E’ uscito il nuovo libro di Pietro Cappellari e Alberto Sulpizi Carabinieri in Africa Orientale Italiana. Immagini da un Impero, pubblicato dalla Herald Editore di Roma. Non solo una storia raccontata ma, soprattutto, un storia da vedere. Si tratta, infatti, di un vero e proprio album fotografico della conquista dell’Abissinia vista con gli occhi di un giovane Ufficiale dell’Arma. Il Prof. Sulpizi è riuscito a salvare un gruppo di foto degli anni 1936-1938 destinate alla distruzione e dall’incontro con il Dott. Cappellari è nata l’idea di pubblicare un libro che ripercorresse quella storia dimenticata che fu l’impresa d’Etiopia, cercando, attraverso le immagini di vita quotidiana, di riscoprire quei valori che animarono milioni d’Italiani in quegli anni di passione patriottica. Si tratta di foto inedite dall’alto valore storico e anche antropologico, che ci dipingono un terra affascinante, misteriosa, romantica e ci raccontano della vita di quei giovani soldati che “fecero l’impresa”.
Il libro è stato presentato Domenica 3 Marzo 2013 nella straordinaria cornice del Forte Sangallo di Nettuno. Tra il numeroso pubblico presente, una delegazione ufficiale del Comando Compagnia Carabinieri di Anzio e della Stazione Carabinieri di Anzio. Presenti anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia il reduce di El Alamein Sante Pelliccia, e delegazioni dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori, dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Ospiti d’onore: l’Assessore alla Cultura del Comune di Nettuno Carla Giardiello, il Presidente della Pro Loco Dott. Marcello Armocida, la Dott.ssa Rita Dello Cicchi, l’Assessore Ernesto Flamini, l’ex-Sindaco di Ardea Prof. Carlo Eufemi, il Consigliere Comunale Prof.ssa Anna Ferrazzano, il Dott. Vincenzo Monti, il Prof. Giancarlo Baiocco e il Dott. Massimo Temperilli. Il Sindaco di Nettuno Dott. Alessio Chiavetta ha inviato ai convenuti un augurio di buon lavoro.
L’opera è un omaggio al valore del soldato italiano, ma anche alle orgogliose popolazioni abissine e all’Africa Orientale, terra dai legami indissolubili con l’Italia. In quegli anni, la Nazione italiana riuscì ad adempiere i postulati del Risorgimento, esercitare cioè un “primato”, compiere una “missione”. A tanti anni di distanza, triste è vedere le condizioni del continente africano in balia di epidemie, della povertà, del malgoverno. I nipoti di coloro che cacciarono gli Europei dal suolo africano, fuggire essi stessi dall’Africa per raggiungere l’opulenta Europa. Qualcosa non è andato nel verso dovuto… e ad un’epoca d’avventure, di spedizioni, di scoperte, di progresso civile e sociale è subentrata un’epoca di sfruttamento economico e politico ancora peggiore dello stesso colonialismo di stampo franco-britannico. Ancor oggi, le uniche opere di qualche interesse in Africa Orientale sono quelle che costruirono in cinque anni gli Italiani, anche se qualcosa sta cambiando. Fuggita dalle proprie responsabilità l’Europa, nel continente africano è piombata la Cina, con tutti i suoi spregiudicati – per non dire altro – investimenti. E tristi risuonano le parole di un Ingegnere cinese impegnato alla costruzione di una delle più grandi dighe africane a un giovane Italiano impegnato, invece, nella promozione dei diritti civili: «Voi Europei avete fatto tanto, in passato, per l’Africa. Oggi siete assenti. Qui il vostro posto è solo nei musei».
Eppure vi fu un passato in cui l’Italia seppe esercitare un “primato” e una “missione” da tutto il mondo invidiati.
Ecco, questo libro serve proprio a questo. A ricordare il sacrificio di migliaia di volontari italiani, a ricordare una più grande Italia, più unita e più libera di quanto non sia oggi.
Claudio Cantelmo