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In questi giorni si sta compiendo la parabola di una formazione artificiale così come era stata prevista dal CESI fin dal suo inizio. Pubblichiamo in testa alla presente nota i titoli apparsi il 4 e il 5 ottobre  su Il Giornale, l’organo ufficiale del PdL, che sintetizzano oltre il fatto anche la nemesi.

Le analisi effettuate dal nostro Centro di Studi Politici, subito dopo la nascita del PdL con la (con)fusione di AN con FI (27-29.3.2009), furono lucidissime e prefigurarono fin d’allora un epilogo di inevitabile dissoluzione. Tutto ciò a causa della divergente natura delle forze che si univano, della precarietà degli obiettivi di governo indicati e soprattutto della eterogeneità delle ideologie che vi avrebbero dovuto convivere.

Pubblichiamo integralmente i Documenti di Analisi n°2 e n°3 pubblicati dal CESI il 2 e il 4 aprile 2009. Il primo dal titolo “Natura e prospettive del nuovo partito Popolo della Libertà; il secondo dal titolo “Debolezze strutturali del PdL”.

Per chi volesse ulteriormente documentarsi, può fare ulteriore riferimento al volume del Presidente del CESI, Gaetano Rasi, dal titolo “Verso la Terza Repubblica. Diario delle riflessioni impolitiche”, edizioni Pagine, Roma 2010, cap.I, pagg. 15-23. Tale capitolo riporta quanto tempestivamente pubblicato sulla rivista Il Borghese, n°5 maggio 2009, pagg. 8-10, sotto il titolo “Una morte preannunciata”.

Sta a coloro che hanno a cuore le prospettive del nostro Paese e del popolo che vi abita – il quale vuol esplicare integralmente le proprie capacità e potenzialità come protagonista paritario e solidale nell’Unione Europea – adoperarsi per una corale opera di mobilitazione rivolta ad una adeguata e veloce presa di coscienza. Solo da essa sarà possibile una mobilitazione rivolta a realizzare una fase costituente che modifichi, con metodo democratico, gli attuali superati istituti rappresentativi, e selezioni una più responsabile e competente classe dirigente.

Il CESI, dopo aver espresso altre analisi oltre quelle riportate nei documenti sopra citati e, ripetiamo, qui sotto integralmente riportati,  ha elaborato soprattutto ulteriori prospettive, in due grandi Convegni Nazionali, per un futuro che vada oltre le infelici iniziative politiche dell’ultimo triennio.

Attualmente è in elaborazione da parte degli studiosi del CESI un MANIFESTO AGLI ITALIANI  per creare una rete tra le varie iniziative che sono in corso e realizzare una nuova prospettiva identitaria ed autonoma. Vi è tutto un mondo ideale ed umano che possiede idee e programmi in grado di riportare l’Italia a riprendere il ruolo che la Storia gli ha assegnato.

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Marcello Veneziani

Marcello Veneziani

La sinistra discute del niente, la destra pensa a salvarsi: è il momento giusto per affermare un “pensiero divergente”. Coraggioso, libero e folle

Bisanzio è assedita e la sinistra discute del sesso degli angeli, che nella società senza cielo sono i gay. Bisanzio brucia e la destra pensa asalvarsi il sedere e dove esso si posa, ovvero i seggi per la modesta classe dirigente. L’Italia affonda e nessuno rappresenta il suo corpo ferito e la sua anima umiliata. Cosa può fare la cultura per il suo Paese? Poco, molto poco. Ma deve farlo, quando il suo Paese rischia di morire. Cosa può fare la cultura? Scrivere, testimoniare, rivolgere appelli, gridare nel deserto, difendere la lingua, l’arte la civiltà….

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Sergio Marchionne, AD di Fiat

