Grazie all’iniziativa del Dott. Pietro Cappellari, docente in Storia contemporanea dell’Accademia Delia e ricercatore della Fondazione della RSI – Istituto Storico di Terranuova Bracciolini (AR), lo studio di Gianni Capobianco Grammatica e cultura del dialetto nettunese (edito dal Comune di Nettuno alcuni mesi fa) è entrato di diritto nella prestigiosa biblioteca dell’Accademia della Crusca di Firenze, l’istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio dellalingua italiana, fondato nel 1583.
«Quando Capobianco mi parlò dei suoi studi sul dialetto nettunese – ha dichiarato il Dott. Pietro Cappellari – mi misi volontariamente al suo fianco, sentendo doverosa e necessaria una ricerca di tal genere, perché quell’immenso patrimonio culturale locale rappresentato dalla nostra parlata non fosse distrutto dall’avvento di una società globalizzata senz’anima, dove le radici dei popoli vengono annientate dal profitto e dalla scomparsa di valori primari come quello della Patria e della Nazione, intese come comunità di Popolo avente una stessa origine, una stessa terra, una stessa Tradizione. Il mio intervento di apertura allo studio di Gianni Capobianco è servito essenzialmente per dare un’anima al lavoro che stava eseguendo il noto cantautore nettunese, perché il libro non fosse solo una raccolta di detti e un elenco analitico di parole, condite da regole grammaticali proprie. Lo studio, che è nato per volontà di Capobianco come dono ai nettunesi, doveva avere un’anima, raccontando quello che era Nettuno fino a vent’anni fa, quando si viveva ancora in un paese e la società moderna faceva i suoi primi pesanti passi verso la distruzione di un mondo secolare. Questo volume non poteva e non doveva essere confinato nelle case dei nettunesi. E’ così che è nata l’idea di promuovere la sua diffusione anche negli istituti che studiano la lingua italiana e i suoi dialetti, affinché anche il nettunese potesse essere inserito nelle raccolte dei dialetti conosciuti e posto al centro di studi specialistici di alto livello. Il primo passo, quindi, è stato quello di entrare in contatto con la prestigiosa Accademia della Crusca che ha inserito di diritto il libro di Gianni Capobianco nella sua biblioteca. Un successo e una soddisfazione per me e per l’autore che ripaga di tanta fatica e di tanto impegno verso la nostra cara città. Un successo foriero di futuri sviluppi, tant’è vero che chiederemo all’Amministrazione comunale di promuovere su tutto il territorio nazionale, presso istituti culturali specifici, la diffusione del volume. Ma non solo. Perché lo studio effettuato non sia catalogato come “evento passeggero” da dimenticare, promuoveremo lo studio del dialetto nelle scuole del territorio. Uno studio che non ha la finalità “leghista” di affiancare o – addirittura! – sostituire lo studio della lingua italiana (che dovrà essere, anzi, potenziato a discapito delle troppo invadenti lingue straniere), ma di esclusiva crescita culturale degli studenti. Infatti, cercheremo di promuovere la costituzione di gruppi teatrali che compongano ed effettuino – dopo l’orario scolastico – dei pezzi in dialetto nettunese. E’ questa, secondo il nostro avviso, l’unica speranza affinché la nostra parlata possa sopravvivere e non essere dimenticata in questa società della falsa libertà, senza più radici né valori».
Claudio Cantelmo