Da dove comincio? Da Cristoforo Colombo? Perché non se ne è stato a casa? Da Colombo un saltino alla Dottrina Monroe, sarebbe necessario; ma diverrebbe un discorso troppo lungo. Allora partiamo da oggi: inizio questo articolo ai primi di giugno 2014, giorno dei Ludi Veneziani, dove, tanto per cambiare, sono stati arrestati alcuni politici, e di nuovo tanto per cambiare, intenti a rubare. Nulla di nuovo sotto il cielo di questa Repubblica nata dalla Resistenza. Ma da qualche parte debbo pur iniziare, e allora ricordiamo quanto ebbe a dire l’ineffabile Woodrow Wilson (non lo ricordate?) in una lezione alla Columbia University nell’aprile 1907; quando rivolgendosi a giovani studenti americani, dichiarò: <Dal momento che il commercio ignora i confini nazionali e il produttore preme per avere il mondo come mercato, la bandiera della sua nazione deve seguirlo, e le porte delle nazioni chiuse devono essere abbattute… Le concessioni ottenute dai finanzieri devono essere salvaguardate dai ministri dello stato, anche se in questo venisse violata la sovranità delle nazioni recalcitranti… Vanno conquistate o impiantate colonie, affinché al mondo non resti un solo angolo utile trascurato o inutilizzato>. Immaginate cosa sarebbe accaduto se queste parole fossero state pronunciate da un Mussolini o da un Hitler. Ma adiamo avanti.
Oggi, per completare l’opera di distruzione, è in programma la svendita persino della Banca d’Italia e questa vendita, viene fatta passare dai carognoni, come un’operazione di salvataggio. Nessuna meraviglia: quest’opera di falsificazione è un tipico dei servizi inglesi e statunitensi che mirano di fare apparire il contrario di ciò che è nella realtà. Questi metodi tendono a rendere l’Italia un paese completamente soggiogato ad un sistema mafioso e criminale, come poi è avvenuto, al potere finanziario. Andiamo avanti e facciamo un saltino sino al 2 giugno 1992 e saliamo sul panfilo Britannia (da http://alfredodecclesia.blogspot.it/): <(Il Britannia), in navigazione lungo le coste siciliane. Sul panfilo c’erano alcuni appartenenti all’elite di potere anglo-americana, come i reali britannici e i grandi banchieri ai quali si rivolgerà il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni (Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers). In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni. A questa riunione parteciparono anche diversi italiani, come Mario Draghi, allora direttore delegato del Ministero del Tesoro, il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli. Fra i complici italiani possiamo trovare l’ex ministro del Tesoro Piero Barocci, l’allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Alcune autorità italiane (come Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori. Gli intrighi decisi sul Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani (come sta avvenendo, nda) di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani (…). Nel giugno 1992 si insediò al governo Giuliano Amato. Un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia. Infatti Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers. Appena salito al potere, Amato trasformò gli Enti statali in Società per azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l’elite finanziaria le potesse controllare, e in seguito rilevare. L’inizio fu concertato dal Fondo Monetario Internazionale che, come aveva fatto in altri paesi, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell’elite (…). Le reti della Banca Rothschild, attraverso il direttore Richard Katz, misero le mani sull’Eni (un gioiello mussoliniano, ndr), che venne svenduta. Il gruppo Rothscild ebbe un ruolo preminente anche sulle altre privatizzazioni, compresa quella della Banca d’Italia (…). Dietro tutto questo c’era l’elite economico finanziaria (Morgan, Schiff, Harriman, Kahn, Warburg. Rockefeller, Rothschild ecc), che ha agito preparando un progetto di devastazione dell’economia italiana e lo ha attuato valendosi di politici, di finanzieri e di imprenditori (…). Grazie alle privatizzazioni, un gruppo ristretto di ricchi italiani ha acquisito somme enormi, e ha permesso all’elite economico finanziaria anglo-americana di esercitare un pesante controllo sui cittadini, sulla politica e sul paese intero (…)>.