Tratto da “La Fiamma” di Alessandro Mezzano

Se in Italia ci fosse ancora la Socializzazione delle aziende, il caso FIAT, nelle forme drammatiche in cui oggi minaccia centinaia di miglia di posti di lavoro, non esiterebbe.
Con i dipendenti azionisti al 30% e presenti, con diritto di voto, nel consiglio di amministrazione, l’ipotesi di delocalizzare le fabbriche e di chiudere quelle italiane non avrebbe nessuna possibilità di realizzazione. E’ la solita questione del conflitto tra liberalismo e socialità che permette a Marchionne ed alla proprietà di porre allo Stato, alternativamente, il ricatto sui posti di lavoro o la decisione di chiudere nonostante, tra l’altro, tutti gli aiuti ricevuti nel corso degli anni che è stato calcolato che costituirebbero più del 50% del valore azionario odierno dell’azienda.
Insomma, se gli aiuti fossero stati un prestito anziché un regalo, lo Stato italiano sarebbe oggi l’azionista di maggioranza della FIAT ..!
Quello che il Fascismo aveva stabilito con la Socializzazione è che il lavoro non può essere un mero rapporto di prestazione d’opera remunerata, me è espressione di un rapporto sociale ed umano che trascende il puro aspetto economico e che, intervenendo sulla dignità delle persone e sul loro ruolo nella comunità, coinvolge l’essenza dei rapporti sociali e come tale rientra nelle competenze dello Stato che lo salvaguarda e lo controlla.
Con la socializzazione, il lavoratore cessa di essere oggetto del rapporto e ne diventa uno dei soggetti rivoluzionandone la natura ed il significato etico e sociale.
Facendo dell’azienda una cosa anche sua, il suo apporto diventa più collaborativo, più cosciente, più partecipativo.
Allo stato attuale, in questa pseudo democrazia che altro non è che una oligarchia di gruppi di interesse, in nome di una libertà che all’atto pratico impegna solo una delle parti, il capitale può agire su basi puramente impostate sul massimo profitto senza tenere in alcun conto né i risvolti sociali, né l’impatto che le sue azioni possono avere sull’intera comunità nazionale!
Come abbiamo detto più volte, ma è opportuno ripetere, questo il frutto avvelenato della vittoria che l’oro ha avuto sul sangue nell’ultimo conflitto mondiale perché è in seguito a quella vittoria che l’economia ha prevalso sulla socialità, e l’Uomo è entrato al servizio del denaro anziché essere il denaro al servizio dell’Uomo!
E’ del tutto inutile dibattersi con discussioni e proposte sulla contingenza del problema Fiat perché il progetto di Marchionne e della proprietà non sono altro che la logica conseguenza di una stato d’essere della società e fino a quando non si riuscirà a ribaltare la scala assurda e disumana dei valori e delle priorità che essa adotta, il problema si ripresenterà ogni volta che l’inseguimento del massimo profitto lo richieda! Non servono riforme.
Serve una rivoluzione che cambi la società ed i rapporti tra capitale e lavoro rendendoli più umani e meno finanziari.
Serve più umanesimo e meno ragioneria, più solidarietà e meno egoismo, più intelligenza aperta e meno pensiero gretto! Sarà capace questa società di evolversi in quella direzione?
Purtroppo l’esperienza ci rende pessimisti ..!!
Alessandro Mezzano

Una testimonianza sul soggiorno di Winston Churchill nell’estate del 1949 a Gardone Riviera sul Garda, mentre sta dipingendo quello che dovrebbe essere il Golfo di Maderno, poichè si trova nella spiaggia posta esattamente all’ingresso di Maderno e più esattamente, sotto l’ingresso di Villa Gemma, ex residenza del Ministro Biggini. Di questo quadro non si hanno tracce e nessuno l’ha mai visto, come è scritto in questa memoria dell’ex agente di Pubblica Sicurezza Andrea De Rossi. Clicca per visualizzare il documento

Nell’immagine, un riassunto di quello che fu la notte del 25 Luglio. La loro disposizione al tavolo del Gran Consiglio ed il destino che toccò agli uomini che decisero il futuro dell’Italia. Clicca sull’immagine per ingrandirla

Segnaliamo gli articoli di fondo del noto scrittore e giornalista Marcello Veneziani, amico del nostro Centro Studi, il quale esprime egregiamente quelle esigenze che possono mobilitare un ambiente politico, purtroppo finora sordo alla necessità di porre, oltre le analisi contingenti, obiettivi progettuali modernissimi e risolutivi per l’immediato futuro.

Va notato il fatto che tali articoli hanno costituito l’editoriale di apertura dei due quotidiani che maggiormente rappresentano il più grande schieramento politico dell’attuale Parlamento

Articolo del 05/06/12

Articolo del 05/07/12

Con grande piacere diamo risalto all’iniziativa dell’On. Cristiana Muscardini, che con alcuni amici, ha dato vita al Movimento Conservatori Social Riformatori il cui programma è sintetizzato nel manifesto Alpha. Per statuto al Movimento ci si può iscrivere anche se si è già iscritti ad un partito politico purché si condividano le proposte di Alpha.
Ci si può iscrivere normalmente o come simpatizzanti osservatori e possono iscriversi sia le persone fisiche che le associazioni o le persone giuridiche.

