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Nell’immagine, un riassunto di quello che fu la notte del 25 Luglio. La loro disposizione al tavolo del Gran Consiglio ed il destino che toccò agli uomini che decisero il futuro dell’Italia. Clicca sull’immagine per ingrandirla

il lavoro è partecipazioneIn un periodo nel quale mancano veri progetti e programmi di politica sociale ed economica esce un interessante e documentato volume di articolata e attualissima proposta (Mario Bozzi Sentieri – Ettore Rivabella, Lavoro è partecipazione, Settimo Sigillo, Roma 2012, € 10,00).

Si tratta, come dice anche il sottotitolo, di un ” Manifesto per una nuova strategia di Azione Sindacale”. Significativo, poi, che la prefazione sia di Giovanni Centrella, Segretario Generale dell’UGL, ossia di quella Confederazione che non solo ha nella sua storia presenze ed elaborazioni di forte rilievo, ma che anche ora segue attentamente le gravi vicende italiane ed europee senza essere condizionata dal tardo classismo che appesantisce, oppure addirittura neutralizza, l’azione della CGIL, della CISL e della UIL.

Scrive tra l’altro Centrella che «l’attuazione del principio costituzionale riguardante la partecipazione dei lavoratori e la condivisione con loro delle responsabilità, delle scelte, delle dinamiche e degli utili, può dar loro un nuovo slancio a uno sviluppo che abbia come presupposto la sintesi tra le istanze sociali e economiche che costituiscono il binomio caratterizzante la produzione e il mercato».

L’articolazione del volume si svolge secondo uno schema logico che conduce il lettore ad addentrarsi nella materia in maniera convincente e lo porta ad essere aderente alla tesi di fondo. Dai capitoli che tratteggiano i nuovi scenari e quindi i cambiamenti in corso nella scena mondiale si passa ad affrontare la tematica riguardante la nuova cultura che deve caratterizzare una diversa socialità. Quindi – e per il lettore diventa il tema centrale – si afferma la necessità di un interventismo statale moderno fondato su una legittimità democratica di nuova concezione. Di qui la richiesta di un adeguamento della azione sindacale fondato su una battaglia esplicita per la partecipazione istituzionalizzata sia nelle attività produttive che in quelle della rappresentanza politica.

Gli Autori affrontano con capacità interpretativa coerente le problematiche del lavoro che sono sul tappeto, tenendo sempre presenti le correlazioni con le innovazioni tecnologiche pervasive e con le dimensioni globali delle competizioni mondiali. Soprattutto non si lasciano intimorire dalla informazione, spesso fuorviante, dei mezzi di comunicazione asserviti in gran parte ai potentati finanziari speculativi: l’economia reale – essi affermano giustamente – è il vero terreno di confronto e la base imprescindibile per risolvere la crisi generale e riprendere lo sviluppo.

Tra gli argomenti sui quali riteniamo di dover richiamare l’attenzione, oltre naturalmente quelli specifici relativi alla cogestione e alla nuova caratterizzazione che deve avere una diversa attività sindacale, vi è quello riguardante il capitolo dal titolo “Ripensare la democrazia”.

«Bisogna – scrivono Bozzi Sentieri e Rivabella – prendere atto che la democrazia, quale almeno storicamente si è manifestata nelle sue forme borghesi ed ancora oggi ci appare, è, nella sua essenza, il regno dell’individualismo e dell’astrattismo (Joseph De Maistre); è la fabbrica dell’incompetenza degli uomini politici (René Guénon); è il luogo deputato della partitocrazia (Robert Michels); in essa avviene il dominio dell’oligarchia capitalistica sulla realtà politica (Julius Evola); nella democrazia elettorale, condizionante è la capacità di agire sull’ingenuità della masse attraverso l’aiuto della stampa influente e di “una infinità di astuzie”(George Sorel)».

