Importante successo editoriale della Delegazione di Mantova della Fondazione RSI
A poco più di un anno dalla prima edizione, la Delegazione di Mantova della Fondazione della RSI – Istituto Storico ha ristampato lo studio di Pietro Cappellari su La Fatima della RSI. Maggio 1944: le apparizione mariane di Ghiaie di Bonate, tra speculazione politica e realtà storica.
E’ uscito il nuovo libro di Pietro Cappellari e Alberto Sulpizi Carabinieri in Africa Orientale Italiana. Immagini da un Impero, pubblicato dalla Herald Editore di Roma. Non solo una storia raccontata ma, soprattutto, un storia da vedere. Si tratta, infatti, di un vero e proprio album fotografico della conquista dell’Abissinia vista con gli occhi di un giovane Ufficiale dell’Arma. Il Prof. Sulpizi è riuscito a salvare un gruppo di foto degli anni 1936-1938 destinate alla distruzione e dall’incontro con il Dott. Cappellari è nata l’idea di pubblicare un libro che ripercorresse quella storia dimenticata che fu l’impresa d’Etiopia, cercando, attraverso le immagini di vita quotidiana, di riscoprire quei valori che animarono milioni d’Italiani in quegli anni di passione patriottica. Si tratta di foto inedite dall’alto valore storico e anche antropologico, che ci dipingono un terra affascinante, misteriosa, romantica e ci raccontano della vita di quei giovani soldati che “fecero l’impresa”.
Il libro è stato presentato Domenica 3 Marzo 2013 nella straordinaria cornice del Forte Sangallo di Nettuno. Tra il numeroso pubblico presente, una delegazione ufficiale del Comando Compagnia Carabinieri di Anzio e della Stazione Carabinieri di Anzio. Presenti anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia il reduce di El Alamein Sante Pelliccia, e delegazioni dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori, dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Ospiti d’onore: l’Assessore alla Cultura del Comune di Nettuno Carla Giardiello, il Presidente della Pro Loco Dott. Marcello Armocida, la Dott.ssa Rita Dello Cicchi, l’Assessore Ernesto Flamini, l’ex-Sindaco di Ardea Prof. Carlo Eufemi, il Consigliere Comunale Prof.ssa Anna Ferrazzano, il Dott. Vincenzo Monti, il Prof. Giancarlo Baiocco e il Dott. Massimo Temperilli. Il Sindaco di Nettuno Dott. Alessio Chiavetta ha inviato ai convenuti un augurio di buon lavoro.
Quaderni della scuola dottorale interateneo in scienze giuridiche Ca’ Foscari e del Centro Studi Giuridici del dipartimento di economia
Contributi di: Lorenzo De Angelis, Alberto Urbani, Adalberto Perulli, Mattia Esposito, Valentina Cagnin, Alessandra Bellini, Daniele Rivieccio, Andrea Mintu, Roberta Cossu, Gabriella Verdura, Alberto Barbazza
Un interessante resoconto sulle comodità già presenti sui bus imperiali. Dalla rivista Ruote Classiche
Autore: Pietro Cappellari
Editore: Herald Editore (Roma 2011)
Formato: 17×24 (429 pagine)
Prezzo: 30 Euro
Info: cappellaripietro@gmail.com
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Nettunia venne ufficialmente “fondata” il 24 gennaio 1940-XVIII E.F. con l’organica fusione dei due preesistenti Comuni di Anzio e Nettuno. Questa cittadina è degna di essere annoverata tra le “città fantasma”, tra quegli antichi agglomerati urbani che la storia ha sepolto e delle quali si è persa memoria storica.
Nettunia fu un “progetto” del Regime fascista e per questo fu condannata a una damnatio memoriae che permane tutt’oggi. Anche tra i residenti di Anzio e Nettuno pochi sanno cosa fu Nettunia e questi pochi, molto spesso, hanno delle informazioni – o dei ricordi – del tutto deformati da pregiudizi consolidati, dalle ideologie politiche, dalla televisione e dalla stampa.
La storia di Nettunia è intimamente legata alla Seconda Guerra Mondiale. Non solo per il particolare periodo storico che la vide nascere, ma anche per il rapporto che s’instaurò con i numerosi militari che si avvicendarono sul suo territorio, sede di importanti installazioni delle Regie Forze Armate.
Nettunia, fu devastata dalla guerra, quella guerra che iniziò con i bombardamenti angloamericani ed ebbe il suo apice nello sbarco alleato del 22 gennaio 1944 e nelle successive battaglie che sconvolsero tutto il territorio della testa di ponte.
Tra questi eventi si colloca l’8 settembre 1943: la resa incondizionata dell’Italia, l’occupazione germanica, lo squagliamento dei reparti del Regio Esercito. Anche in questo caso, Nettunia ha una storia da raccontare. Una storia straordinaria e sconosciuta.
Una cattiva “coscienza” elaborò, nel dopoguerra, il mito delle “tre giornate di Nettuno”. Un mito che affermava che, dopo l’8 settembre, il “popolo di Nettuno” era insorto contro i “nazi-fascisti”.
