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I CADUTI DIMENTICATI DELLO SBARCO

Prima iniziativa del Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia

Alla vigilia del celebrazioni del 22 gennaio, una delegazione del Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia ha effettuato la sua prima uscita pubblica con un omaggio ai caduti dimenticati dell’Operazione “Shingle”. La delegazione, guidata dal responsabile culturale Pietro Cappellari, ha posto un fiore sui luoghi della morte del Brig. Giuseppe Pitruzzello, Renzo Mastracci e Bramante Pagliaro. Con questo gesto simbolico, che anticipa tutte le manifestazioni ufficiali in programma, si è voluto dare un segnale preciso, portando a conoscenza una realtà da sempre sottaciuta. I tre Italiani uccisi dagli Statunitensi quel 22 gennaio lo stanno a dimostrare. Ancor oggi si fa finta di non sapere nulla, ignorando la loro assurda morte. Tutti vennero uccisi “per errore”, in quanto i soldati americani, nell’eccitazione del momento, non seppero tenere a freno i nervi, uccidendo persone innocenti che ebbero la sventura di essere nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Particolare è la storia del Brigadiere Comandante la Stazione dei Carabinieri di Nettunia Centro Giuseppe Pitruzzello. Fu catturato la mattina da una pattuglia di Paracadutisti statunitensi, disarmato e condotto, insieme ad alcuni civili, verso la Caserma “Piave”. Durante il tragitto, però, venne scorto da un’altra pattuglia che non si accorse che il Sottufficiale era disarmato e già prigioniero. Nell’eccitazione del momento, i Paracadutisti aprirono il fuoco contro il gruppetto di Italiani prigionieri, uccidendo sul colpo il Brig. Giuseppe Pitruzzello e ferendo un altro Carabiniere. Solo per miracolo non si ebbero altre vittime. Oggi, Pitruzzello è ricordato come il primo caduto della Repubblica Sociale Italiana sul fronte di Nettunia. Il Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia, che ricorderà anche gli altri civili uccisi dagli Statunitensi sul territorio delle attuali Anzio e Nettuno, si farà promotore di un “percorso della memoria”, perché queste vite spezzate non siano più ignorate dalle Amministrazioni comunali e perché sul luogo delle uccisioni si possano posizionare delle lapidi ricordo. Proporremmo, quindi, sia al Sindaco di Anzio sia a quello di Nettuno l’autorizzazione per poter affiggere dei manufatti che perpetuino la memoria di quanto avvenuto quel 22 Gennaio 1944.

 

Pietro Cappellari

Responsabile culturale Comitato

Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia

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