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Il muro di Berlino ha sepolto i comunisti, il mito dell’unità italiana intorno ai sacri e indeclinabili valori della resistenza al fascismo ha consegnato ai postcomunisti il potere di legittimare o delegittimare il qualunque esponente della cultura e della politica nazionale.
L’uscita della tradizione italiana dai lavativi ingranaggi della censura comunista non è dunque possibile senza accettazione della verità storica sul fascismo e sui cattolici consenzienti.
La demonizzazione del fascismo proietta un’ombra infamante su tutte le espressioni del pensiero italiano che non sono riconducibili al compromesso con i rottami dell’ideologia comunista o alla condivisione dei suoi desolanti esiti francofortesi.
L’inflessibile rigore degli antifascisti giustifica ultimamente l’oblio della dottrina insegnata dai pontefici preconciliari ovvero l’esilio di tutti i pensieri cattolici (la dottrina sociale del Beato Giuseppe Toniolo, ad esempio) che non sono inclusi nella costituzione, concepita come indiscutibile surrogato del Vangelo.
Il presente saggio è inteso a riabilitare le ragioni dei prelati e degli intellettuali cattolici che avviarono un costruttivo dialogo con il fascismo. La loro aprioristica condanna è il vettore della deportazione cattolica nel margine abitato dalla scolastica bolognese e intitolato alla subalternità ad ogni costo.
Intransigente testimone della tradizione cattolica, Piero Vassallo è autore di numerosi saggi finalizzati a dimostrare la presenza di antiche superstizioni nella scienza filosofica dei rivoluzionari. Di qui il suo costante interesse per il Novecento italiano, teatro di una geniale e purtroppo calunniata risposta al nichilismo strisciante nelle ideologie. Secondo Vassallo, il costruttivo dialogo delle avanguardie fasciste con la tradizione cattolica è il cuore di una straordinaria vicenda che interessa i testimoni del fallimento cui è destinata la mitologia intorno alla mano magica del mercato, testa e coda del serpente ideologico che ha avvelenato l’età moderna. Di Vassallo, Solfanelli ha pubblicato i saggi “Itinerari della destra cattolica”, “Icone della falsa” destra e “Contravveleni e antidoti al pensiero debole”.

L’analisi di Dino Campini sulla vicenda dei carteggi Mussolini – Churchill, con un ritratto del Duce completamente nuovo. Scarica

Enrico Vezzalini fu Prefetto di Ferrara e Novara, nonché membro del collegio giudicante del Tribunale speciale per la difesa dello Stato della Repubblica Sociale Italiana in occasione del Processo di Verona, che processò i membri del Gran Consiglio che firmarono l’Ordine del giorno Grandi per la sfiducia al Presidente del Consiglio Benito Mussolini.
Finita la guerra fu processato e condannato a morte su richiesta del pubblico ministero e futuro presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro. La sentenza capitale fu eseguita a Novara il 23 settembre 1945.

Su quella vicenda, riportiamo alcune testimonianze:

Articolo del Corriere della Sera

Blog su Vezzalini

Lettere Vezzalini

Il libro di Andrea Carlesi nella presentazione di Arturo Conti, presidente della Fondazione RSI. Leggi Pubblichiamo anche alcuni brevi estratti, che vedono protagonista il Ministro Biggini (la qualità della scansione non ottimale, è dovuta alla necessità di preservare l’integrità del volume). Leggi

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Pubblichiamo la lettera del Presidente CESI Gaetano Rasi sulle cause dell’attacco all’euro. Di seguito, una breve introduzione dello stesso Presidente Rasi.

“Cari Amici,
ho ritenuto di scriverVi l’allegata lettera per documentare la validità dell’attività del CESI.
Nel caso specifico riguardante la necessità della  tempestiva predisposizione  di  un progetto politico adeguato,
dopo la parentesi Monti, e la diagnosi riguardante l’attacco all’euro da parte dell’area speculativa del dollaro come vera causa della
crisi economica mondiale.”

Scarica la lettera del Presidente

Allegato 1, da dove ripartirà il centrodestra

Allegato 2, crisi della politica

Allegato 3, il futuro dell’Italia

Allegato 4, l’obiettivo nascosto è indebolire l’Europa

Allegato 5, la moneta unica non ha alternative

Allegato 6, estratto della relazione di Rasi al secondo convegno CESI

La cronistoria della crisi attraverso le interrogazioni rivolte alla Commissione Europea. Scarica la prefazione di Cristiana Muscardini

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