Si trattò semplicemente di una grossolana operazione di manipolazione della storia. I documenti da noi ritrovati hanno, per la prima volta, potuto far luce su cosa avvenne realmente nella cittadina in quei caotici giorni, smantellando la vulgata resistenziale.
Parte non secondaria di questo studio riguarda l’esame delle violenze che gli Alleati commisero contro la popolazione dopo l’operazione di sbarco. Crimini di ogni tipo, oggi dimenticati o addirittura giustificati. Furti, rapine, omicidi, stupri, perdita della dignità nazionale, furono il triste tributo da pagare a coloro che vennero chiamati “liberatori”.
Con questo lavoro, per la prima volta, viene presentata al pubblico la storia di Nettunia, un progetto straordinario nato dalla tenace volontà di riscattare nel Lavoro le Tradizioni millenarie di un Popolo.
Autore: Pietro Cappellari
Editore: Herald Editore, Roma 2010 (seconda edizione riveduta e aggiornata)
Formato: 17×24; 250 pagine
Euro 20
Info: cappellaripietro@gmail.com
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Nel corso della prima metà del Novecento, sia ad Anzio che a Nettuno, esistevano i “Legionari”: la Prima Guerra Mondiale, la “pacificazione” della Libia, la conquista dell’Etiopia, la Cruzada spagnola e, naturalmente, la Seconda Guerra Mondiale, avevano visto la massiccia partecipazione di Nettunesi ed Anziati che, con il loro sangue, avevano scritto le pagine più belle della storia d’Italia.
Con l’8 settembre 1943, con la firma della resa incondizionata, sembrò spezzarsi questo “continuum” e quel popolo che aveva dato alla storia “Santi, Eroi, Navigatori”, sembrò scomparire nell’anonimato più completo.
Invece no. Troppo superficiale e troppo comodo sarebbe sostenere questa tesi. Perché, mentre tutto un mondo crollava, mentre l’Italia cadeva nella più dolorosa e vergognosa resa che la storia ricordi, vi fu chi, pur sapendo di andare di fronte ad una sconfitta certa, prese le armi “per l’onore d’Italia” e dimostrò che quel tipo umano, capace di miracoli ed eroismi, non era scomparso dalla nostra penisola.
I ragazzi della RSI dimostrarono che l’Italia poteva ancora vantare i suoi… Legionari.
Questo studio intende ricordare coloro che per una scelta d’onore sacrificarono quello che di più caro un uomo può avere: gli affetti e la vita.
Si trattò della scelta più difficile, ma a questi uomini poco interessava la “convenienza”, poco interessava il “calcolo”. Furono coscienti artefici del loro destino e furono coscienti che quella scelta, quel loro volontarismo, avrebbe costituito un “punto di non ritorno” che li avrebbe condotti anche al sacrificio supremo.
Di fronte ad una massa “grigia” e rassegnata, che passiva attendeva lo scorrere degli eventi, il loro esempio rifulge come un faro di luce nelle tenebre della notte.
Per sessant’anni il loro sacrificio venne dimenticato perché un’apposita censura politica non ha mai permesso che si parlasse di loro. Questo lavoro vuole scardinare il processo mentale di censura della memoria collettiva e ricordare chi – con delle scelte ben precise – fu artefice e protagonista della storia.
Particolarmente interessante la ricostruzione delle storie dimenticate di tutti quei Nettuniani che, arruolatisi nelle Forze Armate Repubblicane, non fecero più ritorno alle loro case.
Questo è stato l’aspetto più difficile della ricerca. Neanche i famigliari, infatti, hanno mai saputo nulla della loro storia.
Si è trattato di andare a ricostruire, tassello dopo tassello, dei mosaici di cui nessuno aveva mai visto l’aspetto. Fatti avvenuti in diverse località dell’Italia settentrionale, dimenticati anche dalla stessa memoria collettiva locale, su cui mancava un qualsiasi studio o testimonianza.
È stato così possibile ricostruire il disarmo del Presidio di Trino (Vercelli) della Brigata Nera “Ponzecchi”; lo scontro di Monforte d’Alba sostenuto dalla GNR di Imperia; il rastrellamento del Monte Genevris della GNR di Brescia; il rastrellamento di Pareto della Divisione “San Marco”; gli ultimi combattimenti in difesa della Valle Padana della Divisione GNR “Etna”; le stragi partigiane del dopoguerra a Milano; ecc.
Tutti episodi dimenticati che vengono ora presentati per la prima volta al pubblico, attraverso una rigorosa ricostruzione storica dei fatti.
Dopo più di 60 anni, tornano ad Anzio e Nettuno le storie dei loro figli caduti “per l’onore d’Italia”.
