Vogliamo un’Europa veramente unita e protagonista di civiltà
Di Franco Cardini si può dire di tutto, ma non che le sue analisi non abbiano il respiro della profondità e il coraggio dell’anticonformismo politicamente scorretto. Quante giaculatorie abbiamo ascoltato in favore di questa Europa e quanti “crucifige” nei confronti di coloro che denunciavano gli evidenti crimini commessi nei confronti di chi non vuole assoggettarsi ai sacri principi dell’“Austerità”.
Quei postulati che, oramai è evidente ai più in buonafede, stanno precipitando i popoli europei sul piano inclinato del disastro non solo economico, ma politico e culturale. Deprimere i popoli per seguire gli indirizzi della Bundesbank significa uccidere ogni nobile aspirazione che l’uomo ha, di migliorare se stesso e di contribuire alla crescita della propria comunità. E allora, con Cardini, affermiamo che denunciare l’indicazione della strada dell’abbattimento di questa Europa soltanto monetaria, non significa essere antieuropeisti, ma seguire, per esempio, gli insegnamenti di Filippo Anfuso, che teorizzando l’”Europa Nazione”, non voleva certamente una accozzaglia di mercanti (dove il più forte la fa da padrone magari approfittando della cancellazione del suo debito bellico e post-bellico), ma una unione di popoli che ambivano, nel rispetto delle loro tradizioni e della loro cultura, a diffondere superiori linee di civiltà nel mondo, come detta la storia dell’Europa.
Un grande pensatore affermava «quando gli altri ancora scorrazzavano per le praterie, in Europa si costruivano le cattedrali». Questa Europa, costretta tra il terrore dell’estremismo islamico (tollerato quando non armato anche da certi soliti ambienti finanziari internazionali) e la minaccia del pauperismo senza prospettive deve essere abbattuta per poi rinascere. Chi balbetta sulla appartenenza politica variegata di chi si oppone a questa Europa, è al servizio dei poteri forti che vogliono mantenere lo status-quo per rafforzarlo a danno dei cittadini europei. Ben venga quindi, chi ha il coraggio di intraprendere un percorso non delimitato da vecchi steccati.
Già Giuseppe Giusti affermava: «ricerchiamo quello che ci unisce e respingiamo ciò che ci divide». Chi, scimmiottescamente, vuole dividere i pensionati greci dai pensionati degli altri Paesi, dimentica che i soldi prestati alla Grecia sono stati immediatamente riscossi dalle banche tedesche e francesi (anche, in parte, italiane), le quali hanno speculato sull’infame meccanismo dello spread, comprando titoli greci con interessi del 15% e creando quindi la falla che oggi si intende far pagare ai cittadini greci. Cittadini costretti alla ribellione come dimostrano i risultati del referendum del 5 luglio.
Cogliamo questa occasione: non si può costruire tra le rovine! Riappropriamoci della nostra cultura e della nostra storia e, dopo aver abbattuto l’infame sistema della finanziarizzazione, mettiamoci a fianco, se non alla testa, di tutti coloro che vogliono riportare un’Europa delle “Nazioni senza confini”, ad essere protagonista ed ispiratrice di Civiltà.
Giancarlo Gabbianelli
SOMMARIO
- Illuminanti riflessioni a posteriori su giudizi e su indirizzi. La questione greca e l’Europa germanocentrica. Corrispondenza tra Nazzareno Mollicone e Maurizio Belpietro
- RUBRICHE. “Documentazione”: Seduta della CdD 25/6/2015. Sintesi delle Mozioni sulle sanzioni contro la Russia a cura di Nazzareno Mollicone. “Lettere al Sestante”. L’Unione Europea perché? di Michele Puccinelli e risposta del Presidente O., G. Rasi. “I Libri del Sestante”. Rassegna di novità librarie a cura di Mario Bozzi Sentieri. “La Biblioteca”. I libri scritti da soci del CESI. “Le pubblicazioni del Cesi”.