Invito il lettore prima di addentrarsi nella lettura di questo articolo, di soffermarsi su quanto ha scritto il fascista antifascista Giorgio Bocca nel suo “Storia dell’Italia partigiana”: <Il terrorismo ribelle non è fatto per prevenire quello dell’occupante, ma per provocarlo, per inasprirlo. Esso è autolesionismo premeditato: cerca le ferite, le punizioni, le rappresaglie per coinvolgere gli incerti, per scavare il fosso dell’odio. E’ una pedagogia impietosa, una lezione feroce>.
Oppure quanto scrisse, circa le conseguenze che la lotta partigiana poteva arrecare sulle popolazioni civili, il democristiano Benigno Zaccagnini: <La rappresaglia che veniva compiuta era un mezzo per suscitare maggiore spirito di rivolta antinazista e antifascista, e quindi si giustificava> (Dalla parte dei vinti di Piero Buscaroli).
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Siamo all’inizio dell’anno 2013 e nessuno può negare che, almeno in Italia, la situazione è catastrofica, come mai si è verificata nei decenni precedenti. In occasione della farsa dei festeggiamenti (non viviamo forse nell’era dell’immortale antifascismo? Ecco allora, festeggiare la sconfitta della nostra patria!) del 25 aprile e in questa occasione la presidente della camera, signora Laura Boldrini sentenziò che non esiste un fascismo buono. Queste parole sono state pronunciate in occasione della visita ad uno dei monumenti della lotta resistenziale: Marzabotto.
Marzabotto: allora vediamo cosa accadde a Marzabotto.
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Il film “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee, in proiezione nelle sale cinematografiche italiane, ha sollevato un tale vespaio su fatti avvenuti nel lontano 1944, che avverto la necessità di riproporre un mio studio su quegli avvenimenti.
Come il lettore potrà constatare si tratta di Storia e come tale suffragata di documentazione e testimonianze.
Sono stati eventi veramente tristi, da qualsiasi lato li si vogliano esaminare.
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