Perchè Conservatori Social Riformatori

L’Italia ha bisogno che la politica torni ad essere comprensibile ed attenta alle modifiche avvenute nella nostra società, sia dal punto di vista economico che sociale.
Il governo dei tecnici é di fatto, e di diritto, un governo politico perché sostenuto da una maggioranza parlamentare e perché, comunque, ogni scelta, in ogni campo, parte da un presupposto politico e porta ad una scelta politica.
Grillo, come a suo tempo la Lega, non sono l’antipolitica ma rappresentano modi diversi di interpretarla e vanno perciò contrastati sul piano politico e non su quello delle contumelie.
Gli italiani sono preoccupati, giustamente preoccupati: le scelte degli ultimi anni non hanno portato benefici né per i singoli, né per le imprese, né per il riassetto più moderno e meno costoso dell’apparato statale.
I partiti politici sono aggrovigliati in una crisi esistenziale perché non trovano il coraggio e la volontà di riformarsi in modo serio e radicale. Troppi interessi nascosti, alcuni dei quali finalmente divenuti palesi, hanno dimostrato che la corruzione e i benefici privati, nella gestione della cosa pubblica, hanno da troppo tempo superato ogni livello di decenza.
Occorre individuare una nuova via capace di coniugare lavoro e capitale, modernità e progresso con la difesa dell’ambiente e del territorio, conservando il livello sociale raggiunto con tanta fatica. Ma bisogna anche saper promuovere nuovi interventi per affrontare i problemi di una società che invecchia, per aprire ai giovani speranze effettive, e non effimere, di lavoro e di vita. Rimangono ancora aperti molti problemi tra i quali la parità di genere, il rispetto della donna, le garanzie dei diritti civili, sia per i cittadini italiani sia per coloro che lo diventeranno o che sono rifugiati politici.

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In passato abbiamo già presentato l’opera di Dino Campini, Piazzale Loreto, ma riteniamo che sia quanto mai opportuno approfondire l’analisi su questo testo, trattando di argomenti che in qualche modo risultano ancora d’attualità e di misteri che ancora non hanno avuto una soluzione, legati principalmente alla sparizione dei carteggi di Mussolini.
Ma chi era Dino Campini e perchè è così importante la sua testimonianza? Campini fu Comandante del IV° Btg. Carri M del 133 Reggimento corazzato in Africa Settentrionale, prima di divenire il segretario speciale del Ministro Biggini, con il quale si instaurò un rapporto non solo lavorativo, ma anche di cordiale amicizia.
La stretta vicinanza con Biggini, portò Campini ad un contatto ravvicinato con i carteggi della linea d’ombra, conservati nell’ormai famosa cartellina di marocchino rosso, scomparsa immediatamente dopo la morte del Ministro Biggini.
Il rapporto di Campini con quei documenti fu anche in qualche misura di soggezione, in virtù dell’enorme peso storico del carteggio. In un passo del libro arriva infatti a definire la cartellina sua “nemica”, ma ne divenne in più occasioni il custode fidato, a partire dall’anno 1944. I documenti erano divisibili in tre carteggi: quelli tra Mussolini e gli inglesi, quelli tra Mussolini e i tedeschi, quelli tra Mussolini e il Vaticano e Biggini era l’unico ad averli in custodia tutti e tre. Campini rimane comunque il primo a parlare pubblicamente dell’esistenza del carteggio e dei suoi contenuti e nello stralcio del libro che pubblichiamo, è possibile comprendere quale sia l’importanza ed il peso di quei documenti.

Scarica la terza parte del libro

L’attività al Parlamento Europeo svolta da Cristiana Muscardini in due anni di legislatura, dal 14 Luglio 2009 a Settembre 2011.

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Nel 1994 un giovane Carlo Alberto Biggini, attuale vice presidente dell’Istituto, si presenta alle elezioni nazionali. E’ molto interessante rileggere il programma elettorale, nel quale si ritrovano molti spunti legati alla più stretta attualità.

Programma elettorale

Intervista

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Comunicato ANSA

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