La rivoluzione islandese , ovvero l’alternativa pratica alle scelte del governo greco di far pagare ai cittadini e alla fasce piu’ deboli le colpe della finanza e della politica
E’ interessante sapere che dopo il crac finanziario islandese del 2008 è stato indetto un referendum popolare dove il 93% della popolazione ha deciso di fare pagare i danni ai banchieri ritenuti responsabili della débâcle economico-finanziaria.
Ora, alla vigilia delle elezioni politiche del prossimo aprile, vengono sospesi i negoziati di adesione alla UE (mala tempora per gli unionisti…)e, tenendo conto degli errori compiuti, l’Islanda pensa di redigere una nuova Costituzione facendo partecipare alla stesura i cittadini attraverso i social neyworks dove vengono raccolte le loro idee e le loro proposte.
Crowdsourcing si chiama questo processo che vede la partecipazione dei cittadini a scelte politiche che incideranno profondamente la loro sfera privata e sociale e va oltre l’istituto del referendum perchè coinvolge l’intera popolazione.
Dopo aver dato lezioni di democrazia e di sovranità monetaria a tutto l’occidente, ora l’Islanda dimostra come il cittadino si debba riappropriare del diritto di partecipare alle scelte piu’ importanti della vita economica, politica e sociale dell’Isola.