Come siamo arrivati a questo? Per una risposta più prossima alla verità, ci dobbiamo spostare alla metà degli anni ’30 dello scorso secolo. Ecco come lo storico Rutilio Sermonti dichiara (L’Italia nel XX Secolo): <La risposta poteva essere una sola: perchè le plutocrazie volevano un generale conflitto europeo, quale unica risorsa per liberarsi delle Germania – formidabile concorrente economico – e soprattutto dell’Italia. Questo è necessario comprendere se si aspira a evidenziare la verità storica: soprattutto dell’Italia>. Infatti il reale avversario delle plutocrazie erano i fascismi con le loro idee e proposte sociali, idee che si stavano espandendo in tutto il mondo; ecco, allora, la necessità di spingere la Germania e l’Italia alla guerra attraverso provocazioni e minacce.
Proviamo ad approfondire. Nel novembre 2011, sia l’Italia che la Grecia hanno subito un golpe bianco, senza che i rispettivi popoli ne abbiano preso conoscenza. Chi sono gli autori del golpe bianco? Il governo tecnico di Papademos in Grecia, e il governo tecnico di Monti in Italia. Chi sono questi personaggi? Da dove provengono? Entrambi erano membri della Commissione Trilaterale di quel soggettino che ha nome David Rockefeller, appartenente ad una delle tredici famiglie che da sempre hanno dominato il mondo attraverso l’economia e la finanza. Quelle famiglie che il fascismo ha tentato di combattere. Tutto ciò era stato ben compreso da quello che, chi scrive queste note, considera il più grande politico dello scorso secolo: Benito Mussolini. Ecco con quanta lungimiranza e lucidità il 7 febbraio 1944 (!) scriveva: <(…): Il progetto statunitense, in parole povere, si può dunque riassumere così: tutte le nazioni porteranno i loro risparmi nelle casse del Tesoro americano, che li amministrerà pro domo sua. Secondo tale piano, infatti, il governo di Washington si assicura, nell’amministrazione del Fondo internazionale di livellamento dei cambi, di cui propone la costituzione; il numero di voti sufficienti per essere in grado di fermare qualsiasi decisione contraria al suo interesse. In tal modo gli Stati Uniti, oltre all’accaparramento in corso di attuazione delle basi navali ed aeree del mondo e alla creazione delle più potenti flotte navali e aeree di guerra e commerciali, indispensabili ai loro piani imperialistici, avrebbero anche finanziariamente tutte le altre nazioni alla loro mercè (…)>.
Quanto sin qui scritto è solo una parte microscopica della storia mondiale, ma sufficiente per comprendere come ci hanno portato nella cacca. I passaggi essenziali partono dalla Dottrina Monroe (elaborata in realtà da Quincy Adams), ma ci dobbiamo spostare ai primi del 1800, con la quale Monroe espresse l’idea della supremazia degli Stati Uniti nel continente americano, e da qui è facile passare alla supremazia nel globo intero. Oggi possiamo contare da quelle enunciazioni almeno cento guerre condotte dagli Stati Uniti al di fuori del continente americano. Tutte guerre d’aggressione per affermare il potere finanziario anglo-americano. Come poco sopra scritto, il fascismo provò a fermare tutto ciò, ma fu sopraffatto dal grande capitale.
La domanda: visto che siamo nella cacca, c’è un modo per uscirne? Non so dare una risposta, ma ritengo che questa se c’è si trova nelle teorie mussoliniane, dovremmo, in pratica, ma sia chiaro questo è una mia personale affermazione, dovremmo ripartire dall’aprile del 1945, perché in quella data possiamo vedere come il nostro futuro fu compromesso e ci fu rapinato.
In ogni caso vedo il futuro nostro e di chi ci seguirà molto, ma molto oscuro.
Certo la propaganda è stata asfissiante, ma siamo pure un tantinello imbecilli, soprattutto perché c’è tanta gente che ancora accorda fiducia a certi personaggi ben individuabili.
Concludo: e pensare che c’è ancora qualcuno che ci propone di festeggiare il giorno della liberazione.
Poveri noi!