Autore: Pietro Cappellari
Editore: Herald Editore, Roma 2010
Formato 17X24; 569 pagine
Euro 30
info: cappellaripietro@gmail.com
Tempo di Storia, con la “S” maiuscola. Tempo di immancabile e doverosa rimessa in discussione degli innumerevoli miti e delle vanagloriose leggende di guerra dei soliti “liberatori”. Tempo, in fine, di una oggettiva e salutare rivalutazione di tutti quegli Italiani che, per libera scelta e piena determinazione, rifiutando l’armistizio e il tradimento regio dell’8 settembre 1943, ebbero il coraggio di lanciare intrepidamente il loro cuore oltre l’ostacolo, e di contrastare valorosamente metro per metro, con il loro volontario ed esemplare sacrificio, il rullo compressore dell’incontenibile invasione militare angloamericana, fino dentro le mura di Roma.
In una frase: tempo di ritorno alla realtà dei fatti.
In particolare, in questo suo ultimo (last but not least…) lavoro, Cappellari ci permette di penetrare negli anfratti nascosti e fino ad ora proibiti della genuina ricerca storica e di scoprire, meravigliati e sorpresi, una serie di fatti e di situazioni che smentiscono, in larga misura, la vulgata a proposito del celebre sbarco angloamericano di Nettunia.
Scopriamo, al momento dello sbarco alleato sulle spiagge di Nettunia, l’eroismo dei soldati germanici, dei Paracadutisti del “Folgore”, dei Marò del “Barbarigo”, degli uomini delle SS italiane, degli equipaggi dei barchini esplosivi della X MAS, nel tentativo di contrastare e respingere le forze di invasione angloamericane. L’abnegazione e il coraggio di 40 studenti italiani dei Gruppi Universitari Fascisti, volontari nella Luftwaffe, che furono in grado, nella zona di Cisterna, di ostacolare i reiterati assalti dei Paracadutisti statunitensi. L’eroica morte di Carlo Faggioni dei reparti Aerosiluranti italiani. L’epopea dei cecchini fascisti di Roma che, per ben tre giorni, combatterono contro gli Statunitensi una guerra dimenticata da tutti.
Scopriamo parimenti la fandonia di “Angelita di Anzio” (Angelita non è mai esistita!) e la Resistenza immaginaria… sui Colli Albani e i Monti Lepini (salvo casi di violenza personale ad Ariccia e a Palestrina…).
Pietro Cappellari, in questa sua istruttiva ed accattivante opera, ci parla di moltissimi altri episodi che, fino ad oggi, sono stati volutamente celati e colpevolmente “coperti”, agli ignari cittadini, dall’antifascismo italiano del secondo dopoguerra.
Ci parla, in particolare, dei territori laziali “liberati”; del mercato nero organizzato dai soldati USA con la collaborazione di delinquenti comuni e di incalliti imbroglioni italiani. Ci racconta di Am-Lire e di prostituzione (le famose “signorine”… così care ai GI’s statunitensi).
Insomma – il va sans dire… – è un libro assolutamente da leggere e da fare leggere, da meditare e da fare meditare.
Alberto B. Mariantoni
Il muro di Berlino ha sepolto i comunisti, il mito dell’unità italiana intorno ai sacri e indeclinabili valori della resistenza al fascismo ha consegnato ai postcomunisti il potere di legittimare o delegittimare il qualunque esponente della cultura e della politica nazionale.
L’uscita della tradizione italiana dai lavativi ingranaggi della censura comunista non è dunque possibile senza accettazione della verità storica sul fascismo e sui cattolici consenzienti.
La demonizzazione del fascismo proietta un’ombra infamante su tutte le espressioni del pensiero italiano che non sono riconducibili al compromesso con i rottami dell’ideologia comunista o alla condivisione dei suoi desolanti esiti francofortesi.
L’inflessibile rigore degli antifascisti giustifica ultimamente l’oblio della dottrina insegnata dai pontefici preconciliari ovvero l’esilio di tutti i pensieri cattolici (la dottrina sociale del Beato Giuseppe Toniolo, ad esempio) che non sono inclusi nella costituzione, concepita come indiscutibile surrogato del Vangelo.
Il presente saggio è inteso a riabilitare le ragioni dei prelati e degli intellettuali cattolici che avviarono un costruttivo dialogo con il fascismo. La loro aprioristica condanna è il vettore della deportazione cattolica nel margine abitato dalla scolastica bolognese e intitolato alla subalternità ad ogni costo.
Intransigente testimone della tradizione cattolica, Piero Vassallo è autore di numerosi saggi finalizzati a dimostrare la presenza di antiche superstizioni nella scienza filosofica dei rivoluzionari. Di qui il suo costante interesse per il Novecento italiano, teatro di una geniale e purtroppo calunniata risposta al nichilismo strisciante nelle ideologie. Secondo Vassallo, il costruttivo dialogo delle avanguardie fasciste con la tradizione cattolica è il cuore di una straordinaria vicenda che interessa i testimoni del fallimento cui è destinata la mitologia intorno alla mano magica del mercato, testa e coda del serpente ideologico che ha avvelenato l’età moderna. Di Vassallo, Solfanelli ha pubblicato i saggi “Itinerari della destra cattolica”, “Icone della falsa” destra e “Contravveleni e antidoti al pensiero debole”.