Petizione Regioni

Petizione Erasmus

Sen. Riccardo Pedrizzi

Sen. Riccardo Pedrizzi

Per tutta l’estate è rimasto vivace, anzi si è intensificato, dopo un graffiante e provocatorio articolo di Ernesto Galli della Loggia del 24 giugno scorso, il dibattito su quale sarebbe “la forma di azione politica che dà maggiore rilevanza o minore irrilevanza a questa cosa strana che una volta si autodefiniva il mondo cattolico” (Alberto Melloni).

La discussione su questo tema era iniziata oltre un anno fa con il primo convegno di Todi, dove si erano riuniti molti movimenti e realtà dell’associazionismo cristiano; era proseguita, ad intermittenza, nel corso di quest’anno con vari interventi, come quello di Giuseppe De Rita del 4 marzo scorso.

Sempre sul “Corriere della Sera” hanno partecipato, tra gli altri, a questo dibattito Dario Antiseri, Alberto Melloni, Massimo Teodori, Andrea Riccardi, Vittorio Possenti, Roberto Mazzotta, Franco Monaco, Carlo Calenda, Benedetto Ippolito, Andrea Romano, Gianfranco Rotondi, Natale Forlani, Pasquale Pellegrino, Carlo Castelli.

Proviamo, dunque, in vista dei prossimi convegni, che si vanno annunciando in tutta Italia su questo tema, ad individuare alcune coordinate del ragionamento, cercando di mettere a fattor comune le riflessioni sullo stato dell’arte dal mondo cattolico e di intravedere quelle direttrici di marcia suggerite ed emerse dal dibattito, anche  perché si avvicina sempre di più il determinante e cruciale appuntamento elettorale del prossimo anno.

Una realtà è indiscutibile: “il mondo cattolico oggi è in seria difficoltà eppure solo ad ottobre 2011, un anno fa cioè, un po’ tutti (giornalisti, politici, cardinali, leader dell’associazionismo ecc.) ritenevano alle porte una ricomposizione forte della presenza pubblica dei cattolici” (De Rita).

Si è invece accelerato lo scivolamento verso l’irrilevanza dell’associazionismo in genere e “quello che pagherà uno scotto maggiore è e sarà il mondo cattolico che ha i suoi cardini proprio nei soggetti intermedi” (De Rita).

E così, pur disponendo il cattolicesimo italiano di un’immensa rete sociale “ed una sua rappresentanza politica sparpagliata quasi ovunque, …essa sul piano politico e programmatico risulta inefficace, a corrente alternata e marginale” (Vittorio Possenti).

Ciononostante “il  pluralismo politico tra i cattolici è stato un guadagno sia per la Chiesa, che vede così esaltare la libertà e l’universalità della sua missione, al riparo anche solo dal sospetto che essa prenda posizione tra le parti politiche, sia la democrazia italiana con l’attenuazione dello storico sovraccarico ideologico che ne ha inibito a lungo una libera articolazione” (Franco Monaco).

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